25. Ormai ti ho capito

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YOONGI

"Porca puttana" mormorò Tae con aria quasi estasiata scostandosi da sopra il mio corpo e distendendosi al mio fianco sul letto.
"Ma è possibile che dici queste due esatte parole ogni volta che finiamo di scopare?" gli chiesi io in finto tono di scherno, ricevendo, come reazione, un pugno sul braccio.

"Non mi pare che a te non sia piaciuto, comunque" mi rispose subito dopo in tono secco, guardandomi con finta aria offesa.
"Tanto lo sai che scherzo" mormorai alzando le spalle, girandomi, poi, sul fianco ed accoccolandomi nell'incavo della sua spalla.

"Come siamo finiti così?" sentii domandare a Tae dopo qualche minuto, nei quali aveva iniziato ad accarezzarmi i capelli con calma e dolcezza.
"Cosa mi stai chiedendo esattamente? Come abbiamo fatto a passare da un pompino improvvisato in camera mia nel bel mezzo di una festa schifosa ad un relazione in tutto e per tutto in praticamente un mese?" gli chiesi senza usare mezzi termini, scoppiando, poi, a ridere al pensiero di quello che avevo appena detto.

"Io l'avrei detto in un modo un po' più carino, ma...sì, il concetto è quello" mi rispose lui con aria divertita, attorcigliandosi una mia ciocca di capelli intorno al dito e tirandola leggermente.
"Non lo so, sinceramente.
Nel senso: io sono sempre stato un tipo che dalle relazioni ci scappava perchè non voleva legarsi con nessuno.
Con te, invece, mi è praticamente venuto naturale il voler conoscerti meglio ed il voler vederti ancora ed ancora.
Quindi...penso che sia tu quello che ha cambiato le cose" gli spiegai in tono sincero, effettivamente esprimendo quelli che erano i miei reali pensieri sulla questione.

"Così mi fai sentire quasi speciale" mormorò dopo un po', in un tono, però, quasi...amaro.
"E non lo sei, scusa?".

"Nella mia vita sono sempre stato considerato tutto fuorchè speciale, soprattutto nel momento in cui i miei genitori hanno saputo del mio orientamento sessuale.
Da allora ho iniziato una lunga lotta con loro, che è terminata solo nel momento in cui mia madre, non si sa bene perchè, ha detto a mio padre che l'importante è che io fossi in salute e felice...e non che fossi omosessuale.
Poi le cose sono andate in salita, ma io non mi dimenticherò mai delle loro espressioni deluse ogni volta che posavano lo sguardo su di me.
Quindi...no, non sono per niente speciale" mi rivelò con estrema calma, iniziando, poi, a picchiettare con il dito sulla sua gamba probabilmente nel tentativo di calmarsi.

"Beh, per me lo sei" gli dissi allora, stringendomi tra le spalle quasi in segno di imbarazzo.
"E sai cosa? Questo mi basta e mi avanza" mi rispose Tae in uno dei soliti toni dolci che avevo imparato ad apprezzare, avvicinandosi, poi, a me per lasciarmi svariati baci a stampo per tutta la faccia.

"Smettila!" iniziai a lamentarmi in tono divertito dopo qualche secondo, iniziando a dimenarmi nel momento in cui le sue mani finirono sotto il lenzuolo e cominciarono a farmi il solletico praticamente ovunque.

Fu solo quando sentimmo un rumore provenire dal soggiorno che ci fermammo entrambi di scatto, rimanendo nell'attesa di qualsiasi altro rumore.

"Buongiorno mondo!" sentii improvvisamente urlare dal soggiorno, arrivando alla conclusione che Hobi fosse ritornato a casa meno di mezzo secondo più tardi.

"Ah, è solo lui" mormorai, infatti, rendendomi conto, qualche istante più tardi, che tutto il solletico di Tae ed il mio dimenarmi ci aveva portati ad essere completamente senza coperte ad avvolgere i nostri corpi ancora nudi.

