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Mi sveglio accanto a Sara.
Il suo viso è illuminato dalla luce che penetra dalla finestra, mi alzo lentamente per non svegliarla.
Prendo la prima maglia che trovo e me la metto addosso, cerco dei pantaloni ma faccio rumore inciampando su una scarpa.
Sara si sveglia e mi guarda sorridendo.
"Cosa volevi fare sgattaiolare via?"
Mi scappa una risata.
"No volevo soltanto lasciarti dormire e andare a preparare la colazione."
Si gira verso la sveglia sopra il comodino.
"Cavolo ci dobbiamo preparare per andare a scuola"
"Non so se ho voglia di andarci"
Non voglio assolutamente vedere Emma oggi ieri è stato fin troppo pesante.
"Io ci devo andare per forza mio papà non mi lascierà a casa anche oggi"
"Mmm vabbè io tornerò a casa"
"Vabbene"
Dopo aver fatto colazione mi accompagna a casa in moto.
Aspetto che riparta e salgo, apro la porta e appena entrata mi butto sopra al divano.
Sono veramente stanca, stanotte mi sono svegliata due volte perché ho fatto degli incubi, fortunatamente non ho svegliato Sara.
Mi sto per riaddormentare quando suona il campanello, mi alzo ed apro.
Appena vedo chi è cerco di richiudere la porta ma lei la tiene aperta.
"Emma cosa ci fai qui?"
"Ho bisogno di parlarti, sapevo che non saresti venuta a scuola"
"Esatto non sono andata perché non volevo parlare , quindi vattene"
"Ti prego parliamo, dieci minuti non di più"
Ci penso un attimo, tanto so che non se ne andrà, tanto vale farla entrare.
"Solo dieci minuti"
La faccio entrare e ci sediamo sul divano a distanza.
"Dimmi quello che devi dire"
"Mi volevo scusare per ieri sera, non pensavo davvero che tu potessi essere li"
"Si fidati neanche io altrimenti non sarei mai venuta"
"Grace io...mi manchi"
Rido alle sue parole, mi viene spontanea senza pensarci è l'unica reazione possibile.
"Non dovresti permetterti di dire queste cose"
"Lo so, ma quando penso al fatto che ti ho persa io ci muoio"
"Non eri obbligata a fare quello che hai fatto te l'ho già detto, tu potevi scegliere me ma evidentemente hai avuto troppa paura"
Rimane di nuovo in silenzio guardandomi, le sta per scendere un lacrima, mi avvicino a lei mettendole una mano sulla guancia e  asciugandole la lacrima con il pollice.
"Per favore non piangere"
Sussulta al contatto della mia mano con il suo viso, struscia la sua guancia sopra la mia mano, mi mancava.
Non posso commettere due volte lo stesso errore, non ci posso ricascare, è la mia professoressa e si sta per sposare, non posso.
Mi alzo togliendo la mano dalla sua guancia.
"Ora devi andare"
Si alza e mi guarda con un faccino triste da morire.
Va verso la porta la apre e si gira a guardarmi, non ce la faccio, vado verso di lei e le salto addosso baciandola.
Lei subito ricambia il bacio, ma dopo qualche secondo mi stacco.
"Scusami"
Mi giro allontanandomi di lei.
Faccio un passo e poi la sento afferrarmi mi volto finendo di nuovo a due centimetri da lei.
"Ti prego baciami di nuovo"
Obbedisco alle sue parole senza pensarci troppo.
Mette le sue mani sulla mia schiena alza la maglia e con le sue dita sfiora la mia colonna vertebrale.
Il mio corpo impazzisce ad ogni suo tocco, sembra come se solo la sua mano potesse farmi sentire così.
Emma mi porta in camera e mi butta sul letto.Mi leva la maglia iniziando a  far scivolare  la sua lingua  dal seno fino ad arrivare appena sotto al mio ombelico. Si stacca un attimo e vede la pelle d'oca che è apparsa su tutto il mio corpo.  Sorride dandomi un bacio sulla pancia.
Si sposta poi più su prendendo un capezzolo tra le labbra, succhiandolo e dando piccoli colpetti con la lingua.
Gemo dal piacere ed Emma  alza lo sguardo, senza staccarsi dal mio seno e sorride.
Si stacca  facendo di nuovo il percorso con la lingua, ma questa volta fino alla mia intimità.
Inizia a toccarmi e subito sente che sono bagnata, posso notare la sua faccia soddisfatta.
Con un movimento veloce Emma mi toglie l'intimo.
Mi guarda come per chiedere l'approvazione per quello che sta per fare.
"Ti prego fallo"
Queste sono le uniche parole che riesco a pronunciare, ho così tanta voglia di lei.
Mette le due dita dentro di me e inizia a muoverle facendomi sussultare ad ogni colpo.
Emma sposta la sua testa più un basso e inizia a massaggiare il mio clitoride con la sua lingua aumentando sempre di più la velocità.
Aumenta anche la velocità delle dita trovando un punto che mi fa letteralmente impazzire.
Emma continua a muovere le dita sempre più veloce, sento tutti  i muscoli tesi, da una botta decisiva che mi fa venire.
Oddio sono distrutta ma la voglio troppo, giro la situazione mettendole la schiena contro il materasso e le levo velocemente i vestiti.
Metto la mano tra i suoi seni per tenerla ferma mentre con la lingua percorro ogni centimetro del suo corpo.
Arrivo alla sua intimità e poggio la mia lingua sul suo clitoride facendo dei movimenti lenti, lei stringe le coperte e inarca leggermente la schiena.
"Scopami"
Alle sue parole non me lo faccio ripetete due volte, metto un dito dentro di lei e lo muovo sentendola gemere, ne aggiungo un altro che entra subito, è davvero bagnata.
Inizio a muovere le dita e la lingua contemporaneamente sempre più veloce.
Stacco un attimo la lingua continuando a muovere le dita velocissima.
"Vieni per me"
Si morde il labbro alle mie parole, rimetto la lingua sul suo clitoride e non facendoselo ripetere due volte viene.
Mi tiro su e mi metto distesa accanto a lei, mi appoggio al suo petto e metto la mano sul suo seno.
"Mi manchi così tanto"
"Grace mi manchi da morire anche te"
"Ti prego resta qui con me"
"Grace io in realtà...."
Emma si alza appoggiandosi al letto.
"Cosa?"
"Sono venuta qui per scusarmi e per dirti addio"
Rimango a bocca aperta, non riesco a dire molto, non sono triste, sono solo incazzata con lei.
"Cioè tu sei venuta qui per dirmi addio e hai pensato bene di scopare con me?"
"Grace io non volevo solo che, quando sto con te non riesco a resisterti"
"Ti rendi conto che continui ad illudermi così,mi sento talmente scema a lasciarmi abbindolare da te tutte le volte"
Mi alzo dal letto e mi vesto velocemente.
Emma fa lo stesso e mi viene dietro.
"Penso che tu debba andartene"
"Grace io davvero..."
Il mio telefono squilla e interrompe quello che sta dicendo.
Guardo chi mi sta chiamando ma è un numero sconosciuto,decido di rispondere.
"Pronto chi parla?"
"Grace sei tu?"
Oh mio dio, questa voce, è lei, la fidanzata di mio padre.
Sbianco e mi lascio cadere sul divano alle mie spalle.















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