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Aggrottò le sopracciglia sorpreso e fu solo per quel terrificante tuono che fece vibrare all'improvviso la terra, che riuscì appena in tempo a schivare elegantemente, il colpo diretto al suo vicino.

Rodholphus si ritrovò sbattuto sul muro.

Sangue fresco scivolava dalla sua tempia e il suo abito bianco era lacerato in diversi punti.

Lucius si sentiva sconvolto.

Stordito.

Non solo perché non aveva la minima idea del motivo per cui i due si fossero messi a litigare, ma anche perché la situazione stava sfuggendo di mano completamente.

Sollevò la tazza di te, mescolò un paio di volte e noncurante continuò a bere.

"Quei due non erano migliori amici?"

Gli occhi di Albus, dal suo quadro, scintillavano tra i due e ora che le fiamme violacee si erano abbassate, soffocate dalle ombre di Snape, si permise di inclinare il viso di lato "Non dovresti intervenire Lucius?"

"Fermarli?" domandò allucinato il Malfoy "Albus, non scherzare" sorseggiò ancora un po' il te e osservò con sgomento Rodholphus sibilare qualcosa di incomprensibile mentre tentava di liberarsi dalla ferrea presa di Snape

"Non mi divertivo così tanto da un bel po'!"

Girò il volto e spostando un po' la cenere osservò i due uomini attentamente.

Rodholphus Lestrange si trovava ancora schiacciato al muro dal corpo pesante di Snape, che torreggiava su di lui in una pericolosa promessa di morte.

Le maniche del vestito color neve erano completamente sbrindellate.

Aveva i capelli tirati in un modo selvaggio all'indietro ed era sporco, di fuliggine e cenere scura.

Le labbra socchiuse mentre tentava di riprendere fiato.

Le sue mani, dalle quale dite uscivano violenti guizzi di fuoco tremavano ed era pallido, pallidissimo, talmente tanto pallido che il marchio nero spiccava con ferocia sulla pelle diafana.

Il velo di stanchezza sul volto che in una maniera impressionante sottolineava la follia e l'amarezza nel suo sguardo.

Snape ringhiò qualcosa di incomprensibile.

Ceco di rabbia.

Il viso era coperto dai capelli scurissimi, ma anche dalla posizione dove si trovava Lucius, percepì l'odio nei suoi occhi.

Come un incendio nero.

La camicia bianca del preside, quasi interamente bruciata.

Le sue mani completamente avvolte da fumose ombre nere.

Tremava anche lui, ma non di paura o di stanchezza.

Di rabbia.

Repressa, trattenuta a stento.

Lucius si ritrovò a percepirla con nervosismo crescente.

"Vuoi una caramella al limone? Sono ottimi calmanti"

Ignorando il furioso ringhio di Snape che chiudeva le dita ancora di più, attorno alla gola del rosso, Lucius si abbassò con un sorrisetto e cercò nel cassetto del vecchio.

Nella vecchia scatola di latta trovò le caramelle e se ne mangiò un paio "Sul serio" disse allora lanciando una breve occhiata ai quadri "Perché litigano?"

"Non lo sai?" domandò curiosamente Phineas.

Beffardo.

Solitamente adorava il fare annoiato del parente Black, ma in quel momento l'irritazione di Lucius stava arrivando ad un limite che non voleva superare.

Pensieri di SabbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora