6- Patto con il nemico

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La mattina seguente prima di mantenere fede alla promessa fatta a Rieen dovevo svolgere alcuni doveri tra cui: allenare le nuove truppe, allenarmi, e per non parlare dell'ennesima riunione per discutere dei fatti di ieri. Ogni giorno non avevo un minuto di respiro, ma è altrettanto vero che vi ero anche abituata, tuttavia considerando i miei innumerevoli impegni mi portò a pensare che fargli quella promessa forse non era stata una buona idea. Ero troppo indaffarata, non tralasciando il fatto che non avevo la minima voglia di vederlo, il suo viso assomigliava troppo a quello di suo padre, non che l'assassinio dei miei genitori.

È altrettanto vero però, che se guadagnavo la sua fiducia forse sarei riuscita a farmi dire come raggiungono anche il centro città, e questo faceva anche parte della missione, per non parlare della possibilità di un accordo di pace e mettere finalmente fine a questa guerra che stava portando i cittadini sull'orlo dell'esasperazione.

Tuttavia non riuscivo comunque a nascondere la fatica che compievo a dialogare con quegli esseri, il dolore, il rancore, la rabbia si facevano sempre più opprimenti, ma avevo fatto una promessa a Garenth, e dovevo rispettarla. Così anche se controvoglia decisi di presentarmi all'appuntamento.

<<Emily>> mi chiamò una voce allegra alle mie spalle.

<<Izumi>> gli risposi sorridendo, per poi aggiungere con tono scherzoso: <<Ti sei mentalmente preparato per l'addestramento di oggi?>>

Egli scoppiò a ridere e seguendomi nella sala centrale mi rispose con ironia: <<Persino Budda perderebbe la pazienza con i tuoi massacranti addestramenti>>

Scoppiai a ridere di gusto alla sua risposta, era semplice parlare con lui, è u  ragazzo molto alla mano, ma soprattutto estremamente disponibile, e per ultimo ma non meno importante, non aveva perso l'ironia nonostante i tempi bui che stavamo affrontando, questa era una delle qualità per cui lo invidiavo. Persino Garenth mi sgridava alle volte perché ero troppo rigida e non mi divertivo mai, più che altro non sapevo farlo essendo cresciuta con l'unico scopo di servire la nazione, perciò la compagnia di Izumi era sempre ben gradita.

Tuttavia per rispettare il programma non potevo perdere ulteriore tempo, così risposi ad Izumi che il momento dei giochi era finito, ordinandogli di mettersi immediatamente in riga con gli altri suoi colleghi per poter iniziare l'addestramento. Ma prima di ciò, decisi di intraprendere prima una piccola spiegazione essenziale per sopravvivere in un eventuale avvistamento:

<<Prima di iniziare ci sono alcune cose che dovete sapere per potervi difendere al meglio contro i Tritoni>> ad interrompermi fu un brusio di voci contradditorie, sentendosi offesi perché non li ritenevo capaci di fare una cosa così semplice come tutelarsi.ovviamente ero indignata dal loro comportamento inaccettabile, non potevo tollerare che mi mancassero di rispetto in questo modo, pertanto meritavano una dura lezione, alchè indicai un soldato a caso e gli domandai a muso duro:

<<Sei in mare, per una ragione o per l'altra ci sei finito, un Tritone o una sirena ti sta attaccando, nella fretta di colpirlo dove spari? >>

Egli non capendo la difficoltà della domanda rispose con ironia, facendo ridacchaire anche i suoi stupidi amici: <<Bhe di certo non in aria>>

Izumi stava già per intervenire in mia difesa, ma prima che potesse intervenire, con uno scatto fulmino senza che quel idiota potesse capirci qualcosa lo colpi in testa con il manico del fucile, facendolo cadere malamente al suolo. Dopo di ciò sali a cavalcioni sopra di lui bloccandogli i movimenti, per poi spiegare a tutti i presenti:

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