22. Ribellarsi

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Aprii gli occhi di colpo dopo aver sognato lo stesso ragazzo che era nel mio letto: baciarmi, spogliarmi e farmi urlare il suo nome

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Aprii gli occhi di colpo dopo aver sognato lo stesso ragazzo che era nel mio letto: baciarmi, spogliarmi e farmi urlare il suo nome. Mi misi a sedere e nel mio letto c'era solo Julia. Accesi il cellulare è l'orario segnava le cinque.
Decisi di scendere in cucina per bere un bicchiere d'acqua, dovevo metterci tutto lo sforzo possibile per non andare a cercare Caleb e chiedere perché fosse andato via.
Tuttavia, mentre andavo dritta verso il frigo, notai la stanza con la luce accesa e lui seduto sul tavolo.
-Ti disturbo?- chiesi prendendo un bicchiere dal mobile e lo riempii d'acqua .
- No, non disturbi - sbadigliò parlando con voce assonnata e si passò una mano tra i suoi capelli già scompigliati. Avrei voluto sostituirla con la mia. Prima di essere interrotti da Julia, lo avevo fatto e mi sembrava essere tornati indietro di quattro anni, alla sera del ballo, in quella stanza in cui mi ero concessa a lui. L'avrei rifatto anche stasera, lo volevo. Quelle labbra perfette e sottili le volevo riassaggiare, bramavo dalla voglia di baciare quel tatuaggio che a quanto pareva, non aveva un gran significato. Scossi la testa e battei l'indice contro il vetro del bicchiere cercando di mantenere il mio autocontrollo e non pensare a cosa avrei voluto fargli o a cosa avrei voluto che mi facesse.
- Perché non sei a letto? -
Maledizione! Non dovevo fargli quella domanda.
Poggiai la schiena contro il mobile e lo guardo abbassare la testa. Ecco, questo era un segno negativo.
- Mi sono svegliato a causa dei calci di Julia -  ammise ridendo.
Feci un sospiro di sollievo dato che, come al mio solito, pensavo al peggio. Non potevo farci nulla, ogni cosa si svolgeva nel modo meno opportuno dai miei genitori all'abbandono di Caleb , dal mio ragazzo che si era scoperto un pazzo alla mia migliore amica che aveva detto al ragazzo presente di fronte a me, che lo avevo solo usato.
- Già, mi sa che dovrai abituarti-
- Sara difficile - rise e scese dal tavolo - Torno a dormire -
- Caleb, non andare in camera tua, resta nella mia - le parole uscirono dalle mie labbra senza pensarci e ora, non potevo più cacciarle indietro.
Caleb si avvicinò a me e aveva un leggero sorriso stampato sul volto.
- Tutto quello che vuoi - mi baciò la guancia e andò via lasciandomi con le gote arrossite mentre avevo un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Sembravo essere tornata un' adolescente che rivolgeva per la prima volta la parola al ragazzo che le piaceva.

***

Continuai a giocare con la tazzina bianca, ormai vuota, di caffè.
Stavo aspettando Ed da più di dieci minuti e dovevo tornare a lavoro. Erano passati due giorni da quando avevamo parlato con Julia, ad ogni occasione pronunciava la parola "papà" con entusiasmo. Caleb, dal canto suo, sorrideva ogni volta come un bambino e la riempiva di baci. Pensavo che tutto questo mi avrebbe infastidito, che conoscere il padre, mi avrebbe messo in disparte dato che non sarei più stata io la sua figura genitoriale. Invece, di mia sorpresa, la cosa mi piaceva, sorridevo anch'io come una cretina insieme a Caleb.
Dopo questi giorni, bisognava tornare alla realtà. Quindi, io dovevo parlare con Ed e Caleb evitava di rispondere ai messaggi di Emily che non avevo più sentito da quella sera.

Il posto davanti a me venne occupato dal mio fidanzato. Aveva i suoi soliti abiti eleganti e gli occhiali da sole neri. Incrociò le braccia e mi fissò per qualche secondo. - Allora? Che volevi dirmi? - mi domandò vedendo che non stessi dicendo nulla.

-Questo è tutto quello che sai dirmi? Non ci sentiamo da giorni, pensavo in un "come stai, Karina?", non che ti interessi veramente ma, sai, per far finta e restare ancora nella parte del ragazzo innamorato - non sapevo neanche da dove mi uscisse quella grinta nel dirgli quelle cose in faccia, di solito, le pensavo solamente. Da quando Julia aveva detto di sapere tutto grazie a lui, avevo voglio di essere io quella che colpiva il suo viso con uno schiaffo. Poteva farmi quello che voleva ma, doveva stare lontano da mia figlia. Non doveva avvicinarsi, non doveva toccarla e non doveva parlarle. L'aveva sempre fatto, all'inizio aveva provato ad aver un rapporto con lei ma, con scarsi risultati. Infatti, dopo aveva iniziato ad evitarla il più possibile e aveva smesso di rivolgerle la parola, persino il saluto anche se a Julia non dava fastidio.

