8-missione suicida

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Nota autore:

Vi chiedo scusa, Purtroppo questo capitolo mi è uscito più lungo del solito. Andando a scrivere, ed immergendomi nella storia non mi sono neanche resa conto di quante parole ho scritto. Male che vada, Se è troppo lungo lunedì prossimo non aggiornerò e rimanderò ma lunedì che segue. Buona lettura e spero che questa storia vi piaccia.

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È passata una settimana dalla furiosa litigata con Rieen, ed allora non andai più ai nostri incontri come da accordo, non volevo vederlo per paura di una mia reazione negativa, non sapevo come comportarmi con lui né tantomeno se potevo fidarmi, dunque decisi di prendere un po' di tempo per me stessa a riflettere sul da farsi.

Nel frattempo ero andata all'aeroporto di Osaka ad aspettare con trepidante attesa dell'arrivo del mio generale preferito, ovverosia il mio maestro Garenth. Difatti quando richiesi l'aiuto di un altro soldato specializzato, mi riferivo proprio a lui, non vi era nessuno più capace e fidato del mio Garenth.

E poi se vogliamo dirla tutta in questi mesi mi era mancato talmente tanto da farmi quasi morire di dolore, per me non era solo un generale da rispettare, ma bensì lo amavo come un padre. Dunque era normale il mio buon umore di questi giorni, mi sembrava di toccare il cielo con un dito.

Tuttavia nessuno sapeva qui ad Osaka della mia relazione paterna fra me ed il generale, pertanto mi fissavano con enorme stupore cercando di capire chi o cosa avesse tanto potere su di me da farmi sorridere in questo modo. Solo Izumi ne era al corrente, considerando che ormai eravamo praticamente amici, era normale che non avevo più segreti con lui.

Anche in questo momento mi aveva accompagnato all'aeroporto per dare il ben venuto a mio padre, e per qualche strana ragione era molto ansioso di conoscerlo.

<<Tra quando sarà qui?>> chiese Izumi con i nervi a mille.

<<Tra qualche minuto, mi ha appena scritto>> risposi con tranquillità. Ma notando il suo sguardo cadaverico cercai di calmarlo appoggiando una mano sulla sua spalla per poi aggiungere con tono ironico: <<Si più rilassato, mica gli devi chiedere la mia mano, su via. Può sembrare cattivo all'inizio ma in realtà e molto amabile se ci entri in armonia>>

Il mio tentativo di provare a calmarlo po' fini miseramente, con l'unica conseguenza che si agitò più di prima, iniziando a borbottare strane parole nella sua lingua dette a raffica. Siccome mi faceva molto pena stavo per fare già un altro tentativo, quando la figura di Garenth vista da lontano, prese possesso delle mie emozioni, e senza pensarci due volte mi gettai a capofitto tra le tue braccia, cosa che gli ricambiò con grande gioia, facendomi fare una piccola giravolta proprio come quando ero solo una bambina.

Egli mi guardò teneramente negli occhi, per poi dirmi con tono gioioso:

<<Dio come mi sei mancata ranocchietta>>

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