4-e solo una questione di potere

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Passò qualche giorno dalla mia promessa fatta a Rieen, ed essendo di parola usufruì del tempo insieme a Sylas allenandomi con lui, in modo tale da prendere due piccioni con una fava.  In tutto questo, Rieen sapendo quanta fatica compievo nel fare ciò, non mi abbandono neanche un secondo.

Anche se a malincuore dovevo ammettere che allenarsi con il capo branco dava i suoi frutti, era molto forte, più veloce rispetto agli altri suoi simili, in poche parole, si rivelò una mano santa per recuperare il tempo perduto.

Difatti proprio in questo momento eravamo in mare aperto, combattendo assieme senza esclusione di colpi sotto lo sguardo di ammirazione di Rieen, Ryper, Madaz e Belnarn.

Eravamo talmente veloci rispetto ai nostri simili che sembravamo due siluri che si scontravano in acqua, creando onde d'urto talmente potenti da far sobbalzare anche i nostri spettatori. Ci colpimmo ripetutamente senza sosta, ci andavamo sempre più pesanti, colpo dopo colpo e nonostante la stanchezza iniziò a sentirsi, nessuno dei due era disposto ad arrendersi.

I presenti che stavano assistendo il nostro combattimento, rimanevano sempre più impressionati, increduli, su ciò che riusciamo a fare semplicemente portando i nostri corpi al limite fisico.

Ma tornando allo scontro, mi resi conto di non poter continuare così ancora per molto, dovendo ammettere con l'amaro in bocca che era molto più forte di me, ed anche se era solo un incontro di allenamento, dovevo ragionare come se non lo fosse, altrimenti in una situazione del genere, con un nemico, ciò mi avrebbe portato alla morte.

Ridicolo ma vero, anche in questo momento ripensai agli insegnamenti di Garenth, quand'ero bambina mi ha fece studiare un po' di fisica e ciò mi ricordò il mio piccolo esperimento su come creare tornadi subacquei. All'epoca usai una bottiglietta, ma sfruttando la mia velocità in questa forma, se utilizzata in maniera crescente, avrei potuto far rotare il liquido perpendicolarmente al suo asse, creando così un vortice abbastanza potente da potermi tornare utile in battaglia in casi come questo.

Ma fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, non era affatto semplice trovare la giusta angolazione in mare aperto, e considerando che non avevo più tempo per pensarci su ero costretta ad agire,

così, sotto lo sguardo confuso di tutti iniziai a guardarmi in giro per assicurarmi di non colpire innocenti, ma divennero ancora più perplessi, quando iniziai a roteare su me stessa, creando dei piccoli cerchi allargandomi poco alla volta, sempre rimanendo sullo stesso punto ed aumentando la velocità poco alla volta. Purtroppo, come da aspettarsi, il primo tentativo non funzionò,  ottenendo l'unico risultato di rendermi ridicola difronte a tutti.

Forse non andavo abbastanza veloce? Molto plausibile, così con un potente colpo di coda aumentai a dismisura la mia velocità, fino a quando non riuscì a creare un vortice di modeste dimensioni, a quel punto mi fermai, continuando a plasmare il vortice con le mani come se fosse di creta per poi spingerlo nella direzione di Sylas.

Ovviamente non lo feci così potente da fargli del male, anche se volevo vincere rimaneva comunque un allenamento, pertanto mi limitai a sbalzarlo chilometri da me.

Ci fu qualche minuto di silenzio, ma dopo essersi ripresi i miei spettatori mi trascinarono in superficie con occhi scintillanti, per poi chiedermi se ciò che avevo fatto era una mezza specie di magia.
Nel frangente che ricevevo domande su domande, andare Sylas emerse insieme agli altri, però egli sembrava più orgoglioso che sorpreso, anche se si capiva dallo sguardo che non aveva la più pallida idea di come avessi creato quella cosa. Così placando gli animi feci cenno a tutti di tacere in modo tale da spiegare con accuratezza ciò che era appena accaduto, ed una volta che ci fu silenzio iniziai con la mia spiegazione:

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