Tornammo in classe in tempo per l'ora di pranzo, posai il contenitore sotto al banco, guardai l'orologio, era mezzo giorno e cinquantacinque, stavo per uscire dalla classe quando mi fermò Kirishima. <Oggi non vieni a pranzo con noi?> chiese <io...ehm...io...beh...d-devo fare...una cosa> spiegai nel migliore dei modi. <Ha un appuntamento> disse Kyoka poggiando una mano sulla spalla del ragazzo <un appuntamento?! Con un ragazzo?> <no, con una pianta, mi sta aspettando> risposi in tono sarcastico <spiritosa...con chi?> Continuò a fare domande e sapevo che non mi avrebbe lasciato se non gli avessi dato una risposta <un ragazzo della prima B, adesso devo andare, ti spiego tutto quando ritorno, ti voglio bene> dissi velocemente, uscendo dalla stanza prima che Kirishima continuasse il suo interrogatorio <Deve avere la mia approvazione prima di uscire con te!> aggiunse mentre scappavo dalla classe. Vidi in lontananza il ragazzo alla fine del corridoio e lo raggiunsi <ehi> lo salutai avvicinandomi, ricambiò il saluto con un sorriso <allora, andiamo alla mensa?> chiese arrossendo leggermente <va bene> risposi. Ci avviammo verso il luogo prestabilito, per qualche minuto calò il silenzio più totale tra noi finché <non male la mossa della corda nella caviglia> dissi di punto in bianco. <G-grazie, anche se tu non hai avuto problemi a liberarti> rispose il ragazzo <solo perché avevo quel pugnale con me, altrimenti non so come avrei fatto> osservai <saresti riuscita a liberarti in qualche altro modo> affermò il ragazzo sorridendo. Arrossii leggermente a quella risposta. Raggiungemmo la mensa e ci sedemmo in un tavolo. <Allora che hai preso?> chiesi curiosa <ramen di carne e soia, tu?> domandò a sua volta il ragazzo <soba fredda, vuoi assaggiare?> dissi indicando con le bacchette il piatto <odio la soba fredda> osservò ridendo <la mangiavo sempre da piccola, anche se non ricordo dove> affermai. Finimmo di mangiare e passeggiammo per il parco. <Quindi...sei di qui?> chiese il ragazzo, probabilmente per fare un minimo di conversazione <no, cioè ci sono nata, ma mi traferii in Gran Bretagna quando avevo otto anni> risposi <oh, come mai?>. Odiavo quella domanda, certo viene quasi spontanea, ma di certo non raccontavo a tutti della morte di mio fratello. <No, niente di importante...tu invece?>. Si, stavo cercando di cambiare argomento <Sono nato a Kamakura, vicino Tokyo. Ho fatto le medie lì, poi ho deciso di provare ad entrare allo Yuei. Sai è considerata la miglior Hero Academia di tutto il Giappone...ed eccomi qui> spiegò. Beh, di certo quasi tutti sono arrivata in questa scuola così, sono abbastanza certa che essere trascinata in un altro continente da tre sconosciuti apparsi nel tuo salotto di casa, sia abbastanza insolito. Continuammo a parlare di qualsiasi cosa ci venisse in mente, delle nostre classi, dei professori, dei nostri quirk... finché non arrivammo davanti l'ingresso del dormitorio. <Sono stato bene> disse Awase <anche io> risposi sorridendo <quindi, posso intuire che ci sarà un'altra uscita?> chiese il ragazzo <staremo a vedere> dissi sorridendo e allontanandomi <ci vediamo> lo salutai sorridendo.
Ero stata sincera, mi sono trovata bene con Awase, era un ragazzo spiritoso, intelligente, altruista, se la meritava un'altra occasione.
Entrai nella struttura e vidi i ragazzi nel salotto <ben tornata vagabonda> disse Kyoka quasi come se volesse rimproverarmi <esagerata, sono solo...le sei?!> risposi guardando incredula l'orologio del telefono. <Dove sei stata?> chiese Kirishima avvicinandosi <beh, dopo la mensa abbiamo fatto un giro> risposi salendo le scale per arrivare alla mia stanza <mh...che avete fatto?> ed ecco che iniziò l'interrogatorio <abbiamo rapinato una banca, rubato il jet di una spia russa e volati fino ai caraibi> dissi con enfasi e sarcasmo. <Ah...ah...ah...davvero molto simpatica> aggiunse Kirishima <abbiamo fatto una passeggiata qui intorno> lo accontentai <uscirete di nuovo?> <beh, credo di si> affermai <vado a farmi una doccia> aggiunsi aprendo la porta della stanza. <Vuoi farmi domande anche su questo?> chiesi, il ragazzo diventò paonazzo <i-io...n-non> balbettò qualcosa di incomprensibile <sto scherzando> dissi ridacchiando e chiudendo la porta.
Feci una lunga doccia calda, devo dire che mi serviva. Dopo di che, presi un paio di leggings neri, una maglia bianca lunga e un paio di scarpe dello stesso colore. Pettinai e asciugai i capelli legandoli in uno chignon con dei ciuffi che ricadevano sulle guance ancora rosee a causa del calore. uscii dalla porta per dirigermi in camera di Kyoka per raccontarle del pomeriggio quando...<Hideko> mi chiamò il ragazzo alle mie spalle <Shoto> lo salutai cercando di rimanere il più inespressiva possibile <come ti senti?> chiese <meglio, grazie> "non di certo per merito tuo" avrei voluto rispondere. <Bene> affermò <bene> aggiunsi per poi entrare nella stanza della ragazza. Da quel giorno le nostre conversazioni furono più o meno simili, mi limitavo a risposte secche e concise, senza cercare di far uscire un discorso con più di due frasi ciascuno.
Perché questo? Probabilmente auto-difesa, non so che effetto aveva su di me quel ragazzo, ma non volevo riprovare. Inoltre dopo quella sera non riuscivo più a guardarlo come prima, perciò l'obbiettivo era quello di mantenere le distanze, faceva male? Inutile negare.
Uscì una seconda volta con Awase e una terza e una quarta...si può dire che iniziammo a frequentarci, lui mi piaceva, ma a quanto pare le cose belle non durano in eterno giusto? Specialmente quando si tratta di me.
Era passato poco più di un mese da quell'incidente nel bosco, ero riuscita ad andare oltre. Finché un giorno...
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koi no yokan
Teen FictionHideko Aiko è una quindicenne che vive ai margini della Gran Bretagna, abita in una casa di campagna con i suoi genitori, ma non è mai uscita al di fuori di quelle mura. Perché? Nasconde un segreto che la differenzia dalle altre persone o forse è qu...