Il Futuro Visto Da Una Panchina

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Il tanto sudato accesso in semifinale galvanizzò gli "Spaziali" a tal punto che, una volta raggiunta Nagoya e l'albergo dove avrebbero pernottato, i due decisero di rinunciare a riposarsi nella loro stanza e di uscire ad esplorare la città

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Il tanto sudato accesso in semifinale galvanizzò gli "Spaziali" a tal punto che, una volta raggiunta Nagoya e l'albergo dove avrebbero pernottato, i due decisero di rinunciare a riposarsi nella loro stanza e di uscire ad esplorare la città. Del resto era ancora primo pomeriggio e, indipendentemente dal poter essere eliminati durante la penultima tappa o dal riuscire a qualificarsi per la finale, Nicolas e Dario si resero conto di avere ben poche possibilità di visitare liberamente il Giappone senza la pressione della gara. Ogni singolo minuto di libertà era dunque prezioso per perdersi nelle stranezze culturali ed architettoniche di una delle mete turistiche più desiderate dai viaggiatori di tutto il mondo.

Attraversata dal fiume artificiale Hori, Nagoya trae le sue origini dal diciassettesimo secolo, quando, grazie alla sua posizione strategica in prossimità dell'oceano, alcuni pescatori e commercianti decisero di stanziarsi permanentemente sul posto e fondare una comunità. Nel corso degli anni, la popolazione urbana passò dai centomila abitanti iniziali ai quasi tre milioni attuali. Un numero molto simile a quella di Roma, volendo fare una comparazione con l'Italia.

Circondati da una vasta distesa di grattacieli e palazzi commerciali che facevano da contrasto a numerosi templi e pagode disseminate qua e là tra le strade, Dario e Nicolas si divertirono a ficcare il naso nei luoghi più assurdi, rimanendo scioccati dall'esistenza di negozi interamente dedicati all'abbigliamento per gatti, distributori automatici di bibite che erogavano anche brodo caldo, persone che andavano tranquillamente in giro vestite come i loro eroi preferiti dei manga e bancarelle di street food che vendevano croccantissimi waffles a forma di Pokèmon e ripieni di crema.

Senza allontanarsi troppo dall'hotel con il rischio di perdersi, i due raggiunsero il parco di Shirakawa e, approfittando del bel tempo, si appropriarono di una panchina per godersi in santa pace il loro piccolo momento di gloria.

"Io non riesco ancora a crederci! Ma ci pensi cazzo? Siamo riusciti ad arrivare quasi in fondo al programma!" – Esclamò Dario con lo sguardo perso nel vuoto per l'incredulità.

"Eh già..." – Sospirò Nicolas – "Più che di questa cosa, mi stupisco del fatto che non mi sia ancora esploso il cervello. Già questa è una vittoria"

Dario fece finta di non cogliere quella velata provocazione e proseguì:

"Cioè, se ci pensi, in partenza noi eravamo la coppia meno conosciuta da tutti! Io onestamente ero convinto che ci avessero preso come cuscinetto per sbatterci fuori alle prime puntate e permettere ai veri Vip di andare avanti più a lungo nel gioco. Per carità, ci sta eh! Almeno nelle fasi iniziali dei reality, il pubblico è sempre interessato a vedere come se la cavano i personaggi più noti... Però oh! Ci è andata di lusso. Questo mi rassicura anche sul futuro e sulle mie decisioni... Sai Nic, benché a me le logiche di mercato facciano schifo, partire già con una buona popolarità è indubbiamente un grande aiuto. Se fino a qualche giorno fa lasciare Space Valley mi sembrava un salto nel vuoto, adesso inizio a credere che le cose possano veramente prendere una buona piega... Timidamente, ma ci credo!"

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