Ed si tolse gli occhiali e mi fissò con i suoi occhi verdi e con un sopracciglio alzato: - Ti sei alzata dalla parte sbagliata del letto? -

- Si, dopo aver saputo che Julia sapeva tutto di Caleb grazie a te. Dovevamo dirlo noi, non tu. E quando ci hai parlato? Tu non la sopporti Julia - sputai fuori con tanta rabbia e stanchezza. Perché doveva stare al suo posto ed ero stanca di averlo nella mia vita.
Volevo Caleb, non lui.

- Credi davvero a cosa dice una mocciosa? - fece una risata amara che non faceva altro che infastidirmi.

- Stai parlando di mia figlia, Ed. Modera i toni - lo riprendo lasciando la presa sulla tazzina che avrei rotto.

- D'accordo - sospiró - solo perché non voglio più sentirti. Prima della cena con Emily, chiamai a casa tua e aveva risposto lei. Mi aveva detto che eri fuori con Caleb e io le ho detto che chissà cosa stavi facendo con suo padre - alzò la mano per dirmi di stare in silenzio e proseguì con il suo racconto - Lei non ci ha creduto, io le ho detto che è suo padre e poi ha chiuso. Un po' irrispettosa -

- Irrispettosa lei? E tu ? Hai praticamente detto che mi scopo Caleb. Dovresti saperlo che non ti tradirei mai - anche se stavo per farlo qualche giorno fa mi morsi la lingua e non aggiunsi niente.

- Stai sempre con lui, che dovrei pensare? - mi prese una mano e con il pollice mi accarezzò il dorso.

Dopo aver ritratto la mano lo guardai: - Dovresti fidarti di me. Perché, nonostante quello che mi fai, ti resto fedele. Non l'ho detto a nessuno, se qualcuno ha dei sospetti io nego e tu? Vai a dire questo a Julia? Non è tua responsabilità, non è tua figlia. Devi stare alla larga da lei - scandii le ultime parole il più lentamente possibile per fargli capire che non scherzavo.
Lo volevo fuori e avrei trovato il modo.
Dovevo combattere altrimenti, conoscendolo si sarebbe avvicinata a Julia e avrebbe continuato a rovinarmi la vita.

-Non sai quello che dici - mi minacciò con tono piatto mentre socchiudeva gli occhi.

- Invece, lo so. Sono stanca di te, non dovevi avvicinarti a lei, è per questo che sono rimasta zitta ma, tu non provi neanche per un secondo a metterti nei panni e capire quanto mi faccia schifo stare qui a subire - risposi con tono fermo drizzando le spalle cercando di sembrare più possibile sicura di me.

- Senti, ne riparliamo dopo, mi hai scocciato. Starò in Italia per un po', ti scrivo io al mio ritorno così tu ti schiarirai le idee e trovati un altro compagno per la festa di fidanzamento di Lucie, dopo questa scenata, non ti meriti il mio supporto nel rivedere i tuoi- si mise dritto e coprì nuovamente i suoi occhi con gli occhiali da sole.

- Quale supporto? Lasciarmi lì mentre tu ci provi con altre per poi sfogare chissà quale problema su di me? Ce la faccio anche da sola - mi alzai continuando a tenere il suo sguardo: - Renditi utile, paga il caffè- feci io prima di lasciare il bar. Almeno si era ricordato della festa, ogni volta che andavamo ad un evento importante per me, dovevo ricordarglielo fino all'ultimo giorno.

Lucie e Garrett avevano anticipato la festa di fidanzamento dato che il padre di lui stava male, faranno una festa in grande in uno dei tanti hotel che ha. Ero contenta per mia sorella e non vedevo l'ora di andare ma, sapere che rivedrò i miei genitori dopo quattro anni, mi metteva in agitazione. A quanto sembrava, neanche Ed voleva venire e sarei rimasta completamente sola. Certo, lui non era di compagnia ma, sapere che avevo qualcuno accanto mi avrebbe messo un po' di più sicurezza. Non sapevo se ce l'avrei fatta da sola ma, dovevo farlo. Dovevo affrontare i miei genitori prima o poi.
Non ce l'avrei fatta da sola, lo sapevo

Feci un respiro e alzai il passo andando verso la macchina. Entrata, misi in moto e partii. Volevo andare il più lontano possibile da lui, so che ne pagherò le conseguenze ma, a quanto aveva detto, sarebbe andato in Italia per un po' e questo mi avrebbe permesso di respirare. Almeno per un po'.

#SpazioAutrice
Finalmente Karina ha iniziato a ribellarsi con Ed ma, lui gliela farà passare liscia?
E cosa accadrà quando lei rivedrà i suoi genitori?
MI RACCOMANDO LASCIATE
TANTE  TANTE TANTE STELLINE  E TANTI COMMENTI ❤️

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