28.

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Ashley.

«Allora Ashley, sei in ottima salute e direi che già da oggi puoi ritornare a casa» mi comunica la dottoressa.
Grazie mille.»

È da più di una settimana che sono qui in ospedale e Alessandro non si è staccato nemmeno un secondo da me.

«Ti aiuto ad alzarti? Ti serve qualcosa?» Domanda a raffica.
«Stai calmo! Sto bene» mi alzo lentamente dal letto.

Firmo le carte e usciamo dall'ospedale.
«Dovrei ritornare in Germania» rompo il silenzio che si è creato in macchina.

«Lo so» guarda fisso la strada.

«Dovrai stare dei mesi a riposo.»
«Lo so.»
«Senti secondo me dovresti lasciar perdere è troppo pericoloso.»

«Spiegati meglio, non ti capisco» lo fissò duramente.

«Mi hai capito benissimo invece, lo fai apposta»
Stronzo di merda!

«Puoi anche lasciarmi in aeroporto, ho un volo per la Germania.»

«Infatti partiremo insieme, io verrò con te.»

«Non riesci a vivere senza di me?» Lo guardo con una faccia dolce.

«Vivo serenamente anche senza di te» mi fa l'occhiolino.
Lo so che non è così, lui senza di me non riesce a stare.

Scendiamo dall'auto e ci dirigiamo verso l'entrata secondaria dell'aeroporto.

«Perché entriamo di qua?» Domando interrogativa.

«Secondo te io non ho un jet privato per portarti ovunque quando vuoi?»
Modesto il ragazzo.

«Tu sei di fuori!»

«Ho tutto ciò che una ragazza possa desiderare» sorride soddisfatto.

«Tranne l'intelligenza, quella ti manca»
Il suo sorriso si spegne e mi guarda serio, mentre io scoppio in una fragorosa risata.
Credo che si sia offeso.
Cerco di stringergli la mano ma la sposta.
Ora abbiamo la certezza che è realmente offeso.

Entriamo dentro il jet e io mi siedo nel posto accanto al finestrino, mentre lui si siede accanto a me.
Guarda il cellulare senza degnarmi di uno sguardo.

«Buongiorno signor Morgan vuole qualcosa da bere?» L'assistente di volo sorride falsamente.
È sta falsa Barbie che cosa vuole?

«No, grazie, Michelle» lui gli sorride.
Cazzo ridi?!
Spacco la faccia sia a te che a quella Barbie rifatta.

Tossisco per attirare la loro attenzione.
Sorrido falsamente alla Barbie rifatta che dopo avermi guardato scappa via.
Fa bene a scappare se no la prendo a pugni.

In pochi minuti decolliamo.
Cerco di appoggiare la testa sulla sua spalla e stavolta non si sposta.

«Hai finito la tua fase permalosa?»

«Io non sono permaloso»

«Come vuoi, ma secondo me sei permaloso e anche tanto. Perché la Barbie rifatta ti stava facendo una radiografia prima?» Domando seria.

«Si chiama Michelle»

«Sai persino il suo nome, deve essere stata una conquista importante» divento rossa dalla rabbia.
«Ci sono andato a letto un paio di volte, non è male.»
Vai a fare in culo coglione di merda!

«SE TI PIACE COSI TANTO VAI DI LA E PORTATELA UN'ALTRA VOLTA A LETTO TANTO NON CAMBIA NULLA, VERO?!» Urlo incazzata.

Mi giro dalla parte del finestrino, cercando di ignorarlo completamente.

Quella maledetta AudiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora