4-facciamo un patto?

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Il giorno seguente, come designato dal programma andai da sola alla spiaggia di Awajishima, in teoria sarebbe dovuto venire anche Izumi con me, purtroppo non essendo abituato ad i miei ritmi, quest'oggi non riuscì neanche ad alzarsi dal letto per via dei dolori muscolari. Eppure gli avevo detto di non strafare.

Ma tornando a noi ad Awajishima si possono trovare piccole e deliziose spiaggette, ed essa è su un’isola nella baia di Osaka, in passato facilmente raggiungibile grazie ad un traghetto. Oggi come oggi, vi era impossibile raggiungerla per via della legge del duemila e due che vietava tutti gli sbarchi in mare, fatta ad eccezione dei veicoli militari, ed è appunto perché facevo parte del plotone dell'élite che mi era permesso raggiungerla, non essendo un viaggio di piacere ma bensì per lavoro.

Il mio intento era quello di trovare un altro esemplare di quelle bestie per studiarlo ed analizzarlo, meglio ancora visto che comprendevano la nostra lingua anche di trovare un possibile accordo fra le nostre specie, anche se l'ultima opzione sembrava quasi fantascienza per la mia mente, non potevo neanche escluderla, nonostante l'odio ed il rancore che provavo per l'oro, evitare perdite superflue era l'opzione migliore. In più, essendo un isola impossibile da raggiungere dai comuni civili ed anche dalle forze armate di Osaka, non essendo preparate per quanto scopo ero più che certa di poterne trovare un'altro. Ma se dovevo essere onesta, speravo con tutto il cuore di trovarne uno in particolare, per sbudellarlo vivo esattamente come lui fece con i miei genitori. So benissimo che dovevo trovare una soluzione possibilmente pacifica, tuttavia nessuno mi vietava di sognare.

Per questo viaggio, mi era stato affidato un mezzo militare appositamente creato dalla scienziata Scarlett il quale non emetteva alcun suono, per evitare di essere attaccati in mare aperto. Tuttavia, sia quando misi piede in spiaggia, che durante il tragitto avevo la strana sensazione di essere osservata, droni in quest'area non erano previsti, ed era anche impossibile che un Tritone mi stesse seguendo, perché in tal caso mi avrebbe già attaccato da un pezzo. Esclusi anche la teoria di essere nuovamente pedinata da Akihiko, considerando che dopo l'umiliazione di ieri si chiuse nelle sue stanze, non volendo accettare di essere stato salvato da una donna.

Ma allora perché avevo questa strana sensazione? Mi stavano davvero seguendo? E se si, chi era? Provai a guardarmi in giro senza ottenere nessun risultato.
Decisi di rimanere vigilie senza scervellarmi più di tanto, tornando così a concentrarmi sul lavoro, anche perché ero anche arrivata a destinazione ed avevo troppe cose da fare.

Con mia immensa sorpresa le spiaggie erano stranamente deserte,tuttavia in alcuni punti era umida, dunque questo mi fece capire che  fino a qualche attimo fa si trovavano qui. Possibile che mi avessero sentita arrivare? Eppure i lavori di Scarlett non deludevano mai, ma allora come avevano fatto a sentirmi? Possibile che la risposta coincideva con la mia strana sensazione di un essere seguita? Ma allora perché ha dato l'allarme e non mi ha attaccato? Tutto questo non aveva senso.

Mq prima che potessi stabilire una qualsiasi ipotesi delle grida disperate giunsero al mio orecchio, voltandomi immediatamente nella direzione dei suoni per capire cosa stesse succedendo.

Con mio grande stupore intravidi un bambino dai capelli biondi e dall'aspetto molto esile, con un età compresa più o meno fra i sette o i sei anni che urlava come un disperato per via di un enorme squalo, il quale si avvicinava sempre più al ragazzo.

Come diavolo era arrivato un bambino fin qui? Per di più quello sconsiderato si era anche tuffato in acqua. Non sapevo cosa fare, ero combattuta, da questa altezza non riuscivo a vedere se era un Tritone o un umano, ma davvero volevo correre il rischio di far morire un bambino solo per l'incertezza che potesse essere uno di loro?

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