19.

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Alessandro

Cosa cavolo ho combinato?!
Mi sono rimesso con Vanessa solo per far felice la mia famiglia.
Ashley ha visto tutto, è rimasta immobile, poi è arrivato Evans sopra un SUV nero ed è scomparsa.
Ho provato a chiamarla e a mandarle dei messaggi.
È da un ora che sono nel mio studio in preda ai nervi.

La porta si spalanca e entrano Melanie, Tyler e Justin.

«Dobbiamo parlare.»
Alzo lo sguardo e annuisco.
Il primo a parlare è Justin
«Ashley lascia le sue dimission.i»
Che cazzo stai dicendo?!

«Dov'è Ashley?»

«Non lo so e anche se lo sapessi non potrei dirtelo.»

«DITEMI COSA CAZZO STA SUCCEDENDO!?» Urlo incazzato.

«Ashley è partita e non c'è più.»

«È partita?! Senza dirmi nulla.»

«Pretendi anche i cazzo di saluti dopo che l'hai veramente trattata di merda» sputa acido mio fratello.
Ha ragione.

Abbasso la testa e lanciò qualcosa dalla scrivania e mi tiro i capelli.

«Devi calmarti!» Urla mio fratello.

«Non riesco a calmarmi» mi copro il viso con le mani e tiro in pugno al tavolo.
No cazzo, non può essere partita.
Dove cazzo è andata?!

Mi alzo ed esco dall'ufficio sbattendo la porta.
Vedo Vanessa all'entrata principale e quindi decido di uscire da quella di emergenza.
Salgo in auto e premo l'acceleratore il più forte possibile e vado a casa.
Appena entro lancio le chiavi della macchina da qualche parte e salgo su, ma salendo mi viene in mente il momento quando lei per sbaglio stava per cadere e io l'ho salvata.
Tiro un calcio contro la parete.
Entro nella mia stanza e mi tolgo la camicia e guardo allo specchio.
Che cosa ho combinato?!

Mi sono rimesso con Vanessa mentre ieri sera dormivo con Ashley.
Ashley era venuta per me e io l'ho rovinata e se n'è andata.
Per colpa mia.

Prendo il telefono e provo a chiamarla.
Esce la segreteria.
Merda.

«Hey Ash, ho bisogno di parlarti, per favore rispondimi, dimmi dove sei?»
Lancio il telefono, vado giù in giardino e mi siedo sulle sedie di legno e mi accendo una sigaretta.
Aspiro il fumo mentre i miei pensieri vagano e finiscono da lei.
Mi ha fatto vedere il suo sorriso, il suo fottuto sorriso stupendo, spegnersi davanti ai miei occhi e la cosa che mi ha fatto più male è quando l'ho vista salire sul suv scuro insieme ad Evans.
Evans.
Evans saprà sicuramente dove si trova.
Prendo il telefono e compongo il suo numero.
Uno squillo.
Due squilli.
«Pronto?»

«Evans dobbiamo parlare!»

«Morgan che piacere sentirti. Dimmi che succede?»Dice con quella voce irritante.
Mi viene voglia di prenderlo a botte!

«Dove si trova Ashley?»

«Non lo so e anche se lo sapessi non te lo direi.»

«Ascoltami bene bastardo dimmi dov'è o ti prendo a botte!»

«Morgan ascoltami bene. Ho lasciato Ashley in aeroporto ma non so dov'è andata.»

«Com'è che non sapete mai un cazzo? Lei ora è andata, sparita.»

«Non ti preoccupare starà bene»

«Spero tu muoia Evans» spengo la chiamata e butto giù una sedia dal tavolo.
Devo sfogarmi ho bisogno di qualcosa di forte.

Entro in salotto dove si trovano tutte le bottiglie di alcolici pregiati, prendo di tutto e mi butto sul divano.
Butto giù la prima bottiglia di vino rosso.
Mentre il liquido rosso scivola nella mia bocca, per poi pizzicarmi la gola, l'immagine di Evans che sorride soddisfatto mi fa infuriare ancora di più e butto la bottiglia di vetro, mezza piena, facendola frantumare in mille pezzi.
Respiro affannosamente, sul punto di soffocare e apro un'altra bottiglia.
Una dopo l'altra.
Reggo bene l'alcol ma quando alzo un po' il gomito è troppo.

Infatti mi addormento sul divano con tutte le bottiglie di vetro per terra.

Entro dentro un locale e la vedo lì che beve il suo drink, il corpo fasciato da un vestito nero che gli arriva fino alle ginocchia,  le labbra rosèe e carnose si posano lentamente sulla cannuccia del bicchiere e bevono il liquido ambrato, sposta i capelli mossi, castani, dietro l'orecchio.
Si alza, mi guarda, viene vicino a me e va verso un ragazzo che appena la vede la attira per i fianchi e fa combaciare perfettamente le sue labbra con lei, dopo lei sorride abbracciando il ragazzo.
Urlo.
Mi risveglio dal mio incubo e mi massaggio lentamente le tempie che pulsano dal dolore.
Poi mi ricordo cosa ho fatto qualche ora fa, le bottiglie di alcolici per terra e del vetro spaccato in mille pezzi.
Mi alzo inciampando sui miei stessi piedi.
Cazzo.

Devo darmi da fare se rivoglio Ashley indietro.
Tutto ciò non sarebbe mai successo se mio padre non mi avesse fatto fidanzare di nuovo con Vanessa.
Finalmente avevo trovato la mia piccola felicità, Ashley.

Per prima cosa mi faccio una doccia.
In circa dieci minuti finisco.
Mi asciugo i capelli e mi metto i pantaloncini sportivi senza la maglia e inizio a fare mente locale.

Scendo giù e inizio a buttare via le bottiglie di vetro e a pulire le schegge e della bottiglia spaccata.
Faccio schifo.

Dopo aver finito vado sul terzo piano, in palestra, dove consumo tutta la mia rabbia sul sacco di boxe.
Respiro affannosamente.
Non riesco ancora a concepire cosa è successo da un giorno all'altro.

Tiro un ultimo pugno al sacco e poi prendo il cellulare, aspettando un suo messaggio, una chiamata, un qualcosa.

Ma tutto viene smentito quando vedo un messaggio da parte sua nel mio cellulare.
"Per favore non scrivermi più e non chiamarmi, tra noi è finita"
                                                 -ash 

Non è ancora finito nulla, perché non era ancora iniziato.
Ma ti giuro che io sistemerò tutto e inizierà, finirà tutto alla morte, Ash.
Farò ciò che mi rende felice a costo di stare male, da quando ho incontrato Ashley, mi ha fatto tornare il sorriso e mi ha fatto anche male.
Ma stavo bene, stavo con lei e tutto era perfetto.

Accendo la televisione e vedo il telegiornale, qualcosa mi sconvolge.

«La nuova pilota del team tedesco è lei Ashley Smith, diciotto anni, con tanta voglia di vincere e coraggio, una ragazza che potrebbe essere una rivoluzione nel campionato femminile di motogp, arriverà direttamente dall'America nei prossimi mesi e ora passiamo-» spengo la TV e spalanco gli occhi.
Lei è diventata da una ragazza che correva corse clandestine a una nuova promessa della MotoGP?!
Era venuta per questo sta mattina...
Non mi vorrà mai più rivedere, ora ha altro a cui pensare, una nuova vita...
L'ho tradita, si era fidata di me...

Quella maledetta AudiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora