20.

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Ashley

Mi trovo all'areoporto di Miami per partire per l'Europa.
Tra me e te la guerra è aperta Morgan.

Scappo sempre dai miei problemi perché non ho il coraggio di affrontarli.
Non ho ho il coraggio di ascoltare cosa ha da dire riguardo alla questione Vanessa, perché lui non cambierà mai, prova ancora qualcosa per Vanessa e io non posso farci nulla.
Io non voglio essere la seconda scelta di nessuno.
Provo qualcosa per lui lo ammetto, non credo che sia la stessa cosa per lui.
Vederlo mentre si baciava con Vanessa davanti a tutte quelle persone mi ha fatto veramente male.
Ricordando che la sera prima dormiva con me.
Mi ha illusa che tra di noi ci potesse essere qualcosa quando invece pensava ancora a quella victoria secret dei poveri.

Le mie guance sono bagnate dalle  lacrime che sto versando per chi non mi merita veramente. Le asciugo velocemente e ritorno a guardare il monitor delle partenze.
Chiamano il mio gate per l'imbarco.
Tutto si ferma in quel momento.
Molti ricordi riaffiorano la mia mente.

La gara nel parcheggio per ottenere il posto di lavoro.
Le sue provocazioni, i biscotti rubati, i  suoi sorrisi e il bacio a Montecarlo.
Sembra che tutto stia per finire qui...

Salgo sull'aereo, sono seduta in un posto vicino al finestrino accanto a me c'è una vecchia signora.

«Avvisiamo tutti i passeggeri che fra poco partiremo, grazie.» la voce metallica dell'assistente di volo rimbomba in tutto l'aereo.

I motori si accendono e un rumore assordante rimbomba nelle mie orecchie prima di essere in volo.

Ciao America, sicuramente in futuro ci rivedremo, lascio tutti i miei ricordi più belli, quelli più brutti e quella persona che non dimenticherò tanto facilmente per colpa dei momenti che mi ha fatto passare, lui poteva essere la persona per cui la piccola Ash dal cuore freddo come l'Artico poteva provare qualcosa.
Ma non tutto è rose e fiori.
Lottate per vostri sogni e raggiungete i vostri obbiettivi, ma non dimenticatevi delle persone che vi hanno aperto il cuore.
I sto andando a raggiungere il mio obbiettivo, lasciando delle persone che erano diventate dei grandissimi amici e colui che poteva essere veramente importante.

Mi aspettano più di dieci ore di volo in cui la maggior parte del tempo dormirò.

Mi sveglio sentendo la voce dell'assistente di volo che ci informa che siamo atterrati a destinazione.
Francoforte, Germania.
Qui ci sarà il mio futuro team ad aspettarmi.
Sono emozionata all'idea di poter lavorare con dei professionisti, non sto più nella pelle.
Appena arrivo in areoporto mi giro da tutte le parti per vedere qualcuno che conosco.

«Scusami per caso sei tu Ashley Smith?» Un ragazzo alto con i capelli biondi e gli occhi scuri si avvicina sorridendo.

«Ehm sì perché?»

«Piacere sono Wesley uno dei ragazzi che lavorano nel tuo team, il capo mi ha incaricato di aspettarti in areoporto.»

«Oh, ehm, è un piacere conoscerti Wesley» più lo guardo e noto una certa somiglianza con qualcuno.

«Andiamo?»

«Sì, certamente.»
Usciamo fuori dall'areoporto con tutti i miei bagagli e montiamo tutto sopra una Range Rover nera.

«Allora Ashley parlami un po' di te, da un giorno all'altro sei passata ad essere una ragazza normalissima a una ragazza che parteciperà ad alcune delle gare più importanti al mondo. Come ti senti?» Sorride.
È una persona così gentile e simpatica.

«Devo dire che è veramente strano, non mi sarei mai aspettata tutto questo.»

«Questo Ashley potrebbe essere solo l'inizio di tanta strada» constata con un sorriso sincero.

Arriviamo a destinazione, una grande grande struttura tutta fatta di vetro con sopra il nome dalla casa motociclistica.
Redbull Germany.

Entriamo all'interno dove ad accoglierci ci sono tante persone.

«Ben arrivata!» Urlano tutti in coro.

«Grazie mille, grazie a tutti.»sorrido e mi copro la faccia per l'imbarazzo.

Nuova città.
Nuovi obbiettivi.
Nuova Ashley.
Mi ripeto nella mia testa.

Saluto tutti il mio futuro team e il capo e dopo Wesley mi accompagna nella mia nuova casa.
Ci mettiamo d'accordo per incontrarci dopo per mangiare qualcosa perché sembra veramente un bravo ragazzo ed è veramente molto simpatico.

Quando entro inizio subito a sistemare le mie cose poi mi faccio un bagno rilassante visto che c'è una vasca.
La schiuma avvolge come una morbida nuvola la mia pelle, la mia mente si rilassa, nessun rumore, pace.
Quanto tempo che non sentivo questa parola.
Non mi sono mai sentita così leggera.
Mi sembra di stare tra le nuvole, è tutto così tranquillo.
A rovinare il momento è il telefono che inizia a squillare.
Non rispondo e continuo a farmi il bagno, ma il telefono non smette, continua a non finire.

Finito di farmi il bagno mi avvolgo nell'asciugamano e prendo il telefono.
Vedo messaggi su messaggi di Melanie, Tyler e Alessandro.
Blocco tutti e tre i contatti e lascio il telefono da una parte e vado a vestirmi.

Il telefono ricomincia a squillare, è Justin.
Rispondo.

«Dimmi.»

«Ciao Ash come è andata il viaggio?»

«Bene grazie, fra poco esco con un mio amico di squadra.»

«Come si chiama?»

«Wesley.»

«Oh mio dio non ci posso credere con Wesley Hernandez?»

«Ehm sì credo sia lui» rido.

«Senti Ash c'è una persona che vorrebbe parlarti.»

«Ehm okay» rispondo semplicemente.

«Ash.»
La sua voce.
Cosa vuole adesso?
È già tanto che io sia ancora in linea.

«Cosa vuoi?» Rispondo acida.

«Parlare cazzo, te ne sei andata via senza dirmi nulla.»

«Qualche problema? Io credo di no visto che Vanessa con te ci sta proprio bene non credi?»

«Ash per favore ascoltami.»

«Io dovrei ascoltarti? Sei tu che devi ascoltare me. Ti ho scritto un messaggio dicendoti di non cercarmi e tu che fai prendi Justin e cerchi di parlare con me.»

«Scusa, avevo bisogno di sentirti.»

«E io stavo benissimo senza la tua voce irritante di merda» rispondo furiosa.

«Scommetto che ora vorresti solo me accanto a te» ride in sottofondo.
Lo voglio uccidere.

«E io ti dico che non ho bisogno di te e tra noi non c'è nulla.»

«Ahah mi fai ridere sai vorrei proprio essere lì con te.»

«E menomale non ci sei e ora me ne vado, non chiamare più non ti voglio sentire.»

«In realtà stai morendo perché ti manco da impazzire.»

«Non mi manchi per nulla e ora per favore lasciami in pace e vai dalla tua ragazza e lascia vivere in pace le persone.»

«Ciao piccola, mi manchi tanto»

«Vai all'inferno Morgan.» chiudo la chiamata.

Non voglio mai più sentir parlare di te Alessandro Morgan.

Quella maledetta AudiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora