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Apro gli occhi, mi sento stordita, Sara è accanto a me che dorme.
Mi rendo conto di non essermi svegliata per un incubo, quelle pasticche funzionano.
Ormai è una settimana che le prendo e riesco a dormire.
Incredibile come Emma riesca a farmi lo stesso effetto che mi fanno delle cavolo di pasticche.
Guardo il mio telefono e mi accorgo che è silenziato ed è anche pieno di messaggi e chiamate da Claudia.
Apro i messaggi e mi ha scritto più volta che mio padre si è sentito di nuovo male.
Una sensazione strana mi pervade, tutto il corpo si irrigidisce e i miei occhi non sbattono neanche una volta mentre leggo i messaggi.
L'ultimo messaggio di Claudia dice di chiamarla il prima possibile.
La chiamo subito allontanandomi dal letto per non svegliare Sara.
Risponde al telefono in lacrime e appena la sento mi si gela il sangue.
"Grace..."
Scoppia a piangere e singhiozzare, i miei occhi sono persi nel vuoto aspettando che continui a parlare.
"Tuo padre..."
Aspetto ancora senza dire nulla, stringo i denti per trattenere le lacrime.
"Tuo padre non ce l'ha fatta"
Queste parole mi distruggono letteralmente.
Mi tengo al muro per evitare che le gambe cedano.
Riattacco il telefono e l'unica cosa che riesco a pensare in questo momento sono le ultime parole che mio padre ha pronunciato.
"Te ne sei andata, Grace te ne sei andata"
Me ne sono andata, e l'ho fatto anche stavolta, e quelle rimarranno per sempre le ultime parole che mio padre mi ha detto.
L'ultimo ricordo che avrò di lui per sempre sarà questa litigata e queste ultime parole.
Mi scende una lacrima poi un altra e un altra ancora.
Il mio viso in pochi secondi si inonda di lacrime, inizio a singhiozzare e non ho più le forze neanche di respirare.
Sento la sveglia di Sara che suona e prima che possa disattivarla mi sono già precipitata fuori di casa.
Ho bisogno di stare da sola, o almeno non è lei la persona di cui ho bisogno adesso.
Mi metto a camminare con il vento che da quanto è forte mi asciuga in poco tempo le lacrime che continuano a scendere.
Cammino per circa quindici minuti con il telefono che squilla e le chiamate di Sara che si accumulano.
Arrivo ad un parchetto, vedo che non c'è nessuno e mi siedo sulla panchina più isolata che trovo.
Appena mi siedo tutti i ricordi con mio padre inziano a venire a galla facendomi sentire un senso di vuoto che non so come colmare.
Il mio sguardo fissa il vuoto, e nella mia testa si ripete all'infinito la litigata con mio padre.
Se solo avessi messo da parte tutto e mi fossi concentrata su di lui, magari avremmo parlato, mi avrebbe perdonato per essermene andata, e io avrei perdonato lui.
Magari non sarebbe successo nulla e lo avrei solo visto per ultima volta con una pace che non vedevo da tanto.
Ma questi ormai rimangono solo dei 'magari' che fluttuano nell'aria e vengono portati via dal vento.
Lui se ne è andato, stavolta per sempre e io sono sola come non lo sono mai stata.
Il mio cuore inizia a battere sempre più forte e la sensazione di solitudine mi riempie.
Prendo il telefono e l'unica cosa che riesco a fare e comporre il numero di Emma.
Il telefono squilla due volte tenendomi per un secondo con il fiato sospeso, subito dopo però risponde, il mio cuore rallenta subìto sentendo la sua voce.
"Grace, che succede?"
"Emma ho bisogno di vederti adesso"
Mi metto a piangere di nuovo.
"Che sta succedendo?"
"Posso venire da te?"
"Si"
Le riattacco il telefono senza aggiungere altro e mi dirigo verso la fermata del pullman.
Dopo mezz'ora circa sono davanti a casa sua e suono il campanello.
Subito mi apre e la prima cosa che faccio appena la porta si apre è buttarmi tra le sue braccia e sdoppiare nuovamente in lacrime.
Lei subito mi stringe forte e dopo ancora più forte fino a darmi così tanta forza con quell'abbraccio da farmi smettere di piangere.
Mi stacco da lei e vedo la sua faccia visibilmente preoccupata e impaurita.
"Puoi dirmi cosa sta succedendo?"
La guardo senza sapere bene quali parole usare, non mi sembra ancora vero per dirlo ad alta voce.
Prendo coraggio e parlo
"Mio padre...è morto"
Vedo la sua faccia cambiare, posso vedere dai suoi occhi che adesso un po'del mio dolore è dentro di lei.
Non dice niente, si limita a prendermi e tenermi tra le sue braccia.
Quanto mi fa stare bene anche solo un suo abbraccio, non riesco a capire come fa a farmi sentire così.
Si stacca da me prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia, le sue labbra che toccano le mie mi provocano centinaia di piccoli brividi che percorrono tutto il mio corpo.
Per un secondo è come se ogni parte di me non fosse più presente, come se ogni mio pensiero fosse svanito sotto il tocco delle sue labbra.
Improvvisamente però la porta si apre e io ed Emma ci stacchiamo bruscamente allontanandoci.
Luke entra con una faccia visibilmente incazzata e inizia ad urlare verso Emma.
"Ti avevo detto che non ti dovevi più avvicinare a lei."
"Luke calmati non è successo niente"
"Non mi interessa, non la voglio più vedere vicino a te per nessun motivo al mondo"
"Si lo so"
"Mandala via immediatamente, noi domani dobbiamo spostarci, non ho intenzione di vedere questa ragazzina mai più"
Emma si gira verso di me per vedere la mia reazione dopo le sue parole.
Mi ero completamente dimenticata che il matrimonio era questa settimana.
Rimango immobile senza sapere cosa fare o dire.
Emma prova ad aprire bocca ma prima che possa pronunciare qualsiasi cosa mi giro apro la porta e scappo più veloce che posso.
Inizio a correre correre e correre, inizia piovere e più corro più l'acqua mi batte sulla faccia facendomi male.
Non voglio fermarmi, non posso, voglio solo sfogarmi in quelche modo e ora l'unica cosa che posso fare è correre.
Mi fermo sfinita davanti ad un bar, entro per ripararmi dalla pioggia anche se a questo punto sono del tutto bagnata.
Mi siedo al bancone chiedendo qualcosa da bere.
Il barista non si fa problemi, non mi chiede neanche l'età, versa semplicemente nel bicchiere aggiungendo solo una frase.
"Un po' presto per questa roba"
In effetti è solo mattina, ma non mi interessa, ho bisogno di questo adesso.
Metto una mano in tasca e mi accorgo di avere ancora due pasticche.
Senza esitare le butto giù tutte e due e scolandomi il bicchiere in un solo sorso.
"Per favore me ne può dare un altro"
E così uno dopo l'altro...

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