20-secondo pezzo

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Nota autore:

Innanzitutto vi chiedo scusa per non essere stata attiva, ma da ora riprendo a correggere Abyss, in più per farmi perdonare pubblicherò anche l'intro del secondo volume...

Buona lettura.

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*dal punto di vista di Rieen*

Iniziavo ad essere seriamente preoccupato, ci stava mettendo il doppio del tempo previsto e di Emily ancora nessuna traccia. Cercai di rassicurarmi, ricordandomi che Emily non era una comune femmina umana, ma un soldato addestrato fin dalla nascita, pertanto capacissima di difendersi da sola.

Ma nonostante ero consapevole di ciò
avevo un bruttissimo presentimento, facendosi sempre più pesante ad ogni minuto in più di ritardo. ormai la conoscevo talmente bene da sapere con certezza che qualcosa era andato storto...

ripeto questo ritardo non era da lei.

l'unica cosa che un po' riusciva a rassicurarmi era la speranza che non si fosse fatta troppo male e non essendo una certezza, pur toppo continuavo ad essere un fascio di nervi, incapace di distogliere lo sguardo dalla grata cui sarebbe dovuta uscire Emily.

All'improvviso una scena alquanto particolare attirò la mia attenzione, un ragazzo dall'aspetto familiare era uscito dalla porta di ingresso con uno strano letto, il quale si muoveva grazie all'ausilio di quattro ruote.

Osservandolo meglio per qualche minuto lo riconobbi anche, era uno dei sottoposti di Emily, uno dei tanti soldati che allenava, gli stessi che gli diedero quel ben tornato tanto caloroso e lui era fra loro.

Ciò che mi incuriosì fu che si aggirava per il campo con aria sospetta con quello strano affare, con un enorme busta nera posata sopra di esso. Era davvero molto strano, troppo... in primo luogo sudava copiosamente, come se temesse di essere scoperto, in più si guardava in torno come alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Ero titubante nel attirare uno sconosciuto verso di me, però un dettagli mi diede il coraggio. Conoscendo Emily, se qualcosa fosse andato realmente storto avrebbe dovuto architettare un piano di riserva per poter uscire da li incolume, così attirai l'attenzione dello sconosciuto nella mia direzione, stando sempre ben attento nel non farmi notare dalle altre guardie, l'uomo in un primo momento sussulto, come se spaventato, poi però il suo sguardo si calmò.

Tuttavia, fu molto prudente, per non farsi notare dalla sorveglianza, prima di venire da me fece un giro più lungo, arrivando finalmente al cespuglio dov'ero nascosto, sempre attento a non attirare troppo l'attenzione, posò il sacco per terra e prima di aprirlo completamente mi guardò fermamente negli occhi, per poi sussurrarmi:

<<Tu devi essere l'amico di Emily, sei un... >> io annui, finendo la frase per lui con aria seccata, specificando che ero un tritone, ma egli al posto di spaventarsi tirò un sospiro di sollievo sorprendendomi per poi aggiungere con tono serio:

<<Abbiamo fatto tutto il possibile, purtroppo ora tocca a te e stata ferita ha bisogno di riposo>>

Appena sentì che si era ferita provai ad intervenire, ma egli mi rimproverò dicendomi che non era il luogo adatto per ulteriori domande, prima dovevamo portarla in un posto sicuro. Ero in ansia per lei, soprattutto preoccupato per la sua salute, volevo risposte immediate, però aveva ragione, prima dovevamo allontanarci dalla base.

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