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Ho appena avuto un colloquio per lavorare la sera in un bar qui vicino a casa, hanno detto che mi faranno sapere, spero sinceramente che sia andata bene.
Le ultime settimane sono state un inferno non riesco più a dormire bene senza avere incubi o senza sentire le sue mani su di me.
Sto camminando, sono già le dieci, spero di arrivare a casa presto, oggi è stata una giornata faticosa e non vedo l'ora di mettermi a letto.
Sono davanti al palazzo, sto cercando le chiavi che come sempre sono finite in fondo alla borsa.
Ad un certo punto sento afferrarmi dal dietro e una mano mi tappa la bocca, mi giro e vedo Jerry, un altro uomo mi sta tenendo ferma mentre lui con uno dei suoi sorrisetti mi guarda.
Mi trascinano nel vicolo accanto al palazzo e Jerry inizia a parlare ma io non posso ancora muovermi.
"Pensi di essere furba a non rispondere al telefono? So benissimo dove abiti, e non mi farò problemi a venire qui ogni volta che non mi rispondi, mi devi ancora molti soldi e a me non piace chi non paga i propri debiti"
Fa cenno all'uomo di lasciarmi.
"non ho tutti quei soldi te li ridaró un po' alla volta, ma non ho intenzione di tornare lì"
"Mi dispiace per te ma o mi dai tutti i soldi subito o sei ancora mia"
Non so cosa fare, sono nel panico, decido di provare a scappare, provo a correre ma prima che possa allontanarmi l'uomo che mi teneva ferma mi ha già ripreso, Jerry a quel punto mostra di nuovo quella faccia orribile
"colpiscila non ha ancora capito"
L'uomo sferra un colpo su di me, posso sentire il dolore che mi pervade e subito dopo il sapore del sangue in bocca, mi ha rotto il labbro.
"Questo è il mio ultimo avvertimento poi succederà quello che deve succedere, ti consiglio di presentarti sabato sera"
Chiama l'uomo e si allontanano, lasciandomi a terra nel vicolo, le lacrime prendono il sopravvento, i miei occhi scoppiano quasi.
Inizio a singhiozzare non ho quasi la forza di alzarmi ho bisogno di aiuto.
Prendo il telefono dalla tasca e cerco il numero dell'unica persona che potrebbe aiutarmi adesso.
Continuo a piangere mentre il telefono squilla, é tardi spero non sia già a letto.
"Pronto chi parla?"
"Oddio professoressa la prego ho bisogno di aiuto"
"Chi parla, Grace sei tu?"
"Si la prego venga a casa mia"
"Grace che sta succedendo?"
"La prego faccia veloce"
Le riattacco e provo ad alzarmi con quelle poche energie che ho.
Raccolgo la borsa e la roba che si era sparsa in strada, cerco di ricompormi per quanto possa essere possibile e vado davanti alla porta del palazzo, passano poche auto e dopo quindici minuti che aspetto finalmente vedo la sua auto, sono così spaventata, appena mi vede scende dall'auto e corre verso di me.
Non dice nulla e questo mi sorprende, si limita solo ad abbracciarmi.
Il suo abbraccio è così caldo e sicuro, mi mancava sentirmi così.
La tengo così per circa cinque minuti, sono aggrappata a lei e piango, il suo profumo mi riempie i polmoni e mi fa calmare.
Prendo fiato e mi stacco.
"Scusami non sapevo chi altro chiamare"
"Grace cavolo devi dirmi che sta succedendo"
"Si glielo dirò, ti dirò tutto ma prometti di non dirlo a nessuno"
Ci pensa un attimo poi si fa avanti
"lo giuro ora però dimmi"
Scoppio a piangere appena provo ad aprire bocca e lei capisce che sono ancora troppo scossa per parlare.
"I tuoi genitori sono in casa?"
"No"
"Vuoi venire a casa mia?"
Non voglio rimanere sola forse andate con lei è la cosa migliore.
"si"
Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa sua, passiamo in un lato della città in cui non ero mai stata, pieno di casette carine e curate.
Ci fermiamo davanti ad una casa, spegne la macchina e scendiamo.
Apre la porta e subito un profumo simile a quello che avevo sentito prima mi pervade.
Tutto questo mi sa di casa e per qualche secondo sono in pace e tranquilla.
Il dolore però si fa sempre più forte ad ogni mio movimento.
Appena entrata posa le cose e va in bagno a prendere del disinfettante e torna, mi fa sedere sul divano ed inizia a passare il disinfettante sul labbro che continua a sanguinare.
Faccio un balzo dal dolore
"fa malissimo cazzo"
Si avvicina ancora di più a me e poggia il batuffolo di cotone in maniera più delicata, é a due centimetri da me e posso vedere la bellezza di quegli occhi.
Lei alza lo sguardo e rimaniamo a fissarci per qualche secondo.
"Hai la maglia strappata, devi esserti fatta male anche qui"
Alzo leggermente la maglia e vedo altro sangue.
"Toglila"
Tolgo la maglia e vedo che mi sono graffiata anche sulla pancia, evidentemente quando mi ha buttato a terra.
"Devo passare il cotone anche qui, per favore cerca di resistere"
Passa il cotone e soffoco un grido di dolore, ormai sono abituata ai lividi e al sangue, anche se ogni volta non riesco a resistere dal dolore.
Appena finito prende i cerotti e me li mette, dopo averlo messo passa delicatamente le sue mani sulla mia pancia per assicurarsi che sia ben fissato. Un brivido mi pervade ed anche la sua espressione cambia.
Cerca di non farlo vedere però si alza e va di là tornando con una maglia larga.
"Togliti quei vestiti, mettiti questa"
Mi levo i pantaloni e lei inizia a guardarmi, mi accorgo di essere completamente scoperta e di avere i lividi visibili, lei mi scruta con aria preoccupata.
Mi metto velocemente la maglia e mi butto sul divano guardandola.
Faccio un sospiro, prendo coraggio
"Non so come spiegarti quello che mi sta succedendo, non riesco a parlarne senza mettermi a piangere"
Mi osserva un secondo e viene a mettersi accanto a me, poggia una mano sulla mia coscia e stranamente il suo tocco delicato non mi dà fastidio.
"Devi stare tranquilla, sei al sicuro qui, e puoi dirmi quello che vuoi, però per favore parlami"
Mi decido a parlare spero di star facendo la cosa giusta almeno stavolta.
"Più o meno tre mesi fa sono scappata da casa, mio padre e la mia matrigna mi stavano rendendo la vita impossibile, non riuscivo più a stare lì"
"E con chi stai adesso?"
"Da sola"
"E chi è che ti ha ridotto così?"
Abbasso lo sguardo, appena glielo avrò detto non avrò più segreti con lei, il suo sguardo mi trasmette troppa fiducia ma ho così paura.
"Grace ti prego"
".....un uomo nel posto in cui lavoro"
"e dove lavori?"
"Emma io...vorrei ma non posso mi faccio troppo schifo in questo momento"
Abbasso la testa e le lacrime inziano a scendere.
Mi prende la mano stringendola con la sua, mi mette l'altra sulla guancia tirando su il mio viso.
"Voglio aiutarti, ma devi fidarti di me, per favore, questo rimarrà tra me e te lo prometto"
La sua voce, le sue mani sulle mie guance, il suo modo di guardarmi con cosi tanta dolcezza.
"Quando sono scappata di casa non avevo idea di cosa fare, nessuno voleva dare lavoro ad una ragazzina, poi ho trovato Jerry, l'unica cosa che dovevo fare era ballare su un palco per degli uomini, ed è andato tutto bene fino a qualche settimana fa"
"Oddio grace"
"Una sera mi ha chiesto di fare uno spettacolo privato per un uomo che avevo pagato molto per me e l'ho fatto, solo che le cose non sono andate come dovevano, voleva più di un semplice ballo e così ogni volta, qualche settimana fa é venuto completamente ubriaco e..."
Mi scende una lacrima
" cosa grace? "
" mi ha violentata, é in quel momento che mi sono fatta questo "
Indico la ferita sulla mia testa
"Stavo urlando, lui si è incazzata e mi ha buttata a terra,ho sbattuto nel tavolo"
Rimane in silenzio con due occhi sgranati.
"Perché hai continuato, dovevi scappare dopo la prima volta"
"Non potevo, devo un sacco di soldi a Jerry e questo è l'unico modo che ho di ripagarlo e neanche so come pagherò l'affitto di casa o mangerò senza quei soldi"
"Soldi per cosa?"
"........."
"Grace soldi per cosa?"
"Ha pagato i miei debiti"
"Che debiti può avere una ragazza di sedici anni"
"Pasticche, ne ho fatto uso per un periodo, ma non avevo i soldi per pagarle e Jerry lo ha fatto al posto mio senza chiedermi nulla...almeno fino ad ora"
Mi guarda qualche secondo non sapendo probabilmente cosa dire.
"Cosa è successo stasera?"
"Jerry e uno dei tipi che si porta dietro è venuto ad avvertirmi che devo tornare da lui o gliela pagherò, ha detto che finché non avrò saldato il mio debito sono sua"
Scoppio a piangere e mi abbraccia forte, é così bello e mi sento così al sicuro qui.
"Non so neanche come dirtelo quanto mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare"
"È la mia vita ormai"
"No non lo sarà più, fidati di me, nessuno ti toccherà mai più, non lo permetterò"
Sembra molto incazzata, non l'avevo mai vista così fino ad ora, sembra che ci tenga davvero, anche se mi conosce da poco.

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