Tre Coppie Appese A Un Filo

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Una serie di terrificanti colpi metallici rimbombò nella capsula di Nicolas il mattino seguente, facendolo svegliare di soprassalto fino a fargli sbattere la testa violentemente contro il soffitto

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Una serie di terrificanti colpi metallici rimbombò nella capsula di Nicolas il mattino seguente, facendolo svegliare di soprassalto fino a fargli sbattere la testa violentemente contro il soffitto.

"Ma che cazzo succede!" – Urlò massaggiandosi la fronte dolorante mentre, con l'altra mano, tentava di aprire la membrana di plastica sigillante per sbirciare all'esterno. Appena ci riuscì, vide immediatamente la figura di Dario sbracciarsi per attirare la sua attenzione.

"Non ti sento! E'tutto insonorizzato! Che c'è?" – Esclamò preoccupato.

In preda alla disperazione, Dario gli fece cenno di sbrigarsi ad aprire il portellone. Nic eseguì:

"Nicolas cazzo! Abbiamo lasciato la sveglia nel tuo zaino ma ci siamo dimenticati di puntarla ieri sera! Sono le sette e dieci, mi sono svegliato con il walkie talkie e Costantino che diceva di raggiungerlo al traguardo finale. I macchinisti sono qui fuori ma non sapevano in che capsula eravamo, pensavano fossimo spariti da qualche parte! Devi uscire da lì dentro ADESSO!" – Tuonò concitatamente.

"Ma Cristo..." – Si interruppe di colpo Nic notando la presenza delle telecamere, prima di lanciare una bestemmia che sarebbe rimasta negli annali degli archivi Rai – "Inizia ad andare in strada e fermare le macchine! Io arrivo, devo solo infilarmi i vestiti!"

"Sbrigati!" – Urlò nuovamente Dario, afferrando anche lo zaino di Nicolas per portarlo fuori e velocizzare i tempi.

Frastornato dalla botta in testa e dal sonno interrotto, Nic s'infilò la maglietta al contrario e si lanciò letteralmente dall'imbocco della sua capsula, rischiando di spaccarsi anche le caviglie. Poi, sbarellando, guadagnò l'uscita dell'hotel... Rendendosi conto che era in corso uno spaventoso temporale.

Nel giro di pochi istanti, i suoi capelli ed i suoi vestiti vennero interamente intrisi dall'acqua piovana.

"Ma che meravigliosa giornata di merda!" – Commentò a pieni polmoni suscitando l'ilarità dei cameramen.

A pochi metri di distanza, completamente zuppo Dario si stava dimenando in mezzo alla strada, cercando di fermare le macchine. Gli automobilisti giapponesi, già restii di loro ad infrangere il codice della strada, sembravano ignorare di proposito la disperata richiesta d'aiuto, disincentivati anche dal fatto che, facendoli salire a bordo, avrebbero trasformato l'interno delle loro vetture in un sudicio ricettacolo di liquidi e fanghiglia.

"Dario aspetta! Vieni un attimo qui, mettiamoci la mantella altrimenti ci scambiano veramente per due pazzi usciti dal manicomio!" – Lo richiamò Nicolas rovistando negli zaini per recuperare i k-way in dotazione.

Il tempo iniziò a scorrere inesorabile e, oltre alla ventina di minuti di ritardo accumulati per colpa della sveglia, gli "Spaziali" dovettero attendere almeno altri tre quarti d'ora prima che un panciuto camionista acconsentì di farli salire sul suo imponente mezzo e portarli fino a Okazaki.

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