Come una scossa

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Eva Pov

I miei occhi sono infastiditi da un luccichio. Un raggio di sole oltrepassa le tende che svolazzano per via del vento.
Percepisco calore sulla schiena, sulla pancia e sul collo. Non mi trovo nel mio letto e l'aria salata mi fa capire che siamo vicino al mare.

"Buongiorno" miagola fede, che dopo aver spostato i miei capelli, lascia sul collo umidi baci.

Che risveglio.

"Buongiorno" gli dico mentre mi volto verso di lui. Mi stringe sempre più forte a sé, siamo ancora vestiti come ieri sera ma il suo corpo è caldo, così caldo da sqagliarmi.

Mi da baci che bruciano sulle mie labbra, le mie guance, i miei occhi. È maledettamente bello anche di prima mattina, io invece molto probabilmente sembrerò un mostro ma questo è l'ultimo dei miei problemi.

"Dove siamo?"

"In posto lontano da Roma"

"Fede"

"Già te l'ho detto che mi piace quando mi chiami così?"

"Daiii"

"Mamma che bambina che sei, comunque siamo nella mia casa al mare. O meglio nella casa dei miei"

"Interessante" gli rubo un bacio.

"Mi dovresti ringraziare, perché ti ho portato in braccio e ti ho messa nel letto, senza farti svegliare" mi ruba un bacio.

"Che galantuomo"

"Ovvio, io, lo sono sempre"

"Avrei I miei dubbi, però..."

"È così, quindi mi merito una ricompensa"

"Che sareb-" non finisco di parlare che le sue morbide labbra di posano sulle mie e tutto il casino riaffiora.
Prima un bacio lento, poi più passionale. Ha le mani sulla mia vita e mi stringe ancora di più a sé, le mie circondano la sua nuca e giocano con i suoi capelli.
Il mio labbro inferiore sta subendo le peggior pene per via dei suoi morsi, le nostre lingue ballano una danza unica e indescrivibile.

Tante cose con lui sono indescrivibili, ed è così fottutamente bello tutto ciò. Non c'è un sentimento o emozione che mi rendono monotona, i suoi occhi nei miei, mi fanno scoprire e capire parti di me mai capite, le sue mani sul mio corpo mi fanno sentire accetteta e unica.

"Sù, colazione ora" dice

"Ma la mia colazione sei tu"