"Hobi, non entrare per favore" urlai subito dopo, sperando che lui capisse il concetto.
"C'è Tae e siete nudi, vero?" gli sentii chiedere in tono divertito, sentendo, inoltre, i suoi passi avvicinarsi fino alla porta della mia stanza ed assestarsi lì davanti.
"Sì" risposi solamente, mentre Tae, invece, salutò Hobi ed iniziò una conversazione sul nulla, praticamente, insieme a lui a distanza di una porta.

"Comunque volevo solo avvisarti con ben due giorni di preavviso che sabato do un'altra festa qui" mi disse Hobi non appena finì di parlare con Tae.
"Ancora?" gli domandai in tono visibilmente seccato, ottenendo uno schiaffetto sul braccio da parte di Tae, segno che stava, ovviamente, ad indicare che avrei dovuto trattare Hobi un po' meglio.

"Ormai è passato più di un mese dall'altra" mi rispose lui con leggerezza, sempre senza spostarsi da davanti alla mia porta.
"Fai come ti pare" gli dissi in tono calmo e controllato, rivolgendo, poi, un'espressione che stava quasi a chiedere: "Ora sei contento?" a Tae.
"Grazie, migliore amico della mia vita. Comunque, veramente brutto parlare da dietro ad una porta. Ma...ora vado, così potete finire di fare le vostre cose" salutò rapidamente Hobi, allontanandosi dal luogo dove era rimasto negli ultimi minuti e, probabilmente, rinchiudendosi in camera sua.

"Prima o poi mi trasferisco..." mormorai ironicamente subito dopo, rivolgendo, poi, un'occhiata divertita a Tae, che, però, aveva dipinta in faccia un'espressione maledettamente seria.
"Dici sempre così e, poi, al solo pensiero ti compare un'espressione malinconica sul volto.
Non te ne andresti mai da questo appartamento a meno che anche Hobi non se ne vada.
Ormai ti ho capito, Yoon" mi disse lui dopo un po', facendomi praticamente sprofondare nelle mie spalle.

Tutto perchè nessuno aveva mai capito che, dietro tutti quei modi bruschi che avevo con Hobi, c'era la paura di perdere anche lui.
E, non mentiamoci, se avessi perso l'ancora che mi aveva tenuto in piedi per tutta la vita non ne sarei uscito bene.

"Non posso nemmeno più fingere di essere un duro con te, ora" gli dissi con aria quasi offesa, non potendo, però, evitare di riavvicinarmi a lui e farmi circondare dalle sue braccia.
"Non ti serve fare il duro con me. Mi hai già conquistato" mormorò Tae dopo un po', iniziando a darmi leggeri baci sul lobo dell'orecchio, scendendo, poi, sul collo, dove morse un punto con più forza.

Perso com'ero per via dei suoi baci non mi accorsi nemmeno del fatto che la mano di Tae si era avvicinata pericolosamente alla mia erezione, iniziando ad accarezzarne la punta subito dopo.

"Tae, fermo. Hobi ci sente se lo rifacciamo" mormorai in un momento di lucidità mentale tra un tocco e l'altro di Tae, ottenendo solamente come risposta: "L'altro giorno l'abbiamo sentito per un'ora con...come si chiama. Quindi voglio la mia vendetta".

Dopodichè iniziò a muovere la mano sulla mia intimità con molta più velocità, facendomi inarcare la schiena ed ansimare dal piacere.
Cercai di mettermi una mano sulla bocca per non fare troppo rumore, ma Tae me la tolse con forze, dicendomi: "Urla pure. Mi piace sentirti".

Inutile dire che, quando uscimmo dalla stanza circa un'ora dopo per cenare, trovammo Hobi seduto in una sedia in cucina che iniziò ad applaudire per la nostra "performance" con molta euforia...

SPAZIO AUTRICE:

Ammettiamolo, un capitolo così ci voleva nella storia😂.

Detto questo, torno a guardare le mie fantastiche lezioni registrate su Teams e vi mando tanti baci🥺❤️.

•To feel alive {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora