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Delle mani inziano a toccarmi, un uomo senza volto viene sempre più vicino a me, tutto intorno a me è nero, provo un senso di ansia e angoscia continuo.
Il mio battito accelera sempre di più, le mani continuano a toccarmi ed io urlo, sempre più forte sempre di più.
Tutte le sensazioni che ho provato quella sera sono tornate e il sogno fa sembrare tutto più forte.
Mi sveglio ansimando, il mio battito è alle stelle, scoppio a piangere e mi butto di nuovo giù.
Non riesco più a dormire, quelle immagini mi tornano sempre in mente.
Passo la notte in bianco aspettando l'alba e il suono della sveglia per alzarmi dal letto.
Come chiudo gli occhi tutto quello che è successo mi tormenta non lasciandomi pace e rivivere ogni momento quelle sensazioni mi provoca un vuoto incolmabile.
Quando la sveglia suona mi alzo dal letto con un mal di testa tremendo, per un attimo spero che quello che è successo sia un brutto sogno che una volta svegliati se n'è andato via.
Ma guardandomi allo specchio mi accorgo che la ferita sulla mia testa esiste veramente e quello che è successo ieri sera non è soltanto un brutto sogno.
Devo comunque trovare le forze per andare a scuola, non posso permettermi che  chiamino i miei, ho già saltato troppe lezioni e mi serve  comunque un po' ti tempo senza pensare solo a questo.
Mi vesto, metto una felpa che copra tutti i lividi per la fronte però non posso fare nulla.
Cerco di coprire in ogni modo possibile tutto il sangue, per quanto mi impegni però si vede lo stesso.
Mi dirigo a scuola, arrivo e la campanella è già suonata, entro e la prima persona che trovo è la professoressa Melton che sta firmando dei fogli all'entrata, cerco di non farmi vedere, ma proprio in questo modo urto la bidella che sta portando un caffè.
Tutto il caffè mi finsice addosso ed Emma si accorge di me.
"Grace"
"Oddio mi scusi tantissimo sono un sacco distratta stamattina, mi perdoni"
Mi scuso con la bidella e mi precipito in bagno cercando di levare il caffè dalla felpa e per sfuggire alla professoressa Melton.
Non faccio in tempo ad aprire l'acqua che Emma è già in bagno con me, tengo la testa bassa per non farmi vedere.
Vedo la sua mano che si avvicina alla mia faccia, faccio un balzo, sentire delle mani addosso mi da noia adesso.
"stai tranquilla, ei volevo solo vedere"
alzo la testa
"che cosa hai fatto?"
"beh io...sono scivolata nella doccia"
la sua faccia mi fa capire che non si sta bevendo le mie cazzate.
Ti do una mano a lavare la felpa toglila.
Mi levo la felpa, e come una scema non mi ricordo dei lividi.
"Grace oh mio dio cosa sono quelli"
"Niente non si preoccupi"
Rimetto la felpa velocemente e provo ad uscire dal bagno ma mi afferra il braccio per fermarmi.
"Grace non ti farò andare via così"
Una ragazza entra in bagno ed entra in uno dei bagni.
"La prego non qui, non ora"
"Aspettami all'uscita, non ti lascerò andate via così"
Prendo la felpa me la rimetto velocemente e poi esco dal bagno, dirigendomi in classe.
Entro e dopo varie lamentele del professore per il mio ritardo e dopo avermi chiesto cosa ho fatto alla testa mi metto a sedere accanto a Eva che subito mi interroga.
"cosa hai fatto alla testa?"
"niente sono cascata nella doccia"
"cavolo mi dispiace, é un bel taglio"
"eh si spero non lasci il segno"
Rimango per il resto della mattina in silenzio pensando ancora a quello che è successo e cercando di trovare una scusa per la professoressa Melton.
Quella donna ha già abbastanza sospetti su di me, e questo non farà che peggiorare la situazione, non posso far crollate tutto adesso.
La mattina passa, e arriva l'ultimo suono della campanella per oggi.
Mi dirigo verso l'uscita ma vengo intercettata da Emma.
"Devi venire con me"
La seguo finché non arriviamo alla sua macchina.
"Entra"
Obbedisco senza replicare, devo prendere tempo perché non ho ancora pensato a cosa dirle.
Guida per più o meno cinque minuti, fino ad arrivare ad un parcheggio vuoto, spegne la macchina e si volta verso di me.
"Mi puoi dire chi ti ha ridotto così?!"
Non escono parole dalla mia bocca, mi vergogno così tanto di quello che ho fatto e di quello che è successo che non riesco nemmeno a dirlo.
Una lacrima scende sulla mia guancia e subito lei se ne accorge.
Si avvicina a me e poggia il suo pollice sulla mia guancia lavando la goccia che stava scendendo.
"Per favore grace, voglio aiutarti ma non posso farlo se non mi dici nulla"
Prendo fiato e parlo con un filo di voce, le parole sembrano non volermi uscire dalla bocca.
"Non è successo niente, non si preoccupi"
"Grace capisci che essendo un insegnante ed avendo visto cos'hai addosso non posso fare finta di nulla, devo chiamare i tuoi genitori"
"No non li chiami per favore no"
Il numero che ho dato alla scuola è il mio e se mi chiamano sono proprio fregata, per di più Emma potrebbe volere un colloquio con loro e a quel punto sono proprio spacciata.
Non riesco a pensare ad una buona scusa, la mia testa è in palla adesso.
"Mi dici allora chi ti ha fatto quello?"
"Non posso dirglielo, ma non si deve preoccupare ho tutto sotto controllo"
"Grace no, non posso lasciar perdere"
Sono spaventata, non voglio che sappia la verità, non posso dirgliela, faccio schifo a me stessa in questo momento e non voglio che il suo sguardo nei miei confronti cambi, non voglio essere giudicata, non voglio che nessuno sappia.
"La prego, non chiami nessuno e non dica nulla la scongiuro veramente, può farlo per me?"
"Capisci che voglio farlo per te, non posso lasciarti così"
"Per favore mi porti a casa, se davvero vuole aiutarmi lo faccia per me, sono molto più al sicuro se nessuno sa niente "
Sembra delusa ma mette in moto la macchina e parte, penso che lo stia facendo per me forse capisce che è una situazione delicata, le spiego dove andare e si dirige verso casa mia.
Arriviamo sotto casa e ferma l'auto gitandosi verso di me.
"Aspetterò a dire qualsiasi cosa devo decidere cosa fare , ma segnati il mio numero e se ti serve qualcosa per favore non esitare a chiamarmi, fallo quando vuoi."
Mi segno il suo numero e scendo dalla macchina e aspetto che riparta.
Entro in casa e il mio telefono squilla.
È Jerry ma ignoro ancora una volta la chiamata.
Devo trovare il modo di trovare i soldi che gli devo, non posso andare avanti così non sono più disposta a fare tutto questo.

Passo le due settimane successive a cercare un modo per trovare i soldi che mi servono, ho persino provato a trovare un altro lavoro ma nessuno assume una sedicenne che ha anche gli impegni scolastici.
Jerry continua a chiamarmi senza sosta, per me è sempre stato un punto di riferimento mi aveva dato un lavoro e non era così male ma dopo la sua trasformazione ho capito che nessuno è come sembra, bisogna sempre stare attenti di chi ci si fida, mi ha fatto capire che per lui non sono nessuno e l'unica cosa che gli interessa sono i soldi.
Emma continua a guardarmi male ad ogni lezione, non le ho più rivolto la parola, non so cosa voglio fare ma penso che capisca che sono in una situazione troppo complicata, ha provato a fermarmi ogni tanto, ma ho sempre trovato una scusa per andarmene.
Apprezzo il fatto che non abbia chiamato nessuno e che stia aspettando per fare qualsiasi cosa, spero che continui.
So che non starà zitta per sempre ma per adesso accetto questa tranquillità che mi permette di non pensare anche a lei.
Devo fare di tutto per allontanarmi da Jerry e da questa situazione infernale.

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