ii.ii PERDITE ACCETTABILI

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I'LL DO BETTER (1.2) | due

"Perdite accettabili"

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"Perdite accettabili"

"You tell me that you're sorry
Didn't think I'd turn around and say.
That it's too late to apologize, it's too late"
apologize - one republic

«Liv», una voce mi chiamava, sembrava così lontana.

Quel che prima aveva preso forma di una foresta, ora stava iniziando a girarmi intorno, inghiottendomi come un vortice. «Olivia Williams, ti dichiaro in arresto per l'assassinio di una guardia
Era la voce di Marcus Kane. Ma che ci faceva lì sulla Terra?

«Liv», ancora quella voce. Le immagini diventavano sempre più scure, sempre meno nitide. Mi sentivo inghiottire da una voragine, ma la parte peggiore era che non sapevo come uscirne o come ci fossi arrivata.

«È tutta colpa tua, Liv. Se non avessi aiutato Murphy, noi non saremmo in questa situazione Raven? Era la sua voce? Diavolo, che mi stava succedendo? «Hai scelto lui
«Avrei sempre scelto lui», dissi, ma la mia voce uscì flebile.
Un'esplosione rimbombò per tutto il campo, usciva fumo da un lato della navicella.
«Sei dalla parte dei cattivi, Liv, non lo capisci?»
«Murphy?»
«Resta viva
Mi girava la testa, avevo una voglia matta di urlare per tutta quella confusione, la voce di Murphy ripeteva quelle parole senza mai fermarsi. Poi, mi sentii più leggera. Caddi senza mai atterrare. Aprii gli occhi.

«Liv, hey...», John era lì, accovacciato davanti a me. «Hai fatto un incubo, continuavi a parlare nel sonno», mormorò, mentre io cercavo di calmare il mio respiro. «Senti, dobbiamo andarcene di qui», aggiunse dopo un po'.

«Che cosa? E dove dovremmo andare?», gli domandai, ma prima che il mio migliore amico potesse rispondermi, la figura non troppo alta di un uomo sovrastò quella di Murphy.

«A casa.» La sua voce profonda non mi era nuova, anzi, l'avevo sentita fin troppe volte.

«Kane», borbottai.

«Forza, dammi la mano. Ti aiuto ad alzarti», esclamò l'uomo, porgendomi la mano affinché io gliel'afferrassi.

«Ce la faccio da sola», dissi, alzandomi in piedi e mettendomi a debita distanza da lui.

«Io invece non ce la faccio, quindi se qualcuno fosse così gentile...», si aggiunse il mio amico e, prima che potessi afferargli la mano, Kane lo aveva già tirato su.

Mi guardai attorno e notai Raven sdraiata nello stesso punto di prima. L'unica differenza era la presenza di una donna che le stava parlando. Aveva capelli lunghi e lisci che andavano sul biondo, occhi castani. Non ci volle tanto per capire di chi si trattasse: Abigail Griffin, la madre di Clarke.

𝐼'𝐿𝐿 𝐷𝑂 𝐵𝐸𝑇𝑇𝐸𝑅 ¹ ➜ bellamy blake, john murphyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora