32. Segreti

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VI RICORDO DI PASSARE A LEGGERE "SOBER"

Uscii dall'ufficio pronta a tornare a casa

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Uscii dall'ufficio pronta a tornare a casa. Ero esausta. Il sole batteva forte,  ormai stava per arrivare agosto e il caldo, il desiderio di andare al mare iniziavano a farsi sentire. Ormai, era passata una settimana da quella bellissima e tragica notte. Ed era fuori dai giochi e con Caleb andava tutto alla grande. I segni di quella sera erano svaniti, era rimasto solo io segno di un morso ma a parte ciò, era come se non fosse successo nulla.

-Ci sentiamo per quella famosa uscita tra donne- mi salutò Anne. Era quanto a me, lavora con me da un anno. Era una ragazza timida ma, sta iniziando a sbloccarsi. Durante la pausa viene sempre nel mio ufficio e parliamo di parecchie cose; la sua compagnia era piacevole.

-Certo – annuii sorridendole. Mi aveva proposto di uscire un paio di settimane fa ma la cosa non era mai andata in porto. Oggi me lo aveva riproposto e successivamente, ci eravamo scambiate i numeri di telefono. Continuai a camminare verso la mia auto era parcheggiata qualche isolato di distanza da qui e questo sole non era di aiuto.

-Karina! – una persona alle mie spalle urlò il mio nome. Non avevo proprio voglia di parlare con lei ma, prima o poi avrei dovuto farlo.

-Emily – pronunciai il suo nome lentamente mentre lei si avvicinava verso di me. Non sapevo che fosse di nuovo in città. Aveva gli occhiali da sole, i capelli marroni legati in una coda e più si avvicinava più continuava a torturarsi il labbro inferiore. Restò in silenzio per un tempo indefinito con il capo abbassato non sapendo che dire, anch'io ero rimasta zitta ma era perché non volevo parlarle.

- Devo andare a prendere Julia dal campo estivo. Che vuoi? – domandai improvvisamente infastidita dopo aver fissato sullo schermo del mio cellulare che eravamo ferme da cinque minuti sul marciapiede.

- Posso venire a prenderla con te? Nel tragitto possiamo parlare con calma – propose. Non mi entusiasmava quell'idea. Tuttavia, ero in ritardo, perciò annuii.

Emily continuava a non dire nulla, il suo sguardo era rivolto al finestrino e non a me. Eravamo partite da un minuto ma, la destinazione era lontana e di certo non avremmo discusso con Julia davanti.

-Allora? – la incentivai lanciandole uno sguardo di sottecchi e la vidi sospirare e finalmente, girare il capo verso di me: - Ed mi ha detto che sai di noi due –

Mi irrigidii all'istante, forse avevo bisogno di qualche altro giorno per poter sentire il suo nome senza immaginare ai morsi che mi aveva lasciato. Ora, però, il dado era stato tratto e dovevo continuare questa cosa.

-So di voi – confermai tornando a concentrare la mia attenzione sulla strada come se ciò potesse farmi sentire meglio. Avevo bisogno di vomitare.

- Mi dispiace. Io non sapevo si sarebbe messo con te. Continuavo a seguire Caleb ovunque per farmi notare da lui. Sicuramente non te lo ricorderai ma, una sera noi due eravamo uscite e nel bar in cui stavamo c'era anche lui, notavo che fissava sempre il tavolo a cui stavamo sedute ed ero convinta di aver fatto colpo finchè tu non ti sei alzata per andare in bagno e il suo sguardo ha iniziato a spostarsi. Non ero io ad aver fatto colpo ma tu -raccontò triste.

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