Il Braccio, La Mente e La Mano

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Ben oltre l'orario pianificato dalla Produzione, le tre coppie finaliste vennero trasportate in una struttura alberghiera situata in prossimità del monte Fuji, visibile nella sua interezza dalle finestre di ogni stanza presente in hotel

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Ben oltre l'orario pianificato dalla Produzione, le tre coppie finaliste vennero trasportate in una struttura alberghiera situata in prossimità del monte Fuji, visibile nella sua interezza dalle finestre di ogni stanza presente in hotel. Durante il tragitto, consapevoli dei rallentamenti delle registrazioni rispetto alla tabella di marcia causati dai "Giornalisti", gli autori comunicarono al cast che la finale sarebbe slittata di ventiquattro ore, permettendo così ai concorrenti di giovare di un appropriato riposo, e, allo staff stesso, di gestire con le dovute accortezze del caso la fuga di notizie avvenuta nelle ultime ore.

Come spesso accade quando si arriva ad un passo dal centrare un obiettivo per il quale si è lottato a lungo, l'adrenalina di Nicolas e Dario nell'immediato post-semifinale scese di colpo, proiettandoli in uno stato di pace interiore che, almeno per qualche ora, avrebbe permesso loro di mettere da parte le asperità del recente passato e concentrarsi su tutto ciò di positivo che l'imminente futuro aveva da offrirgli:

"Praticamente... Non ci resta che vincere!" – Constatò Dario attonito, fissando con lo sguardo perso verso un imprecisato punto dell'ascensore che li avrebbe condotti verso la loro camera.

"Hai detto niente! Non ci basta aver fatto gli Sherlock Holmes e Watson della situazione... Con l'ultima puntata sarà come ricominciare da zero..." – Osservò Nicolas con sensato realismo.

"Più Super Pippo e Topolino, a naso!" – Scherzò Dario mettendo a paragone le loro differenti stature – "Comunque sia sì, certo, non sarà facile... Però cazzo Nic, ti rendi conto? La finale!" – Aggiunse continuando a fissare nel vuoto.

"Mi rendo conto Dario, ma riprenditi adesso, mi fai impressione!" – Esclamò Nic notando che, nonostante le porte dell'ascensore si fossero aperte spalancate sul loro piano di destinazione, lui rimaneva fermo al suo interno, immobile e trasognante.

Il fanciullesco stupore di Dario, in realtà, celava nelle pieghe della sua incapacità di esprimere emozioni senza prima metabolizzarle e comprenderle, la profonda meraviglia (ed in un certo senso il vanitoso quanto giustificato autocompiacimento) di aver dimostrato a sé stesso e al mondo intero di essere in grado non solo di raggiungere un obiettivo prefissato, ma anche di farlo superando ogni più rosea aspettativa.

Nell'arco della sua vita, sia professionale che privata, nonostante Dario fosse perfettamente consapevole delle sue potenzialità sopra la media rispetto ai coetanei, era sempre stato ostacolato dalla sua innata tendenza al pessimismo e al criticare il comportamento di coloro che incrociavano il suo cammino, arrivando così ad utilizzare la scarsa fiducia verso il prossimo per giustificare il suo "non crederci fino in fondo".

Nel passato recente, era stato così per la stesura del suo libro e l'imminente pubblicazione, dichiarandosi pronto a fare un passo indietro per "colpa" dell'editore, quando, in Nepal, la Produzione del programma gli comunicò che c'erano stati dei disguidi e solamente l'intervento di Nicolas riuscì a salvare la situazione. E, in fin dei conti, quello stesso atteggiamento era anche alla base del suo rapporto con Nicolas stesso, impossibilitato ad evolvere in qualcosa di più, proprio a causa della sua visione critica e pessimistica della realtà che lo spingeva a mettere da parte i sentimenti per concentrarsi su una vita sentimentale forse meno felice, ma priva di insidie.

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