i.xii SONO DIVENTATO MORTE

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I'LL DO BETTER (1.1) | dodici

"sono diventato morte"

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"sono diventato morte"

"When the tears come streaming down your face
'Cause you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
What could it be worse?
Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you"
fix you - coldplay

Un anno prima, Skybox

La parete metallica della mia cella stava iniziando a riempirsi di lineette ogni giorno che passava. Era un modo per tenermi impegnata per qualche minuto, un modo per contare i giorni che mancavano alla mia esecuzione. A volte, quando non riuscivo a prendere sonno, iniziavo a contarle, una ad una; solo allora riuscivo ad addormentarmi.

Quella sera lo stavo facendo, trovando impossibile chiudere occhio. Avevo troppi pensieri per la testa, i soliti ricordi che non la smettevano di attanagliarmi lo stomaco e piegare le mie emozioni a loro piacimento.

Mia madre che veniva eiettata davanti ai miei occhi. Mio padre che iniziava a fare uso di antidepressivi e calmanti. Jaha che mi passava accanto e aveva il coraggio di farmi le condoglianze per la perdita. Sinclair che mi diceva di rimanere calma. Io che mandavo tutto a puttane sparando a quella guardia per arrivare al Cancelliere.

La mia vita faceva schifo, tanto valeva farla finita. Avrei dovuto aspettare meno di un anno per il grande giorno.

Tra tutti quei pensieri, non mi accorsi nemmeno che un ragazzo stava facendo capolino dal pavimento sotto il comodino. Mi tirai a sedere sul letto, coprendomi il più possibile con le coperte, e indietreggiai fino a toccare la parete fredda con la schiena.

<<Cazzo>> si lamentò quando la sua testa colpì il comodino. Avevo già sentito quella voce prima d'ora.

Spostò il mobiletto con una mano, mentre con l'altra continuava a tenere aperta la botola, di cui avevo scoperto l'esistenza solo in quell'istante. Poi, uscì fuori e gli occhi azzurri che avevo visto quella mattina si puntarono nei miei.

<<Cosa ci fai qui, sei impazzito?>> sibilai, strabuzzando gli occhi.

Un ghigno gli si formò in volto prima di parlare. <<Ho scoperto che la mia cella è collegata alla tua e a quella di un ragazzo – Miller, credo si chiami –tramite un piccolo tunnel sotterraneo. Quindi, mi sono chiesto "perché non provarlo?">> spiegò, rimettendo a posto il comodino, prestando molta attenzione a non fare troppo rumore.

𝐼'𝐿𝐿 𝐷𝑂 𝐵𝐸𝑇𝑇𝐸𝑅 ¹ ➜ bellamy blake, john murphyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora