18. Ti converrebbe guardare nella tua cassetta delle lettere

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JUNGKOOK

Ho passato quella notte completamente in bianco, attanagliato da tutti i sensi di colpa per aver detto a Jimin parole che, in realtà, non avrei minimamente dovuto dire.
Eppure non riuscii a trovare da nessuna parte il coraggio per alzarmi da quel divano e bussare alla porta di fronte a me per chiedere almeno scusa.

E, poi, tra un insulto a me stesso e l'altro mi addormentai, circa alle cinque del mattino, risvegliandomi sei ore dopo con la testa completamente svuotata.

Peccato che, meno di due istanti più tardi, mi ricordai il motivo per il quale la sera precedente sono rimasto sveglio per ore con lo sguardo sbarrato sul muro di fronte a me.

Mi diressi in cucina quasi ciondolando, non riuscendo a far altro che pensare a quanto mi odiassi in quel momento. Sensazione che continuava ad aumentare sempre di più ad ogni morso che davo alla mela che avevo in mano.

Inutile dire che, venti minuti dopo, mi alzai di scatto dalla sedia, prendendo alla rinfusa dall'armadio un paio di jeans ed una maglietta, indossandoli subito dopo, e dirigendomi a grande falcate verso l'appartamento di fronte al mio.
Rimasi solamente a guardare lo spioncino, sospirando di tanto in tanto, per svariati minuti, rendendomi conto solo dopo questo arco di tempo che, probabilmente, dopo le mie parole della sera precedente Jimin non avrebbe voluto vedermi neanche con un binocolo.

Ma, effettivamente, ero lì davanti a quella porta per chiedere scusa, quindi...

Presi un ultimo respiro e, poi, bussai con la mano destra, aspettandomi di sentire quantomeno dei passi all'altro capo della porta.
Ma, invece, non sentii assolutamente niente.

Mi morsi il labbro inferiore in segno di nervosismo, provando, di nuovo, a bussare per un paio di volte e, poi, a suonare il campanello una singola volta, chiaramente ottenendo sempre lo stesso risultato.

La domanda che mi feci in quel momento fu: Jimin non era veramente a casa oppure stava semplicemente facendo finta che io non avessi mai bussato alla sua porta?

Iniziai a passarmi le dita tra i capelli con frustrazione, tirandoli leggermente.
Solo dopo questo decisi di andare da Yoongi per chiedergli se avesse visto Jimin uscire o altro. Giusto per capire se il problema fossi io oppure no...

Suonai al suo campanello con molta meno ansia rispetto a quella che avevo qualche minuto prima, rivolgendogli un sorriso di circostanza non appena il suo viso mi comparve davanti.
Yoongi, dal canto suo, non appena si accorse che quello alla porta fossi io mi guardò con aria stranita, chiedendomi cosa ci facessi lì.

"Posso entrare?" gli chiesi solamente, rendendomi conto che quello di cui volevo parlargli non era un argomento da poter affrontare sul ciglio di una porta.
"Certo, Kook. Basta che mi dici perchè hai quella faccia..." mormorò lui in risposta, prendendomi per un braccio e facendomi sedere sulla poltrona di fianco al divano.
"Lo sai che è una cosa lunga, vero?" gli domandai subito dopo, già avvertendolo del fatto che saremmo potuti rimanere lì per un po'.
"Lo immaginavo. Inizia, allora, così finiamo prima" mi rispose lui in tono divertito, sedendosi di fronte a me e rivolgendomi, poi, un'occhiata comprensiva.

Io, allora, feci quello che mi aveva detto, iniziando a raccontargli tutto quello che era successo dal momento stesso in cui avevo raccontato del mio passato a Jimin fino alle parole che l'avevano spinto a scappare da casa mia.

Ma...durante tutto il racconto vidi Yoongi quasi distratto. Nel senso, lo sapevo che mi stava ascoltando, ma il suo sguardo era sempre rivolto verso la porta, quasi che si aspettasse di veder entrare qualcuno da un secondo all'altro.

"Yoongi, ma aspetti qualcun altro che sei così agitato e che guardi continuamente la porta?" gli chiesi circa a metà del mio discorso, infatti.
"Chi? Io? Ma no, figurati" balbettò lui in risposta, invitandomi, poi, con un cenno della mano a riprendere a parlare.

Fu così che finii di raccontargli il tutto con un'espressione ancora stranita, dalla sua reazione, sul volto, chiedendogli, alla fine delle mie parole, se sapesse se Jimin fosse a casa oppure no.

"Non l'ho sentito uscire. Ma non so nemmeno se sia in casa, effettivamente" mi rispose lui in tono quasi sbrigativo, posando, poi, lo sguardo, per l'ennesima volta, sulla porta.
Fu con quel tono e con quell'ultimo sguardo che confermai, nella mia testa, la teoria che mi ero fatto.

