35.

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Sono passati giorni, settimane che lui è partito per l'America.
Non ci sentiamo spesso anche perché non vuole che lo disturbi.

È da un ora che sono seduta nello studio di Alan a fulminarmi i neuroni con cose che lui non vuole fare.
Sbuffo per la centesima volta guardando il computer.

«Allora, hai finito?» Alan entra guardando lo schermo del cellulare.

«Non ho finito proprio un bel niente» butto all'aria quei stupidi fogli e appoggio la testa sul legno della scrivania.

«Su alzati» Alan mi tocca le spalle.

«Giù le mani» gli urlo alzandomi.

«Vai a casa a riposarti» gli sorrido ed esco per tornare a casa.

Prendo un taxi e arrivo all'attico.
Esco dal ascensore e lascio la borsa sopra  un mobile, tolgo le scarpe e mi sdraio sul divano.
Il telefono squilla insistentemente e di controvoglia mi alzo per rispondere.

«Pronto?»

«Cognatina!!!» Urla Melanie facendomi diventare sorda.

«Ciao io sto bene, grazie per averlo chiesto» dico ironicamente.

«Sei invitata alla mia festa dove scopriremo se il bambino è maschio o femmina» urla felice.

«Che bello diventerò zia!» Rido.

«Ti ho già pagato il biglietto, parti domani, controlla le mail e ti voglio bene cognatina» mi saluta e stacca.
Io non mi muovo da qui, sia chiaro.

Sono molto felice che Melanie avrà dei figli ma sinceramente non voglio andare da nessuna parte, voglio stare per conto mio.
Sento sempre una sensazione di fastidio quando sto con gli altri, non sopporto nessuno, non voglio vedere nessuno.

Mi sdraio sul divano e abbraccio il mio cuscino.
Vorrei addormentarmi ma non ci riesco perché sento l'ascensore fermarsi sul mio piano e vedo scendere Vanessa.

«Buon pomeriggio cognatina» mi saluta sorridente.
Com'è che sono diventata la cognata di tutti?
Che poi io e Vanessa non abbiamo niente in comune per essere cognate.

«Che succede?» La faccio accomodare in salotto.

«Io e Wesley ci sposiamo» urla felice.

Vorrei dirle che non credo che si conoscano abbastanza per sposarsi, ma se lo ama.

«Fantastico» sorrido.

«Sono venuta qua perché andremo insieme a scegliere il mio vestito da sposa» batte le mani.

«Ma io non capisco niente di vestiti» la guardo mentre mi trascina verso l'ascensore.

«Su non fare la timida, andiamo» la fermo per mettermi velocemente le scarpe e poi usciamo.
Questa ragazza ha dei seri problemi.

Mentre siamo dirette verso un negozio di abiti da sposa il mio cellulare inizia a squillare.

«Pronto?» Rispondo.

«Piccola, non devi partire per venire alla festa per il figlio di Melanie» la sua voce e tremendamente tranquilla ma le sue parole mi fanno salire l'ansia.

«Io sto bene grazie, anche tu vedo che stai benone» rispondo ironica.

«Ashley dico seriamente, ascoltami» il suo tono si fa più serio.

«E perché?» Faccio una smorfia da dietro il telefono.

«Perché è una messa in scena, vogliono che mia madre mi veda con te.»

Quella maledetta AudiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora