una partita

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Lo guardai mentre sistemava le carte, la luce della luna gli illuminava la parte sinistra del suo volto, mettendo in risalto l'azzurro del suo occhio. Mi resi conto di essermi incantata quando il ragazzo si voltò e incrociai il suo sguardo. Ebbi di nuovo quella strana sensazione di luccichio e potrei scommettere di averla vista anche nei suoi occhi, ma decisi di ignorare la cosa.

Probabilmente uno scherzo della luce che entrava dalla porta a vetri, pensai.

<Comunque grazie, per oggi> dissi cercando di sembrare il più disinvolta possibile <è stato un lavoro di squadra> rispose <se non ci fossi stato tu probabilmente sarei morta a quest'ora. Specialmente quando quell'uomo mi aveva catturata> osservai roteando gli occhi.

Non era da me fare un'affermazione del genere, ma in questo caso era la pura verità.

<Probabilmente l'avrebbe fatto chiunque> rispose il ragazzo <non riesci proprio ad accettare i miei ringraziamenti vero?> domandai provocandogli una lieve risata.

<Vuoi giocare?> chiese Shoto mostrandomi il mazzo, quelle erano carte giapponesi, non so se da piccola le avessi mai usate, ma ricordo soltanto un gioco. <Aspettami qui> dissi per poi correre in camera mia, prendere una scatola dalla mia valigia e riscendere.

<Sai giocare a briscola?> chiesi mettendomi seduta accanto al ragazzo, Shoto mi guardò con aria confusa, come risposta aprii la scatola e gli mostrai un mazzo di carte occidentali. <Una volta mio fratello andò in Francia con la scuola e mi portò queste come regalo> spiegai <mi ha imparato a giocare, è l'unico gioco che conosco> aggiunsi. <Proviamo> rispose il ragazzo sorridendo leggermente.

<Allora abbiamo tre carte per uno, quelle con un solo simbolo si chiamano "assi" valgono undici punti, mentre quelle con il tre ne valgono dieci> iniziai. <L'otto vale due, il nove tre, il dieci quattro, tutte le altre sono nulle> divisi le carte e le lasciai scoperte in modo da fargli capire meglio. <Se io buttassi questa carta> dissi mostrandogli un sette di denari <tu potresti prenderla solo se avessi una briscola> aggiunsi indicandogli la carta a tavola <oppure un numero dello stesso seme più alto> conclusi prendendo un nove di denari. <Credo di aver capito> rispose il ragazzo <bene, allora vogliamo fare una partita?> chiesi <va bene> annuì il ragazzo.

Decidemmo di fermarci dopo circa un'ora di gioco continuo, <beh non sei stato così male> affermai sorridendo <mh, ho solo perso tredici a due> osservò mettendo una mano sul mento con aria pensierosa <devi solo prenderci la mano> aggiunsi riordinando le carte aiutata dal ragazzo.

<Volevo chiederti scusa> disse Shoto in un momento di silenzio <per cosa?> chiesi confusa <quella sera...avrei dovuto darti delle spiegazioni fin da subito> affermò <e io avrei dovuto ascoltarti> ammisi guardandolo negli occhi <adesso lo stai facendo> osservò.

Già, lo stavo ascoltando.

Sentii l'aria farsi leggermente più fredda, avrei dovuto portarmi un giacchetto.

<Vado a mettermi qualcosa sopra la maglia> dissi alzandomi, ma il ragazzo mi porse la felpa che indossava <tieni> aggiunse <no, non serve ho qualcosa su in camera> aggiunsi sorridendo. <Non ti preoccupare> insistette Shoto, mi arresi e misi il giacchetto.

La taglia era palesemente più grande, arrivava circa a metà coscia.

Mi rimisi seduta. <Posso farti una domanda?> chiesi dopo qualche minuto <certo> <come ti sei procurato quella cicatrice?> il volto del ragazzo diventò più cupo.

<S-scusa non volevo...> dissi <no, è successo molto tempo fa> iniziò a spiegare <mio padre è considerato l'eroe numero due, dopo All Might, questa cosa diventò per lui nel tempo un'ossessione a tal punto da sposare mia madre solo per combinare i quirk, lui fuoco e lei ghiaccio. Io sono il loro ultimo figlio. Il suo unico scopo era quello di creare un potere in grado di superare il suo rivale>.

koi no yokanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora