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"Concentrati!" Esclamò la presenza davanti a lui.

Hermione a terra faticò a tirarsi in piedi e il Malfoy dovette aiutarla ad alzarsi di nuovo.

"Non ci riesco!" Borbottò frustrata.

"Non ci riesci" commentò l'uomo e fu sicura stesse sogghignando "Perchè sei troppo preoccupata all'idea che io ti possa colpire"

La Grifondoro si sentì tingere le guance di rosa.

Portò le mani a coprirsi il volto e sfiorò con le dita la stoffa scura che le impediva la vista.

"Devi rilassarti, ricordati che più sei agitata e più disperdi energia, quindi il tuo nucleo diviene molto visibile e meno controllabile"

Annuì un po' dolorante per gli incantesimi che si erano schiantati sulla sua pelle.

Ormai erano almeno due ore che erano chiusi in quella stanza.

Lucius le aveva spiegato che quel giorno le avrebbe insegnati a percepire la magia e poi l'aveva semplicemente bendata.

Dal principio aprire la mente per assaggiare l'energia di dispersione del mago era stato molto semplice, ma quando Lucius aveva cominciato a spostarsi nello spazio, a creare illusioni di se stesso e a colpirla con degli incantesimi aveva iniziato ad agitarsi e la concentrazione era venuta meno.

Tormentata all'idea di aver perso la sua scia magica per l'ennesima volta, la Snape si ritrovò a girare su se stessa un paio di volte quasi nel panico.

La bacchetta fortemente serrata nel suo pugno e il sudore che le scivolava dalla fronte mentre un mal di testa impertinente si faceva strada in lei.

Si sentiva dannatamente stanca e le gambe le facevano male.

Le sue braccia tremavano di stenti tesi e la schiena le andava a fuoco.

Venne colpita di nuovo.

La spalla le bruciò con un'intensità spaventosa.

Si toccò con la mano il punto che le faceva male e sentì gli occhi inumidirsi di frustrazione.

Lo ascoltò sbuffare arrabbiato "Concentrati!" Ripetè con un tono di voce sussurrato e seccato.

"Non ci riesco! Non ci riesco più!" Hermione glielo urlò in uno scatto d'ira.

Due mani eleganti si posarono sule sue spalle.

Sobbalzò intimorita

Dapprima cercò di ritirarsi non sentendosi ancora completamente a suo agio con lui, ma poi piano piano si lasciò tranquillizzare.

Le labbra di lui si posarono proprio sul suo orecchio.

Un brivido freddo le percorse le braccia.

"Rilassati" le disse suadente.

Le massaggiò la schiena e la nuca, frizzandole con decisione e delicatezza i muscoli per alleviare la tensione dal suo corpo.

"Qual'è il posto che ti piace di più?" Le chiese quasi paterno "Dove ti trovi in pace con te stessa.."

"Casa mia" rispose con un sussulto di piacere sotto le mani esperte del Serpeverde "Abito in mezzo alla campagna" gli confidò "Certe mattine di qualche anno fa, uscivo dalla finestra e percorrevo il campo a piedi nudi.

Mi piaceva farlo, mi sentivo connessa alla terra" fece una pausa molto lunga nella quale si godette il massaggio "Alla fine del campo vi era un prato di erba sempre fresca, morbida e verde.

I miei vicini ci portavano le capre quindi l'erba era sempre molto bassa.

A lato del prato vi era un piccolo boschetto ed io andavo sempre li.

Pensieri di SabbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora