Trentasei Notti

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"A me i ragazzi, non piacciono"

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"A me i ragazzi, non piacciono"

Quelle parole trafissero il cervello ed il petto di Nicolas come mille coltelli di vetro che gli squarciavano lo scheletro spargendo i frammenti di ossa fino ai più remoti angoli dell'universo. Immobilizzato con le spalle rivolte verso alla porta, non sapeva che cosa rispondere a quell'affermazione tanto fredda quanto perentoria. Poi, paradossalmente, fu lo stesso Dario a parlare fornendogli una via di fuga da quella salvezza:

"Non sto rinnegando quello che è successo. Ieri è stata una giornata difficile e ricevere quella telefonata circa la pubblicazione del libro mi ha fatto crollare ogni certezza. Il fatto che, come al solito, tu sia riuscito a consigliarmi la soluzione più idonea, deve avermi mandato la testa in confusione. E' più di un mese che stiamo ininterrottamente insieme condividendo tutto... La lontananza da casa e dagli affetti si fa sentire. Abbiamo instaurato un attaccamento morboso noi due, come credo sia normale in queste situazioni. Quindi, ti chiedo scusa se ieri notte i miei pensieri hanno preso direzioni strane... Ma, per quanto mi riguarda, non è stato altro che un momento di stanchezza misto al bisogno di una forma di contatto umano. Vorrei poterci ridere sopra, ma non lo faccio perché, a questo punto, non so quale interpretazione tu abbia dato al tutto..." – Disse tutto d'un fiato, insinuando il dubbio che, a differenza sua, per Nicolas quel bacio abbia rappresentato qualcosa di più.

Nic sospirò, poi, raccogliendo le idee, cercò di dar lustro a tutte le sue doti recitative più nascoste:

"E' esattamente quello di cui volevo parlarti da questa mattina, Dario. Non so cosa sia successo ieri sera. Come dici tu... E' semplicemente successo. Inutile negarlo, ma allo stesso tempo tranquillo, anche a me i ragazzi non interessano... Cioè, in "quel senso"... Ma evidentemente la stanchezza ed li rapporto di amicizia che si è instaurato tra noi, ha spinto anche me a lanciarmi in una manifestazione di affetto sproporzionata. Insomma... Capitolo chiuso, direi!"

"Ok." – Ribatté Dario con espressione enigmatica. I suoi occhi puntavano fissi nel vuoto senza far trasparire emozioni, tuttavia, Nic riuscì a scorgere alcune pieghe nella sua fronte, segno che la sua risposta non lo aveva convinto fino in fondo... O che addirittura, non fosse stata quella sperata.

"Senti io comunque adesso cerco di risolvere il casino che si è venuto a creare... Provo a parlare con Benedetta. Non possiamo permetterci di avere un'altra coppia contro" – Cambiò discorso Nicolas che, mai come in quel momento, aveva bisogno di allontanarsi e smaltire il senso di oppressione che gli stava divorando il cuore.

"Vai, vai... Tanto io resto qui e mi riposo un po'!" – Tagliò corto Dario con disinteresse, senza rivolgerli lo sguardo.

Appena Nic si ritrovò nel corridoio dell'albergo, le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento iniziarono a sgorgargli dagli occhi come cascate. Le parole di Dario erano state gelide, ma, allo stesso tempo anche molto confuse ed ambigue: "Non mi piacciono i ragazzi, ma non rinnego quello che è successo ieri... Che cazzo vuol dire?" – Si tormentava scendendo di corsa le scale – "Se pensa che sia stato un errore me lo deve dire chiaramente, non ho bisogno della sua compassione!" – Si arrestò di colpo pensando di ritornare in stanza per vuotare il sacco senza ulteriori menzogne, salvo poi riconsiderare quell'ipotesi e continuare a scendere verso la reception – "E se, senza accorgermene, sono stato io a baciarlo per primo? In quel caso avrebbe ragione a reagire così. Sono un deficiente!" – Constatò, iniziando a dubitare dei suoi stessi ricordi.

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