Sedeva con un generoso bicchiere di Brandy in mano.
Immobile a contemplare il ragazzo davanti a se che camminava furiosamente per l'ufficio passando dal bestemmiare i defunti al domandargli perdono, con una voce, la cui frequenza alta, bastava a stordirlo e ad assottigliare la sua pazienza.
Sinceramente non lo stava neanche ascoltando.
Si sentiva decisamente troppo vuoto per dire qualsiasi cosa.
O per riempire la sua mente con futili chiacchiere.
Prima di rendersene conto, bevve con un unico sorso il liquido ambrato e attese impaziente che scivolasse nella sua gola baciandolo.
Assente, percepì il tintinnio del ghiaccio sul fondo di vetro.
Era tutto così.. assurdo!
Dannazione!
La nebbia stava lentamente lasciando posto alla limpida consapevolezza di ciò che era successo.
Le parole che prima erano scivolate fuori dalle labbra del giudice inafferrabili stavano ora prendendo un certo peso.
Stavano divenendo comprensibili.
Tangibili.
Per un attimo si chiese se non fosse definitivamente diventato stupido o pazzo, o entrambe le cose.
Il suo sguardo scivolò di nuovo sul bicchiere ora vuoto che sosteneva con la mano a mezz'aria e poi sul suo braccio immobile dall'altra parte.
Era stato un gelido, abile calcolatore, perché non era riuscito a manipolare anche quella parte della sua vita?
Forse le tre ore di processo l'avevano confuso troppo.
Forse era il caldo che lo aveva un po' addormentato.
Non era corretto dire che lui fosse triste per quanto successo.
Non si sentiva nemmeno deluso dalla condanna.
Dentro di lui, le tenebre erano calme e lo scaldavano in un silenzio pieno di riverenze.
"..Hermione mi ha fermato lo sa, professor Snape?" a quelle parole sussurrate alzò lo sguardo ridestandosi quasi di colpo dai suoi pensieri torbidi.
Si vergognò quasi, di come un nome, esercitasse così tanto interesse.
No, non era un nome.
Era il nome.
Il suo.
Sollevò piano lo sguardo e lo mise a fuoco.
Il ragazzo gli dava le spalle e osservava fuori dalla finestra.
Il riflesso sul vetro smascherava la sua espressione contrita e gli occhi molto, troppo scuri "Era davvero mia intenzione ucciderla.
Credevo che uccidendola avrei potuto vendicare Albus Silente, invece come al solito sotto di me c'era una finissima e invisibile ragnatela.
Se io avessi fatto un passo falso.. se avessi mandato tutto all'aria?"
Si rese conto che forse, avrebbe dovuto ascoltare il giovane perché non aveva idea di quando o come il suo monologo fosse arrivato fino a quel punto.
Insomma! Si stava confessando.. con lui..?
"Ho desiderato ucciderla per un anno intero.. e-"
"E non sei stato l'unico" lo interruppe, il mal di testa che martellava forte e prepotente "Ci ha provato anche Hermione tre o quattro volte.

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Pensieri di Sabbia
FanfictionUn petalo di ciliegio che si perde nel vento. Un soffio delicato, dolce e deciso che trasporta l'anima lontano, verso il mare, verso l'oscurità. Il preludio della notte in un trionfo di ombre e spettri. Nel silenzio del temporale. Nel silenzio della...