La Tredicesima Coperta

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Dopo aver fatto pipì tra i cespugli ed essersi lavati i denti con uno spazzolino pieghevole in dotazione, gli "Spaziali" si ritirarono dunque dentro la loro tenda

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Dopo aver fatto pipì tra i cespugli ed essersi lavati i denti con uno spazzolino pieghevole in dotazione, gli "Spaziali" si ritirarono dunque dentro la loro tenda. La stufa elettrica aveva riscaldato l'ambiente alla perfezione, sprigionando un tepore gradevole che faceva dimenticare di essere sperduti tra le montagne più alte del mondo.

Nicolas si infilò dentro al suo sacco a pelo, avendo premura di ricoprirsi con una decina di coperte e di indossare uno zuccotto di lana sulla testa per evitare che qualche spiffero notturno gli congelasse il cervello. Poi, facendo un respiro, iniziò ad osservare Dario con insistenza con l'obiettivo di farsi notare ed attirare la sua attenzione.

In un primo momento, Dario fece finta di nulla. Poi, sbottò con tono iroso:

"Che c'è Nicolas?"

"C'è che mi odi per qualcosa di cui io non ho colpa..." – Mormorò Nic cercando i suoi occhi con lo sguardo.

Quella frase così corta ma piena di significati lo prese alla sprovvista:

"Io non ti odio Nicolas. Non sei tu il problema, il problema sono io... E prima che tu dica altro: no, non mi va di parlare, oggi va così"

Nic mantenne la calma:

"Non c'è bisogno di parlare. Non sono scemo, immagino bene perché da due giorni ti comporti così. Tuttavia, mi sembrava che ci fossimo chiariti... Quindi ti prego, se non mi odi, non trattarmi in questo modo"

Dario sbuffò teatralmente:

"Ma perché deve essere sempre così accondiscendente, cazzo! Più cerco di farti incazzare così non ti viene voglia di rivolgermi la parola, e più tu subisci senza reagire!"

Nicolas rimase perplesso:

"Ma perché tu vuoi che io m'incazzi con te? Che senso ha? Io francamente non ci capisco più nulla Dario. Te lo dico serenamente, sono due giorni che covi qualcosa dentro e che faccio finta di non vederlo perché ti conosco e so' che questo è il tuo modo di reagire. Quindi va bene, sei libero di non parlarne, ma non puoi chiedermi di arrabbiarmi con te a comando, perché non succederà mai. Quando ti vedo in difficoltà, come sempre, il mio unico pensiero è quello di aiutarti, che sia in silenzio... o meno"

Il volto di Dario si colorò di rosso. Poi, con una torsione del busto, portò il suo viso a pochi centimetri da quello di Nic, scandendo a chiare lettere:

"Vaffanculo, Nicolas!"

Trascorsero alcuni momenti di totale silenzio, durante i quali, i due si guardarono fissi negli occhi come animali impauriti. Subito dopo, le loro bocche tornarono ad unirsi ed il corpo di Dario si allungò su quello di Nicolas travolto dalla passione. Dodici erano le coperte fornite dalla Produzione per superare la nottata. Lui, era appena diventato la tredicesima.

Mentre Nicolas gli afferrò la testa da dietro per spingerla verso la sua e rendere quel bacio ancora più impetuoso, Dario iniziò a spostare con foga tutte le coperte fino a raggiungere la zip del sacco a pelo. Tenendo le labbra incollate la aprì ed in un attimo si infilò dentro, concedendo finalmente ai loro corpi di entrare in contatto totale.

Il cervello di Nic andò in tilt: stava succedendo davvero. E come una paradossale metafora, la loro prima volta si stava per compiere alle pendici del monte Everest, simbolo delle difficoltà, delle sofferenze e delle frasi non dette che durante gli ultimi anni li avevano portati finalmente a raggiungere la vetta dei loro sentimenti. Una salita piena di ostacoli, impervia e ricca di contraddizioni che, almeno all'apparenza, si trasformò in quei precisi istanti in una poderosa eco di libertà.

Incuranti delle mani fredde, gli "Spaziali" se le infilarono reciprocamente sotto i maglioni sondando con i polpastrelli ogni centimetro di carne mentre le loro lingue erano ormai attorcigliate in unico e bagnatissimo nodo. Le loro erezioni pulsavano e si scontravano attraverso i pantaloni come spade affilate in un duello.

Con un movimento delicato delle mani, Nicolas scese giù e slegò la cintura di Dario, poi, fece lo stesso con la sua, sperando che la sua mossa non venisse percepita come troppo azzardata. Al contrario, non appena Dario si sentì libero, non esitò ad abbassarsi in un solo colpo i pantaloni e le mutande, ripetendo poi lo stesso gesto con quelli di Nicolas.

La sensazione del membro bollente ed umido di Dario che iniziava a strofinarsi sul suo inguine lasciando una scia di liquido pre-seminale ad ogni colpo mandò Nicolas al settimo cielo. In quella posizione non aveva una visuale perfetta, tuttavia, dalla sensazione tattile che percepiva attraverso la pelle della coscia sinistra, il pisello di Dario sembrava avere dimensioni di tutto rispetto.

I maglioni sparirono pochi istanti dopo, lasciando spazio alle loro bocche di spingersi fino alla base del collo e ai capezzoli per baciarsi, mordersi e leccarsi come predatori dopo settimane da digiuno. Mentre Dario continuava a strusciarsi tra le convessità del bacino di Nic come fossero una vagina, il pisello di Nicolas finì a contatto con gli addominali di Dario, che, avvertendone la presenza, iniziò a muovere il ventre ritmicamente per donargli piacere.

Seppur tentato di spingersi oltre, Nic si trattenne dalla voglia di sgattaiolare ancora più giù ed assaporare con la bocca la virilità del suo amato. Del resto, stavano vivendo il coronamento della loro passione e, nella sua testa, per fare la puttanella ci sarebbero state altre innumerevoli occasioni.

I loro corpi rimasero avvinghiati in quella posizione per almeno trenta minuti, forse anche di più, poi, al limite della loro sopportazione, Nicolas afferrò contemporaneamente il pisello di Dario ed il suo con la mano destra fino a condurli in un poderoso orgasmo simultaneo che si tradusse in due densissimi schizzi di sperma bollente che impattarono su tutta la lunghezza del torso di Nic.

Ansimanti, gli "Spaziali" continuarono a baciarsi senza profferire alcuna parola, poi, esausto, il corpo di Dario si schiacciò su quello di Nicolas incurante dei liquidi che si sparsero ovunque sui loro petti come un potentissimo collante.

A Nic non restò che abbracciarlo ed iniziare ad accarezzare la schiena di Dario mentre lui iniziava a prendere sonno. Una lacrima di felicità gli scese dagli occhi: Dario era suo. Era finalmente suo.

Senza nemmeno spegnere la lampada da campo, il sonno prese dunque il sopravvento sulle loro anime unite.

Sì, come una paradossale metafora gli "Spaziali" erano finalmente riusciti a raggiungere la vetta dei loro sentimenti e a portare a termine la faticosa salita che avevano intrapreso da lungo tempo. Tuttavia, se vista dalla vetta, una salita si trasforma immediatamente in una discesa. E le discese, se affrontate male, possono rivelarsi ancora più faticose, introducendo il rischio di ruzzolare giù verso scenari inimmaginabili che non si erano mai presi in considerazione.

E di questo, Nicolas se ne sarebbe accorto poche ore dopo.

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