31

2.7K 128 181
                                    

Distanti.

Ovattate.

Soffuse.

Parole incomprensibili che lo avvolgevano.

Una voce, debole, preoccupata e familiare che sembrò riscuoterlo.

Ma stava bene lì, al caldo, sospeso in qualcosa che nemmeno lui sapeva esattamente cos'era.

Magia pura forse.

La forma più primitiva.

Lo accoglieva nella sua ombra calda ed eterna.

La carne della spalla frizzava e la pelle si scioglieva, ma non stava davvero soffrendo.

Avrebbe solo desiderato chiudere gli occhi, ascoltare quel richiamo e non svegliarsi.

Rimanere li, cullato dalle onde del magma bollente.

Percepiva le ombre dilatarsi e accogliere il suo corpo e il suo stesso timbro scivolare sulla sua pelle, proteggendolo.

In armonia con la mante finalmente riuscì vagamente a percepire una parola.

Una voce che pronunciava qualcosa, un nume forse.

L'ascoltò.

Tremò sotto i suoi sussurri.

"Severus"

○○○

Riaprì piano gli occhi ferendosi alla luce del mattino.

Lentamente girò il capo e si accorse della donna di fianco a lui che lo osservava con le lacrime agli occhi mentre con fatica tentava di sedersi sul materasso "Severus! Sei vivo!" strillò saltandogli addosso e strappandogli una profonda fitta alla spalla.

"Stupido!" singhiozzò la ragazza, mentre picchiava i pugni sul suo petto "Stupido! Sei uno stupido idiota suicida! Se non fosse che ti amo ti avrei già strangolato!"

Snape la osservò rintronato.

Aveva la vista sfuocata, molto scura e per qualche secondo rischiò di svenire.

Si aggrappò a lei mentre si appoggiava alla tastiera del letto, ansante.

Come un bombardamento, la sua mente fu sconvolta da un susseguirsi di emozioni e pensieri.

I ricordi per Harry.

Hermione che lo trascinava.

La sua morte.

Quel grosso, viscido serpente che si era avvinghiato alla sua gola e l'aveva distrutta.

La mia gola!!

Si afferrò all'improvviso spaventato.

Il suo collo era in effetti fasciato da strette bende che correvano anche sul suo braccio sinistro e sul petto, e ora che ci faceva caso, dal suo collo partivano delle pulsazioni dolorose che si ripetevano di frequente.

Vampate calde che gli facevano mancare il respiro vitale.

"Severus stai bene?"

"Visto che ho rischiato di morire direi di no" sussurrò con la poca voce che riusciva a tirare fuori.

Estremamente metallica ed estranea.

Quasi non si spaventò lui stesso.

La vide abbassarsi verso di lui e baciarlo con delicatezza "Ho temuto di perderti!" ammise arrossendo, mentre prendeva posto accanto a lui sul letto.

Pensieri di SabbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora