2-Siete pazzi?

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Nota autore:

Ecco il secondo capitolo del sequel di Abyss, spero che vi piacerà come il primo detto ciò buona lettura e grazie per la pazienza.

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*Nel frangente dal punto di vista di Izumi*


Ero riunito con gli altri membri della sezione A6 per tenerli aggiornati sulle cose da fare, ed anche per informarli sulle condizioni di Emily.

Erano tutti preoccuparti per lei, in più si sentiva la sua mancanza al comando, per quanto cercasi di prendere momentaneamente le sue redini non era lo stesso, le indagini andavano a rilento ed ogni volta che pensavamo di fare un passo avanti, ci ritrovavamo in un buco nell'acqua.


In più a complicare le cose vi era il Generale Garenth, da quando Emily se n'era andata non era più lo stesso, sì, è sempre stato un uomo spregevole e severo, tuttavia ora stargli vicino era peggio dell'Inferno: ci riempiva di allenamenti, ci osservava ventiquattr'ore su ventiquattro; in verità, credo che sospettasse di noi, eppure qualcosa non mi convinceva, perché oltre a tenerci d'occhio non si limitava a fare altro. In più, sospettavo che quel giorno, quando ferì Emily, lo fece a posta a darla a me sapendo del legame che ci univa. Ma nonostante ciò, non sapevo se fidarmi di lui o meno, perché le sue azioni erano troppo contrastanti, specialmente dopo le riunioni con i generali più potenti, sembrando molto aggressivo verso i confronti della sua ex-prediletta.

<<Izumi! Dobbiamo iniziare la riunione, non abbiamo molto tempo>> Mi riprese un mio collega.

<<Perdonatemi ero sovrappensiero. Iniziamo immediatamente>> dissi scusandomi con i presenti per poi andare dritto al punto: <<Come ben sapete Emily è momentaneamente fuori dai giochi, però si riprenderà presto, nel frattempo toccherà a noi andare avanti con le indagini, dobbiamo farlo per lei, siete tutti con me?>>
ci fu un coro d'approvazione, e senza perdere altro tempo iniziai con la suddivisione dei compiti, indicando il primo gruppo da dieci:

<<Voi dovete scoprire che fine fa tutto il pesce, i mari sono vuoti, privi di vita e ciò non è normale. Dovete scavare nei database del computer, hackerate, cercando di scoprire anche il più piccolo dettaglio che può tornarci utile>> il primo gruppo acconsentì e senza perdere ulteriore tempo, passai al secondo gruppo da dieci dicendogli:

<<Il vostro compito consiste nel rintracciare tutti gli S6 sparsi per il mondo, so di chiedervi molto, ma non possiamo vincere questa guerra in minoranza come siamo, per convincerli ci penserà Emily quando sarà tornata in se, nel frattempo voi potete portarvi avanti?>> chiesi speranzoso e loro, esattamente come il primo gruppo annuirono immediatamente, per poi dire hai restanti: <<Voi invece sorvegliate il generale Garenth, non so perché, però non me la raccolta giusta e poi non possiamo correre il rischio di essere scoperti>> detto ciò finì il discorso annunciando a tutti:

<<Io invece andrò all'incontro con Rieen per aggiornarlo sugli ultimi sviluppi e le decisioni prese>>.


Spero solamente che Emily si riprenda presto, non so quanto potrò durare di questo passo.



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*dal punto di vista di Madaz*

Dopo che Emily picchiò suo padre, raggiungi immediatamente Sylas per accettarmi che stesse bene. Come pensavo se ne stava sulla sua pozza personale a fissare il nulla, con un'espressione depressa.

Mi dispiaceva vederlo in quello stato, aimè potevo far ben poco per lui, se non stargli accanto e tentare di consolarlo.

Avrei voluto dirgli che era solo questione di tempo, che doveva soltanto aspettare e far sì che Emily lo accettasse, ma era passato un anno da allora ed ancora lo trattava come un estraneo, ed era questo a fargli più male perché fra tutti i figli che ha, lei era la sua preferita, ormai era chiaro a tutti, purtroppo per lui il sentimento non era reciproco.

Non sapevo proprio cosa dirgli per tentare di tirarlo su di morale.

I primi tempi gli dissi di passare più tempo con lei, in modo tale da instaurare un rapporto con sua figlia, purtroppo però vi erano due problemi: Il primo era suo figlio che non la lasciava solo un secondo, evitando che suo padre gli mettesse pressione, la seconda motivazione, ma la più importante riguardava il generale che l'ha cresciuta, la delusione ricevuta ha spinto quella ragazza a chiudersi in se stessa.
Sì, io stesso avrei potuto anche parlargli per tentare di mettere una buona parola nei confronti del capo branco, ma lei si sentì tradita anche da me, ed ogni qualvolta che tentavo di avvicinarmi come avvertimento mi ringhiava contro, come per farmi capire che se solo mi azzardavo ad avvicinarmi, lei mi avrebbe ammazzato.

Quello che Emily non capiva è che Sylas avrebbe voluto dirgli la verità fin da subito.

Ricordo anch'io quel giorno come se fosse ieri, me ne stavo tranquillamente a fare i fatti miei, quando vidi Rieen entrare nella grotta con una sirena al suo fianco, proclamandola sua compagna, tuttavia lei fin da subito mi sembrò film troppo familiare, nonostante la coda inusuale.

Fu questione di istanti per ricordarmi immediatamente chi era, così come per Sylas, che in preda all'emozione tentò disperatamente di portarla in un luogo appartato per raccontarle tutta la verità, temendo, che se avesse messo piede fuori di lì non l'avrebbe più rivista. Vi era anche da comprenderlo, in fondo gli era stata portata via quando era ancora una bambina, anzi no, una neonata.

Posai una mano sulla spalla del mio amico, ed una volta attirava la sua attenzione, provai a dirgli per rincuorarlo:

<<So che il vostro non è un rapporto semplice da gestire, tuttavia la conosco abbastanza bene da sapere che se le dimostri le tue reali intenzioni, non dico subito, ma pian piano si lascerà andare anche con te>>

Sylas mi guardò come se fossi un idiota, per poi rispondermi con tono ovvio: <<Come faccio a dimostrarle le mie buoni intenzioni se neanche posso avvicinarmi?>>

Sylas si lamentava molto di suo figlio, diceva che era irrispettoso, frettoloso ed incosciente, ma la verità e che quando si trattava di voler qualcosa che non riuscivano ad ottenere erano fin troppo uguali, l'unica differenza fra Sylas e Rieen? Consiste che almeno il figlio non si arrende ai primi ostacoli, a differenza del padre che era già pronto a gettare la spugna. Così gli ricordai che sua figlia inizialmente odiava Rieen, non si fidava di lui, discorso che valeva anche nei confronti del piccolo Ryper, ma adesso erano gli unici cui potevano avvicinarsi a lei.

Sylas mi guardò con aria cupa, per poi bofonchiare che non sapeva neanche come prendere sua figlia essendo così testarda, così eccessivamente guardinga. Ci riflettei per un po', per poi proporgli di portarla alla tomba di sua madre, forse avrebbe potuto interessarle e se proponeva anche a Rieen di venire con loro, forse sarebbe riuscito a passare un po' di tempo con lei.

Sì, non c'era la certezza assoluta che sarebbe bastato per farla avvicinare a lui, però visto che l'avevamo provate tutte valeva la pena tentare. Anche perché, dopo tutto questo tempo a soffrire in silenzio, Sylas meritava un po' di felicità.

***********
*Emily*

Stavo combattendo contro me stessa per cercare di affrontare i miei problemi, solo così potevo rialzarmi e sbattere in faccia la verità al mondo intero, ma non era affatto semplice, non solo per il piano impossibile, ma anche perché, non riuscivo a trovare una motivazione valida per combattere, non dopo che tutte le mie certezze erano state distrutte.

A distrarmi dai miei pensieri questa volta non fu Rieen, ma bensì Sylas che accompagnato da Madaz, mi vennero incontro con una strana luce negli occhi. Sicuramente si trattava dell'ennesimo tentativo di avvicinarsi a me, eppure come una stupida pensai che i pugni di prima lo avrebbero aiutato a capire di starmi lontano, ma a quanto pare il detto era proprio vero, tale padre tale figlio.

Anche Rieen all'inizio non voleva capire di starmi lontano, ma l'unico motivo per cui accettai la sua presenza era per il bene della missione, che grazie al tempo trascorso insieme sono riuscita a vedere com'era veramente, cio che all'inizio l'odio nei suoi confronti non mi permetteva di scorgere. Ma per Sylas e Madaz il discorso era diverso, loro hanno sempre saputo chi ero, tuttavia hanno ben pensato di tenermelo nascosto, per questo non potrò mai perdonarli, la differenza sta appunto in questo, Rieen per quanto fastidioso ed appiccicoso sia, è sempre stato sincero con me.