"Yoon, non mentire. Tu stai aspettando qualcuno, vero?" gli domandai qualche secondo più tardi, ottenendo come reazione il fatto che lui annuì con la testa ripetutamente.
"Ed allora perchè non me l'hai detto subito? Me ne sarei andato".
"Perchè avevi una faccia dipinta addosso che non ti ho mai visto. E, per una volta che vuoi parlare di qualcosa di tua spontanea volontà, come faccio a mandarti via?
Comunque, Kook, sono veramente fiero di te per aver detto a Jimin cosa ti è successo. Finalmente non è più solo un segreto tra te e te stesso.
Stai...cambiando da quando è arrivato lui" mi rispose lui in tono serio, mettendomi, poi, una mano sul braccio in segno di conforto.

"Peccato che potrei aver rovinato tutto" gli risposi in tono malinconico, alzandomi da quella poltrona e dirigendomi, di nuovo, automaticamente verso la sua porta di casa.

"Hai provato a scrivergli o a chiamarlo?" mi chiese Yoongi raggiungendomi ed aprendomi la porta, quasi ringraziandomi con lo sguardo per aver capito che fosse il caso che me ne andassi.
Io scossi leggermente la testa, dicendogli che avrei provato a contattarlo in quel modo e, poi, ringraziandolo del tempo che mi aveva dedicato anche se, in realtà, non ce l'aveva.

Solo dopo un suo sorriso di circostanza uscii dal suo appartamento e mi chiusi la porta alle spalle, decidendo di uscire un po' da quell'edificio per prendere una boccata d'aria e, solo poi, di scrivere a Jimin.
Peccato che, per le scale, incontrai una persona che con quel condominio non c'entrava niente...

"Allora sei tu quello che Yoongi aspetta con quasi l'ansia euforica addosso" dissi a Tae in tono divertito non appena i nostri sguardi si incrociarono.
"D-davvero?" balbettò lui con sorpresa, probabilmente non riuscendo a crederci.
"Sì...non so che rapporto ci sia tra di voi, ma sei riuscito a "scuoterlo" parecchio. Se capisci cosa intendo".

Le labbra di Tae si aprirono in un sorriso quasi radioso, dopo il quale abbassò la testa per non farsi vedere.
Come se quasi si vergognasse del gesto che aveva appena fatto.

"Sai che fine ha fatto Jimin, per caso? Ho provato a bussare e suonare alla sua porta mille volte, ma..." gli chiesi allora, per cambiare argomento in modo che potesse sentirsi più a suo agio.
"Jimin è andato a Busan un paio di giorni a trovare i suoi genitori" mi rispose lui con sicurezza.
"Ah, non lo sapevo. Non me l'ha detto, quindi..." iniziai a dire, venendo, però, interrotto dalle sue parole successive.
"Lo so. Mi ha chiamato prima dicendomi che non l'ha detto a nessuno".

Io annuii solamente, sentendomi quasi tradito dal fatto che avesse detto che "partiva" a Tae e non a me.

"Jimin mi ha anche detto che ti converrebbe guardare nella tua cassetta delle lettere" aggiunse lui dopo un po', dandomi una pacca sulla spalla e, poi, continuando a salire le scale come se nulla fosse.

Io rimasi lì per un paio di secondi con aria confusa, ma, poi, mi dissi che, visto che Jimin era tornato a Busan, tanto valeva provare a vedere se ci fosse realmente qualcosa nella mia cassetta delle lettere.
Così scesi le scale fino ad arrivare al piano terra, avvicinandomi a tutti gli stipetti che venivano usati dal condominio come luogo dove lasciare la posta.

Aprii il mio stipetto, trovandoci dentro una busta bianca completamente anonima, quindi senza nemmeno una scritta, un nome o qualsiasi altra cosa.
Ma, dopo "l'indizio" che mi aveva dato Tae, riuscii a concludere da solo che era da parte di Jimin.

E la domanda che mi sorse spontanea non appena me la rigirai tra le dita fu: quella "lettera" avrebbe risolto tutti i problemi che si erano creati tra di noi oppure li avrebbe fatti peggiorare ancora di più?

SPAZIO AUTRICE:

Allora, so che, in questo momento, starete pensando che la storia sta andando avanti con molta "calma", se così possiamo dire, ma...avevo bisogno di rendere tutta questa parte relativa ai loro passati più lunga in modo da poterla rendere al meglio per la parte della storia che deve ancora venire.

Secondo: apriamo un giro clandestino di scommesse. Secondo voi, cosa ci sarà scritto nella lettera di Jimin?👀

E...dopo queste parole è il caso che torno a studiare, visto che domani ho un esame. Buona giornata a tutti!✌🏻❤️

•To feel alive {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora