i.ii LE PREDE DELLA PREDA

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I'LL DO BETTER (1.1) | due

"le prede della preda"

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"le prede della preda"

"Collecting pictures from the flood that wrecked our home
It was a flood that wrecked this
And you caused it"
youth – daughter

Urla. Urla erano tutto quel che le mie orecchie sentirono quella mattina appena sveglia. Cosa diavolo stava succedendo? Aprii gli occhi, ma dovetti subito mettere una mano davanti al viso per avere più tempo per abituarmi alla luce accecante del sole. Murphy non era più accanto a me, segno che si era già alzato. In compenso, però, trovai sulle mie spalle la sua giacca. L'aveva messa lì sicuramente per tenermi al caldo durante la notte.

«Ti sei arreso?»

«Finiscilo!»

Ancora urla. Mi alzai velocemente e cercai di raggiungere il posto da dove proveniva tutto quel trambusto. Ed eccolo lì, steso a terra accanto al fuoco che avevamo accesso la sera prima, con Wells sopra di lui che lo prendeva a pugni. La folla guardava, ma non faceva nulla per fermare quella rissa.

«Wells, smettila!», gridai, avanzando verso il diretto interessato, ma una mano mi fermò dal polso. «Davvero, Bellamy? Lasci che tutto questo accada?», domandai arrabbiata al ragazzo che mi aveva trattenuta dal non soccorrere il mio migliore amico. Era il secondo giorno sulla Terra, secondo giorno di scontri tra Wells Jaha e John Murphy, e io ero già stufa di tutta quella situazione.

«Ieri non sembravi contraria ad una piccola lotta», esclamò Bellamy, non distogliendo lo sguardo dai due. Gli riservai una faccia schifata e provai di nuovo a muovermi, ma il ragazzo più grande, in risposta, strinse la presa sul mio polso.

«Se è questo che intendi con facciamo quel che vogliamo, non sono più d'accordo. Il tuo comando qui fa schifo», mi lamentai, quando anche Wells si rivolse a Bellamy.

«Lo vedi?», indicò Murphy con la mano. «Non li puoi controllare.»

Approfittando della momentanea distrazione di Bellamy, riuscii finalmente a liberarmi dalla sua stretta. Feci per raggiungere Murphy, ma, quando mi voltai nella sua direzione, lui non era più a terra.

«Sei morto», mormorò quest'ultimo. Fu allora che mi accorsi che in mano teneva saldamente il suo coltello giallo.

«Murphy, fermo!», urlai invano, osservandolo mentre camminava verso il figlio del Cancelliere, il volto pieno d'odio. «Bellamy, ti prego, fa' qualcosa», sussurrai al ragazzo accanto a me, impaurita da come quella situazione si sarebbe potuta evolvere. Il ragazzo mi guardò e poi si mise tra i due che tanto si odiavano.

«Aspetta», disse, mentre intorno a noi scese il silenzio totale. Tirò fuori dalla sua tasca un altro coltello e lo lanciò ai piedi di Wells. No, non poteva farlo... «Scontro alla pari», terminò, allontanandosi da quello che sembrava essere diventato un campo di battaglia.

𝐼'𝐿𝐿 𝐷𝑂 𝐵𝐸𝑇𝑇𝐸𝑅 ¹ ➜ bellamy blake, john murphyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora