19-E stata tutta un illusione?

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Nota autore:

Per via che sto cambiando l'attività in un altra zona sarò meno presente, ma appena possibile cercherò di aggiornare ogni settimana.

Detto ciò, buona lettura.

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Dopo essere stata scoperta da Scarlett, cercai di accelerare il passo, per quanto mi era possibile perché i condotti di areazione erano talmente scomodi da percorrere, da rallentarmi nell'operazione. Mi preoccupava maggiormente, che la scienziata sapesse del mia irruzione alla base di Osaka, sì, non chiamò le guardie; tuttavia la cosa non mi tranquillizzava affatto.

Ciò che mi diede da pensare fu la sua reazione, sembrava molto sconvolta dai miei file, come se avesse capito un qualcosa a me ancora ignaro. Le sue parole in special modo mi assillavano le meningi:

"Alcune volte è meglio non sapere e vivere dentro una meravigliosa bolla di sapone, piuttosto che affrontare la cruda verità"

Erano riferite a me le sue parole? Ma soprattutto a quale verità si riferiva?! Non riuscivo proprio a capire come la verità potesse essere sconcertante, perché essa stava alla base di ogni cosa, io stessa l'avevo cercata in ogni situazione. Eppure, secondo Scarlett questa verità sarebbe stata scomoda, perché? Tutto questo avrebbe dovuto come minimo preoccuparmi o intimorirmi, invece mi sentivo elettrizzata, più determinata di prima nel voler svelare i segreti dello stato, ma evitarli non sarà semplice, visto che avevano aumentato ancora di più la sorveglianza.

Mentre cercavo di raggiungere su come entrare senza essere scoperta, questo mi riportò a due anni fa. Dovevo andare in Iraq, per recuperare dei fascicoli in una base militare nemica. Per evadere la sorveglianza indossai una delle loro uniformi, rubata in precedenza ad un altro soldato, così facendo potetti avvicinarmi alle due guardie che stavano sorvegliando i fascicoli, mettendoli fuori combattimento per poi tagliare una mano ad uno dei due, ed usarla per aprire la serratura ad impronta digitale.

In questa base non vi erano simili serrature per mia fortuna, bastava un semplice tesserino facile da procurarsi, il problema persisteva nel numero di guardie, vi erano una decina e non volevo ucciderle, per questo passare in osservata era al quanto improbabile.

Non volevo uccidere un mio ex-compagno d'armi, loro si limitavano ad eseguire gli ordini imposti dai superiori, proprio come facevo io, per questo decisi che gli avrei solamente feriti, magari agli arti o alle gambe, così facendo avrei potuto proseguire con la mia missione. Ci pensai su per qualche altro minuto, cercando di trovare una soluzione migliore, ma quello rimaneva l'unico modo, non potevo uccidere degli innocenti, andava contro i miei valori.

Dopo che quelle a me sembrarono ore a percorrere quei dannati condotti ero quasi arrivata a destinazione, ma qualcosa sotto di me catturò la mia attenzione, ci misi un po' per capire chi era per via delle piccole grate ma dopo qualche secondo lo individuai, era Izumi? Che ci faceva lui di ronda al dodicesimo piano? Di solito non usavano mai dei novellini per missioni di questo calibro, specialmente se l'obbiettivo era una "terrorista". Ovviamente non pensai neanche per un secondo che fosse contro di me, però volevo parlare con lui, ma come potevo attirare la sua attenzione? Mi guardai la divisa e presi una vecchia spilla che mi diede il sindaco come riconoscimento, presi la mira e la lanciai sulla testa del mio amico.

Appena alzò lo sguardo, mi guardò per qualche secondo con un espressione sorpresa, non si aspettava di vedermi in quello spazio angusto, ma non avevamo tempo da perdere così prima che Izumi attirasse l'attenzione di altri soldati li feci cenno di raggiungermi al bagno dei maschi, il quale era poco distante da noi. Vicino ad esso vi era anche uno sgabuzzino, ma pensai che non fosse il caso, altrimenti avrebbe attirato troppo l'attenzione, visito che era solo per il personale addetto alle pulizie.

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