1- epoca buia

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Nota autore:

Eccomi qui, con una nuova storia dopo tanto tempo. L'aggiornamento capitoli avverrà ogni Lunedì, nel frattempo vi lascio con il primo capitolo. Buona lettura.

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Viviamo in un epoca buia, in cui l'umanità ha dimenticato le piccole meraviglie che la vita ci ha donato. In passato molte cose le abbiamo date per scontato, pensando che qualsiasi cosa accada loro erano sempre lì, a nostra disposizione, come l'oceano e le sue meraviglie. L'odore salato che ti invadeva le narici, la melodia delle onde che si infrangeva sugli scogli, il verso dei gabbiani che sorvolavano l'oceano... La dolce e fresca acqua salata che ti bagnava la pelle. Oramai dopo anni dalla avvenuta della guerra nessuno ricorda tutte queste piccole meraviglie della vita, addirittura le nuove generazioni non sanno neanche più com'è fatto il mare. Io stessa ho ricordi sbiaditi di esso, vaghi frammenti di momenti passati con i miei genitori, mentre giocavo con le onde del mare.

Tutto è iniziato per via della stupidità umana e per la insaziabile brama di possesso. Noi non ci accontentiamo, desideriamo sempre di più ed il risultato delle nostre azioni si ritorce a chi o cosa sta intorno a noi, ignorando cosa sia il rispetto per gli altri e per l'ambiente che ci circonda. Se solo ci fossimo fermati per un solo istante a  pensare alle conseguenze, la natura a quest'ora non si sarebbe rivolta contro di noi. Ora siamo qui, a contatto con una realtà che nessuno avrebbe mai pensato, e tutto a causa nostra.

Per questo delle strane creature che dimoravano nelle profondità degli abissi sono emerse per combattere la piaga dell'umanità, per salvare il loro popolo ormai sull'orlo dell'edizione. Tutto a causa dell'eccessiva pesca per via dei potenti, il quale ignorarono di proposito le conseguenze o più precisamente non avrebbero mai immaginavano una simile reazione a catena. L'eccessiva pesca come ho accennato prima ha portato molte creature marine a morire praticamente di fame, distruggendo poco a poco la fauna marittima, di conseguenza molte creature anno iniziato a mangiare persino i propri simili, ed un caso simile non si era mai riscontrato, nonostante tutti gli avvertimenti dei biologi specializzati nel settore sono stati ignorati, continuando con la loro brama di possesso. Dunque, i Tritoni stufi di morire di fame presero la drastica decisione di saziarsi con noi: anziani, bambini, donne... Chiunque andava bene per soddisfare la propria fame.

Tuttavia, questa motivazione non mi convinceva a pieno, si i media avevano detto così però sentivo che cera di più, non so come, però lo sentivo.

A prova di ciò sta nel giorno in cui la mia vita prese il sentiero della vendetta, all'epoca avevo solo quattro anni e nonostante la tenera età, ancora oggi il ricordo di quel giorno e vivido in me, doloroso come mille lame affilate. ma nonostante ciò il mio passato lasciò interdetti chiunque veniva a conoscenza degli insoliti fatti. Ma partiamo dall'inizio, tutto ebbe inizio la notte del trentun agosto. I miei genitori possedevano una casa sul mare, il quale all'inizio delle vacanze stive le passavamo li, per poi tornare in centro città verso gli inizi di settembre. Quella sera stavamo preparando a malincuore i bagagli per tornare a casa, quando un urlo improvviso proveniente dal salotto attirò la mia e l'attenzione di mio padre. Ci precipitammo in salotto, ma nulla ci avrebbe potuto preparare a ciò che stavamo per assistere.

Per terra vi era mia madre, ancora viva che implorava pietà mentre una strana creatura dalla lunga e nera coda di pesce la stava divorando ancora viva. Mio padre mi urlò di scappare immediatamente, e nonostante avessi voluto aiutarla così feci. Scappai il più lontano possibile da li, nascondendomi in un angolino della cucina in posizione fetale mentre urlavo e piangevo disperata. Fu questione di un attimo che mi ritrovai a pochi centimetri da quell'essere terrificante. I suoi occhi azzurri dal colore innaturale mi fissavano intensamente, facendomi tremare ancora di più dal terrore, i suoi lunghi capelli neri sfioravano il mio viso, intento a fissarmi con freddezza, ma al tempo stesso pieni rabbia. Tuttavia, però... Egli mi lasciò andare, borbottando qualcosa in una lingua a me sconosciuta, per poi fare ritorno nelle profondità del mare.

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