Per far capire loro di non avvicinarsi ulteriormente emisi un ruggito animalesco e funzionò, perché da li in poi non osarono andare avanti, tuttavia nonostante non potessero avvicinarsi, Sylas prese parola, proponendomi con tono timoroso e speranzoso al tempo stesso:

<<So che non sopporti la mia vicinanza, però volevo portarti in un luogo che tu devi assolutamente visitare. Se non vuoi stare sola con me, può venire anche Rieen se ciò ti fa stare più tranquilla>>

Guardai Sylas con la coda dell'occhio mentre Rieen tentava di placare il mio nervosismo con delle dolci carezza dietro la schiena, come per dirmi che lui era lì, in caso ne avessi avuto bisogno.

Gli rivolsi uno sguardo complice, ringraziandolo con gli occhi di tutto ciò che faceva per me, che nonostante il mio carattere mi rimaneva comunque accanto, sostenendomi incondizionatamente. Anche se, ogni tanto ne approfittava, potendo benissimo evitare di allungare le mani  dove non doveva, ma non potevo lamentarmi più di tanto, in fondo Rieen era l'unico che mi proteggeva costantemente durante questo mio periodo di vulnerabilità. 

Ma tralasciando questi futili dettagli, lo afferrai delicatamente per un braccio e guardandolo intensamente negli occhi, gli feci capire se voleva venire con me, essendo che mi fidavo solo di lui e come ogni volta non servirono le parole talmente eravamo in sintonia, difatti parlò per me rispondendo a suo padre con tono guardingo:

<<D'accordo veniamo>>

Persino Sylas e Madaz si guardarono con sguardi stupiti, sconvolti dalla nostra complicità emotiva, ma non dissero niente a parte farci segno di seguirli.

*****

L'andata fu davvero molto imbarazzante, nessuno parlava e non perché ancora non sapevo parlare la loro lingua, ma bensì perché vi era molta tensione fra noi, era talmente densa che si poteva tagliare con un coltello. Nuotammo in queste condizioni per un altro po' prima di raggiungere a destinazione, precisamente ci trovavamo allargo della spiaggia di Tauri, dove l'acqua era più alta.

I due tritoni finalmente si fermarono, rimanendo fermi a fissare una strana pietra ormai ricoperta di alghe, circondata da un immensa barriera corallina che le faceva da cornice. Lo spettacolo era davvero incantevole, sembrava quasi un dipinto, però proprio non capivo del perché mi avessero portato qui, sì, era bello però non capivo lo scopo di tutto ciò.

Ero davvero confusa, tuttavia i miei dubbi vennero chiariti quando li guardai, stavano unendo le mani fra di loro come si farebbe durante una preghiera, lì capì dove mi avevano portato, questa era una tomba, ma cosa c'entrava tutto questo con me? Rivolsi a Sylas uno sguardo confuso, ed egli senza farselo ripetere due volte indicò la tomba per poi farmi cenno di emergere per poter parlare con me. Appena lo raggiunsi non perse tempo, ed iniziò subito a chiarire le mie domande:

<<Pensavo che sarebbe stato carino farti conoscere tua madre, sai lei ti amava più di ogni altra cosa al mondo>> fece una breve pausa, per poi aggiungere con tono roco: <<Infatti ha dato la sua stessa vita per salvarti, anche se poi è andata come sai>>.

Guardai meglio sotto di me, intravedendo la tomba il quale era il luogo di riposo di mia  madre, poi guardai meglio anche Sylas, egli sembrava un uomo tormentato da mille dolori, ma soprattutto si percepiva tutto l'amore che provava ancora per quella donna, si capiva dal suo sguardo così simile a quello di Rieen quando mi guardava. Eppure, anche se mi dispiaceva per ciò che stavo per pensare, io non sentivo affetto per lei, in fondo non l'ho mai conosciuta dunque ai miei occhi era un estranea, però questa donna aveva dato la sua stessa vita per me, ed io ero qui, a fissare quella lapide improvvisata senza alcuna emozione. Forse c'era qualcosa di sbagliato in me, come potevo essere così fredda? Come potevo non provare gioia nei confronti di quella donna? La verità, secondo me è che tutti quegli anni a reprimere le mie emozioni nell'esercito mi avevano tolto anche la mia umanità, dunque ciò faceva di me un mostro?

