16. Ospite inaspettato

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Pov's Karina

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Pov's Karina

Quando mi sono trovata davanti quella donna e si era presentata come la mamma di Caleb, mi ero pietrificata restando ferma davanti alla porta. Aveva dovuto chiedere di entrare perché, altrimenti, io sarei rimasta ferma a guardarla senza riuscire a proferire nessuna parola o frase sensata. Aveva gli stessi occhi verdi e lo stesso sorriso del figlio mentre i capelli neri le arrivavano appena sulle spalle, nessun filo di trucco e la sua pelle rosea era perfetta rosata.
Si era subito mostrata dolce e rispettosa, aveva detto che Caleb aveva dovuto disdire la cena con lui e suo marito Charles, quindi, aveva pensato di fare lei un salto qui e vedere come stava e conoscere, finalmente, la nipotina Julia. Lui, però, non mi aveva detto di questa cena. Tuttavia, avevo fatto finta di esserne stata al corrente e che l'avevamo disdetta perché la bambina aveva avuto la febbre. Quella bugia mi era uscita  dalla bocca con una grande facilità , infatti, ci aveva subito ci aveva creduto tranquillamente.

Quel ragazzo aveva da spiegarmi molte cose.

Quando Caleb era rientrato, dopo aver preso Julia dall'asilo; avevo appena finito il tour della casa, aveva detto che sarebbe stata un mese perchè le era mancato parecchio il suo bambino. Avevo anche insistito affinché decidesse di disdire la prenotazione che aveva fatto all'hotel a cinque stelle in cui avrebbe alloggiato ma non ero riuscito a convincerla perchè non voleva invadere la nostra privacy.

Appena l'avevo visto, avevo fatto un bel respiro ed ero pronta a fargli tutte le domande che avevo in mente ma, quando avevo notato gli occhi un po' rossi di Julia, avevo dimenticato persino il motivo per cui volevo fargli un interrogatorio. Sapere il motivo per cui aveva pianto, per cui era stata presa in giro, non era una novità ma, sentirlo era sempre come quando lui quella stessa bambina che aveva difeso l'aveva definita un "coso", cioè straziante e doloroso.

Dopo aver parlato con Caleb, io mi ero cambiata mentre lui era andato in camera per stare con la mamma e la figlia invece, io, gli ho raggiunto dopo aver indossato dei jeans e una maglia bianca a maniche lunghe aderente. Cercavo di non far caso allo sguardo di Caleb che sentivo addosso o a quello di Adele che si spostava dal figlio verso di me e viceversa.

Ora eravamo tutti e quattro a cena: Adele e Julia sulla destra mentre io e Caleb alla sinistra del tavolo. Avevo sistemato la tovaglia bianca e messo per bene le posate sopra il tovagliolo anch'esso bianco, al centro i bicchieri e due bottiglie d'acqua.Quando avevo annunciato che fosse pronto in tavola il mio pollo con le patate, la bambina era scena trascinando la nonna dietro di sé. Si era avvicinata a me e aveva chiesto se avessi bisogno di una mano, quando avevo negato mi aveva sussurrato:
- Dai, mamma, fammi fare qualcosa  o farò brutta figura con la nonna! - si era lamentata tirandomi la manica della maglietta.

Così, le avevo detto di portare portare un bicchiere di plastica. Era andata tranquillamente in cucina, aveva chiesto a Caleb di prenderlo per lei perché non arrivava alla vetrina in cui stavano.
Era passata davanti alla nostra ospite con il bicchiere e poi me lo aveva dato dicendo: - mettilo tu ora sul tavolo. Per favore -. Era ancora bassa e piccola per aiutarmi a mettere la tavola e di solito mi passava solo le cose.

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