38.

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Ashley.

Il mio corpo è leggero come una piuma.
Il dolore è sparito.

I lividi e le cicatrici sono sparite.
Mi guardo allo specchio mentre indosso un vestito da sposa.
Sento come se il dolore non fosse mai esistito.

«Ashley, sei bellissima amica mia!»

Melanie entra dentro la stanza con in braccio un bambino.

«Com'è cresciuto.» lo prendo in braccio, il bambino mi guarda con i suoi occhioni azzurri e poi inizia a ridere.

«Su muoviti, ci stanno aspettando» riprende il bambino tra le sue braccia.

«Per cosa ci stanno aspettando?» Lei si gira e mi guarda sconvolta.

«Ashley ti stai per sposare! Se no perché avresti un vestito da sposa addosso?!»

Mi sto per sposare?
E soprattutto con chi mi sto per sposare?
Perché mi devo sposare?

«Posso farti un ultima domanda?» La guardo mentre culla tra le sue braccia il piccolo.

«Falla velocemente.»

«Con chi mi sto per sposare?»

«Con Alan, ovviamente.»

La porta si spalanca, Alan e Alessandro entrano nella stanza, mi puntano una pistola addosso.

Sento il mio vestito sporcarsi di sangue, Alessandro ha premuto il grilletto.
Alan lo segue e fa la stessa cosa, stavolta però mi spara alla testa.

Urlo con scarsi risultati.

Mi risveglio tutta indolenzita e con la testa pesantissima.
Sono sdraiata sul pavimento freddo di un magazzino.

Era solo un sogno, sono ancora "prigioniera" dello psicopatico.

Ho il corpo pieno di lividi, tagli, un occhio gonfio e faccio fatica a respirare.

«Amore mio, buongiorno.» Alan entra dentro il magazzino tutto felice.

«Ti vedo migliorata» si abbassa e si avvicina alla mia faccia.

Migliorata un cazzo.

«Sto una favola» sussurro.

«Ora ti prendo in braccio e ti porto da un'altra parte, non ti preoccupare di nulla» fa un sorriso da psicopatico e poi mi prende in braccio.

Mi porta in una stanza luminosa, con un letto e soprattutto del cibo.

«Sistemati, mangia, torno tra un oretta.
Quando torno dobbiamo parlare di una cosa molto importante» chiude a chiave la porta e se ne va.

La prima cosa che faccio è mangiare, perché senza mangiare non mi vengono idee.
Finisco tutto quello che c'è.

Trovo un'altra porta dove mi si presenta un piccolo bagno.
Mi fiondo a farmi una doccia, respiro ancora a fatica ma la testa inizia a farmi meno male.

Rilasso i miei muscoli e mi godo il momento.
Faccio veloce perché voglio anche sdraiarmi sul letto.

Mentre l'acqua calda bagna il mio corpo sento i tagli bruciare.
Non riesco nemmeno a guardarmi, mi sento distrutta, uno schifo.

L'acqua calda si confonde con le mie lacrime.
Mi appoggio alla parete e scivolo giù lentamente.
Perdo tempo.

Non dovrei stare qui a piangere, io non ho fatto nulla, la colpa è tutta di Alan e dei suoi problemi mentali.
Io non ci posso fare nulla.
L'unica cosa che mi pesa in questo momento, oltre ai lividi e tagli è Alessandro chissà cosa starà facendo.

Quella maledetta AudiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora