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Dopo le mie parole non ha detto niente.
Continua a spostare lo sguardo da me alle pasticche e viceversa.
Decido di avvicinarmi a lei, ma appena faccio un passo avanti lei ne fa uno indietro.
"Emma non mi credi?"
"Non so cosa pensare, so quanto sia difficile per una persona dipendente smettere definitivamente"
"Si ma io non farei mai quell'errore di nuovo"
"E perché cazzo hai queste pasticche, dove le hai prese?"
Se le dico che me le ha date Trevor darà di matto, ma non le posso dire una cazzata.
"Chi ti ha dato le pasticche?"
"Trevor"
La sua faccia cambia subito e ora si percepisce solo la rabbia.
"Quel deficente lo sa cosa hai passato?"
"No, lo sai solo tu"
Si ferma un attimo per smorzare la voce incazzata, dopo quelle che ho detto.
"Non puoi stare con questa gente non puoi rischiare di avere pasticche a portata di mano."
"Lo so infatti le ho messe nella borsa per non prenderle"
"Trevor si fa di queste cose?"
"Si principalmente I suoi amici ma anche lui"
Sta per rispondere ma il suo telefono suona.
Risponde e mi fa segno di fare silenzio.
"ehi"
"Amore sto per tornare a casa, volevo farti una sorpresa ma mi si è fermata la macchina, potresti venirmi a prendere, ti mando la posizione"
"ehm adesso...si vai manda, arrivo"
"grazie amore a dopo"
"a dopo"
La guardo confusa.
"Luke stava tornando a casa, ma la sua auto si è fermata, ora mi ha chiesto di andare a prenderlo"
"Cazzo ci avrebbe trovato qui"
"Lo so, non mi ci far pensare"
"Me ne vado allora"
"Si, scusami"
"Tranquilla"
Mi bacia e me ne vado, prendendo tutte le mie cose e facendo attenzione a non lasciare nulla di mio lì.
Mi avvio verso casa pensando al discorso lasciato a metà con Emma, sapevo che non dovevo uscire con Trevor ma ormai, spero che mi perdoni.
Arrivo a casa e mi metto sul letto a guardare la TV, so già che non riuscirò a dormire e che sense Emma gli incubi torneranno.

Mi alzo dopo qualche ora di sonno dopo un altro incubo il terzo in questi giorni, é da venerdì sera che non sento e vedo Emma.
Le ho scritto qualche messaggio ma non ha risposto, ho paura che abbia preso più male del previsto questa storia delle pasticche, non so veramente come dirle che non ho fatto nulla, non la perderei mai per una cosa del genere.
Sabato non c'era a scuola, le parlerò oggi.
Mi vesto e mi avvio a scuola, la macchina di Emma è già parcheggiata.
Al suono della campanella entro ma non la vedo da nessuna parte sarà già nella classe che ha alla prima ora.
Mi dirigo verso la mia classe e dopo aver fatto due chiacchiere con Eva le lezioni inziano.
Passate le solite tre ore infinite suona la campanella della ricreazione e io scappo fuori a cercare Emma.
La vedo infondo al corridoio e vado verso di lei ma appena mi vede si gira e cambia strada.
Confusa la seguo, ma lei non accenna a fermarsi, allungo il passo e facendo attenzione che non ci sia nessuno la afferro per un braccio e la trascino in uno dei bagni chiudendo dietro di me la porta.
"Mi spieghi perché mi ignori da tre giorni?
Sei veramente ancora arrabbiata per quelle pasticche, ti giuro che non mi faccio di nuovo"
Continua a stare un silenzio, e vedo una lacrima colare sulla sua faccia.
"Emma che succede cos'hai?"
"Non ti ho ignorato perché ero arrabbiata ma perché quando Luke é tornato prima l'altro giorno è successa una cosa"
"Cosa?"
"Lui...lui...mi ha chiesto di sposarlo, ha detto che ormai è tanto che stiamo insieme e che vorrebbe una famiglia con me e secondo lui è arrivato il momento"
Rimango in silenzio non sapendo cosa dire, sono letteralmente paralizzata dopo quelle parole.
"Di qualcosa per favore grace"
"Cosa gli hai detto?"
"Grace...."
"Emma cosa gli hai detto?"
"Gli ho detto di sì"
Le lacrime inziano a comparire anche sul mio volto senza controllo.
Emma prova ad avvicinarsi per asciugarle ma le levo la mano con un gesto brusco.
"Cosa hai intenzione di fare con noi? Dobbiamo smetterla no?"
"Grace io non vorrei ma..."
"Se non volevi non gli dicevi di sì"
"È più complicato di così"
"No non lo é, ma cosa sono stata io per te, un giocattolo per quando lui era fuori città?"
"No non sei mai stata questo, io...io ti amo"
Mi ha detto che mi ama.
"Ti amo anche io Emma e voglio te"
"Non posso grace non posso"
"Quindi è finita per sempre?"
Non dice niente, continua solo a guardarmi con una faccia piena di lacrime.
"Rispondi"
Abbassa la testa e con un filo di voce pronuncia l'unica cosa che non avrei voluto sentire adesso.
"Si è finita"
Quando alza la testa e mi guarda negli occhi non riesco più a trattenermi un secondo di più, le lacrime scendono di nuovo inondandomi la faccia, non riesco più a rimanere qui.
Spalanco la porta andando via, lei prova a tenermi per un braccio ma sono già scappata via lasciandola li.
Torno verso la mia classe, mi asciugo le lacrime, fortunatamente sono una di quelle persone che appena si asciuga le lacrime non sembra quasi che abbia pianto.
Non posso dare spiegazioni anche se vorrei tanto sfogarmi, sono completamente distrutta dalle sue parole.
Interrompo i miei pensieri quando vedo Trevor davanti alla mia classe che mi aspetta.
"ehi volevo chiederti, per caso ti va di venire ad una festa a casa mia stasera?"
Dovrei dirgli di no, so cosa può succedere se sto con lui, ma adesso non mi interessa, voglio solo bere e svagarmi e non pensare più a lei.
"Si mi farebbe molto piacere venire"
"Allora ti aspetto, dopo ti mando l'indirizzo e l'ora"
"Vai"
Se ne va con il suono della campanella e mi lascia li con la consapevolezza di aver fatto probabilmente una cazzata, ma non mi interessa.

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