17-Troppo vicini alla verità

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Prima di partire per la missione di irruzione, decidemmo di comune accordo che avrei svolto una giornata di addestramento, il posto ovviamente pullulava di guardie armate, pertanto dovevo prepararmi a dovere per qualsiasi evenienza. Le prime ore del mattino le passai studiando tattiche militari assieme a Belnarn, Rieen, Ryper e Madaz un piano sia d'entrata che d'uscita.

Conoscevo a memoria i turni di ronda, essendo che prima ero io a gestirli, oltre gli innumerevoli compiti che dovevo svolgere. Disegnai sul pavimento fangoso della grotta una mappa stilizzata dell'edificio anche per i presenti, spiegando loro, dov'erano con precisione i punti più pericolosi da percorrere, dov'erano poste le videocamere di sorveglianza ed infine gli mostrai i condotti di ventilazione che percorrevano tutti i piani della base di Osaka, specificando che, avrei usato proprio quest'ultimi per raggiungere il mio obiettivo. Rieen lo osservò allungo con uno sguardo interrogativo, per poi chiedermi con tono scettico:

<<Ma come farai a passare per i condotti di ventilazione? Io li ho visti, sono bassi e larghi, non sarà semplice muoversi al loro interno>> finì il discorso creando borbottii in suo consenso.

Effettivamente usare i condotti di aerazione significava complicarmi il lavoro, ma non vi era altro modo per andare al tredicesimo piano senza farmi notare. La base si estendeva sottoterra, di conseguenza essi all'andata erano inclinati verso il basso, rendendo la discesa molto più semplice. Il vero problema sarebbe stato riutilizzarli per uscire da lì, perché erano inclinati verso l'alto, creando così una pendenza troppo ripida per essere percorsa. Per questo, dovevo pensare ad un piano alternativo per uscire da lì senza farmi notare, ci pensai per un po', infine decisi di usare le scale sotterranee che conducevano a tutti i piani. Erano state costruite in caso di mancamento della corrente elettrica, ma non erano utilizzate perché l'ascensore ovviamente è più veloce e più comodo. Per questo motivo, lì non vi erano le videocamere, sono perfette per uscire senza essere avvistata, per poi raggiungere almeno il primo piano e da lì, salire nuovamente per i condotti che mi avrebbero portata al di fuori.

Se tutto procedeva secondo i piani, avrei avuto le risposte che tanto bramavo, se erano stati proprio i militari a rapire i cuccioli, lì l'avrei di certo scoperto, potendo finalmente unire i tasselli mancanti. Forse erano imprigionati proprio dietro quella porta, se così fosse, si sarebbe trasformata in una missione di salvataggio, ma all'occorrenza avevo un piano d'emergenza anche per questa eventualità. Nonostante non ero più un soldato, essendo ormai una criminale agli occhi della legge, non avevo intenzione di tirarmi in dietro per via di tutti gli innocenti, che stavano rimettendo i loro stessi cari per questa stupida guerra. Scappare era fuori discussione, portavo sempre a termine le mie missioni, anche se ciò mi sarebbe costata la mia stessa vita.

Dopo una giornata d'allenamento, arrivò finalmente la sera, avvicinandosi di conseguenza, sempre di più anche l'ora della mia irruzione all'edificio. Il cuore mi palpitava per l'agitazione, temevo in un fallimento, cosa che ovviamente non era minimamente concessa. Dovevo trovare le informazioni mancanti a tutti i costi, solo così potevo sapere che fine avessero fatto i cuccioli. In special modo, dovevo rintracciare la figlia di Sylas, solo così la pace non sarebbe più apparsa come un'utopia, ma bensì una realtà molto vicina. Una volta che riuscirò a portare il capo branco dalla mia parte, successivamente, sarebbe stato più semplice convincere anche gli altri clan.

Il mio stato d'animo non passò inosservato agli occhi di Rieen, che non so come, però capì istintivamente ciò che mi affliggeva, precipitandosi al mio fianco per rincuorarmi. Iniziò a lodarmi, dicendomi che ero talmente straordinaria e caparbia da riuscire in qualsiasi impresa, per poi aggiungere con tono divertimento:

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