36. Nuove scoperte

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La settimana qui era stata fantastica, eravamo stati bene e Julia aveva fatto amicizia con un bambino che aveva l' ombrellone vicino al nostro

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La settimana qui era stata fantastica, eravamo stati bene e Julia aveva fatto amicizia con un bambino che aveva l' ombrellone vicino al nostro. Con loro due però c'era sempre Caleb che sembrava il bodyguard ed era sempre dietro di loro facendola arrossire per l'imbarazzo ogni volta. Ogni tanto riuscivo ad allontanare con una scusa ma altre volte, era irremovibile. Gabe lo avevamo incrociato spesso ma avevamo chiacchierato a malapena e aveva presentato a me e a Caleb la sua fidanzata. Tuttavia, ciò non diminuì la gelosia del mio ragazzo nei confronti di Gabe, continuava a forzare sorrisi e guardarlo come se volesse ucciderlo.

Avevamo caricato la macchina e dopo aver calmato Julia che piangeva interrottamente, eravamo partiti per tornare a casa. Il viaggio era stato lungo e traumatico, Julia continuava a lamentarsi e chiedere di tornare indietro. Forse era quello che volevamo tutti, stare lì ci aveva concesso di staccare la spina e stare lontani dal mondo reale ma, a tutto c'è una fine.

Arrivati a casa, alle nove passate, Caleb aveva dovuto prendere di forza nostra figlia perché si rifiutava di scendere, era stato orribile ma necessario. Ora dormiva nel suo letto, dopo averla calmata e convinta a mangiare qualcosa. Più tardi, Caleb mi aiutava a disfare le valigie e tentava di suddividere le robe per la lavatrice.

- No, i vestiti colorati non vanno con i vestiti bianchi - risi, glielo ripetevo da dieci minuti. Faceva la stessa domanda ad ogni vestito che usciva dalla lavatrice.

- Si perde solo tempo, dovremmo mettere tutto insieme - ribatteva, dicendo sempre la solita frase.

- Ti sei offerto tu - gli rammentai lanciandogli contro la sua camicia bianca che avevo sottomano che gli arriva in faccia. Caleb mi fissó in cagnesco e si sistemó i capelli ricci che si erano scompigliati.

- Non sapevo fosse così noioso. Posso fare di tutto ma come si faccia la lavatrice, no -

- Te l'avrò spiegato un miliardo di volte - ogni volta che mettevo a lavare qualcosa, lui mi seguiva dicendo di voler capire come si facesse ma non ascoltava mai.

- Non è colpa mia. Tu la lavatrice la fai quando sei ancora in pigiama e in questo periodo usi la mia maglietta -

- Questo cosa c'entra ?- lo bloccai e lui mi fece segno di stare in silenzio.

- La maglietta si alza e io ho qualcosa di più bello da vedere - sorrise ricevendo dalla sottoscritta un altro indumento contro.

- Pervertito - commentai ridendo.

- Ammetto la mia colpa - rise avvicinandosi a me e baciandomi. Mi tolse di mano la maglietta  di Julia che stavo piegando. Posò le mani sotto la maglietta e disse: - Queste robe vanno per terra - me la tolse e dopo mi bació di nuovo. Gli accarezzai i capelli mentre lui posò le mani sulle mie gambe e mi prese in braccio. Adoravo assaporare le sue labbra. Mi fece sedere sul comodino e posai le mani sul suo petto mentre lui scendeva a baciarmi il collo.

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