Rieen premuroso come sempre si accorse immediatamente del mio stato d'animo, precipitandosi immediatamente al mio fianco posando il suo braccio attorno alle mie spalle, per poi stringermi forte a se. Ero felice che fosse qui con me, però ad essere onesti se in questo anno lui non fosse stato accanto a me, non so neanch'io come avrei reagito, forse mi sarei anche tolta la vita.  Difatti, più di una volta il suicidi accarezzò i miei pensieri, ma ogni volta che accadeva lui era affianco a me, ricordandomi che non ero sola, così come anche il piccolo Ryper del resto, che per rendere quel pesce disgustoso più appetibile, si avvicinava hai gaiser per cucinarlo.

Per questo anche se più volte volevo farla finita, con i loro gesti mi dimostravano che sì, ero stata tradita da una persona a me importante, ma loro no, non lo farebbero mai.

Stavo lì, immobile a fissare la tomba immersa nei miei pensieri, quando una voce in lontananza attirò la mia attenzione.

Mi voltai di scatto verso la direzione della vece a me familiare sciogliendomi così dell'abbraccio di Rieen. Egli provò a chiedermi cosa avessi, così come Madaz e Sylas ma come se stregata mi diressi in quella direzione, non lasciando altra cosa da fare a Rieen egli altri di seguirmi, visto che non davo spiegazioni.

Non ci misi molto ad arrivare a quanto pare ero davvero veloce a nuotare, così veloce che gli altri dietro di me fecero fatica a starmi dietro. Tuttavia non era questo il punto, perché davanti ai miei occhi vi era una scena al quanto singolare.

Sulla riva della spiaggia vi era Izumi, intento ad urlare a squarciagola al povero Ryper, dandogli del pazzo più e più volte.

Incuriosita da ciò che stavano parlando feci cenno agli altri di stare zitti con l'indice mentre mi avvicinavo nella loro direzione:

<<Ti rendi minimamente conto di ciò che mi chiedi di fare? No, non se ne parla, non dopo ciò che ha fatto ad Emily>> urlò Izumi in prenda ad una crisi di nervi.

<<Izumi cerca di capire>> tentò di calmarlo Ryper, per poi proseguire nel suo discorso: <<Ciò che sto chiedendo non deve avvenire in un futuro immediato, ma dargli di nuovo uno scopo, solo l'idea di poter dire al generale Garenth tutta la delusione che le ha causato, potrebbe spronarla a parlare di nuovo, anche se ciò potrà accadere fra un anno, due o anche tre, solo la speranza di poterlo fare potrebbe aiutarla in questo stesso momento>>

Izumi nonostante il suo discorso era ancora fortemente contrario al riguardo, ritenendolo un pazzo sconsiderato. Egli stava già per intervenire nuovamente, ma fu interrotto da Belnarn, ripetendo il discorso di Ryper, ma meglio argomentato:

<<Quello che Ryper vuole dire è che se diamo la possibilità a quella ragazza di sfogarsi con il diretto interessato, forse potrebbe riprendersi. Il piccoletto afferma che il suo malumore è dovuto per via del suo carattere testardo ed autoritario, lei ha bisogno di dire a Garenth quanto l'ha delusa, che lo considerava un mito e lui ha distrutto questa convinzione, che la lusingata di belle parole per così tanto tempo, per poi dimostrarsi mere menzogne, solo l'idea di poterlo fare, anche in un lontano futuro potrebbe aiutarla, ecco cosa voleva dire, e a parer mio anche se rischiosa questa idea potrebbe funzionare>>

Rimasi ad ascoltare la loro conversazione quasi estasiata, sentì scattare qualcosa dentro di me, era come se una fiamma si fosse riaccesa sentendo le loro parole, ed anche se gli altri erano fortemente contrari come Izumi, io ero d'accordo con Ryper e Belnarn.

Avere la possibilità di dirgli tutto ciò che mi ha causato mi poteva realmente aiutare, sì di certo non mi aspettavo le sue scuse, però quando mi ferì non ebbi il tempo di dirgli tutto quel che pensavo perché egli mi pugnalò, facendomi perdere così via i sensi. Forse l'idea di Ryper non era così bislacca... forse era questo che mi serviva.

Mi feci avanti verso di loro, attirando così la loro attenzione mostrandomi ai presenti. Izumi non sembrò molto sorpreso nel vedermi in questa forma, inizialmente ne rimasi sorpresa, poi però pensai che mentre ero prima di sensi forse mi aveva già visto, così senza perdere altro tempo e la forza ritrovata dissi a gran voce lasciando i presenti di sasso:

<<Ci sto, facciamolo>>

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