43. Sei pronto?

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JIMIN

Jungkook ed io stavamo praticamente correndo per tutto il teatro, con l'intenzione di arrivare all'ingresso per poi, appunto, uscire, con due sorrisi radiosi dipinti in faccia o, in alternativa, senza riuscire a smettere di ridere.
Peccato che, poi, finii involontariamente sopra qualcuno visto che stavo guardando Jungkook dietro di me e non dove stessi andando...

"Mi scusi" mormorai in tono imbarazzato, rendendomi conto, però, che la persona sulla quale fossi andato a sbattere, in realtà, la conoscevo benissimo.
"Minkun, sei tu. Ritiro le mie scuse, allora" gli dissi con aria ironica, notando un sorrisetto divertito anche sul suo viso.

"Vedo che...avete chiarito" suppose dopo un paio di secondi, indicando con l'indice Jungkook e, poi, spostandolo da lui a me ripetutamente.
"Sì, stavamo andando a..." iniziai a dire con leggerezza, bloccandomi perchè, effettivamente, non mi pareva il caso di continuare quella frase un po' compromettente.
"Ho capito già da solo. Non preoccuparti" mi rispose lui con aria allusiva, facendomi anche un occhiolino d'intesa.

"Se dovete dirvi qualcosa vi lascio parlare" intervenne Jungkook alle mie spalle, rivolgendo, sia a Minkun che a me, un sorriso di circostanza.
"Non so se dobbiamo parlare. Dipende. Avremo occasione di farlo più avanti a Incheon, Jimin, oppure no?" fu la risposta di Minkun, con la quale mi resi conto, per l'ennesima volta, che quel ragazzo avesse una parlantina ed un modo di portare i discorsi dove voleva lui che erano incredibili.
"Non credo" gli rivelai con sincerità, guardandolo con un po' di dispiacere, nonostante tutto.

"Allora...vorrei parlare un attimo con lui se non ti dispiace, Jungkook" concluse Minkun dopo qualche istante, rivolgendo lo sguardo verso la persona alle mie spalle e ringraziandola con un cenno nel capo nel momento in cui quest'ultima mi sussurrò all'orecchio che mi aspettava fuori e, poi, sorpassò velocemente i nostri corpi per piazzarsi nel piccolo piazzale fuori dal teatro.

Posai, poi, di nuovo lo sguardo su Minkun, notando che lui, invece, non l'aveva mai distolto da me.

"Grazie di tutto" mormorò dopo qualche secondo, in tono quasi eccessivamente riconoscente e malinconico.
"Perchè mi stai ringraziando, Minkun? Non...ho fatto assolutamente niente io. Sei tu quello che mi ha dato lezioni ed un posto dove vivere gratis per sei mesi" ribattei in tono confuso, non riuscendo veramente a capire la motivazione che stesse dietro alle sue parole.

"Perchè sei riuscito a perdonarmi nonostante tutta la merda che ti ho fatto passare. E, fidati, ti sarò grato per sempre per questo" mi spiegò con sincerità, abbassando lo sguardo in quanto lievemente in imbarazzo.
"Allora...prego" mormorai avvolto da una strana aura di tristezza che mi era appena salita dalla bocca dello stomaco.

"Mi mancherà vederti ogni giorno. Dio...tu non hai idea di quanto vorrei che quel giorno di, ormai, tre anni fa io mi fossi comportato in maniera diversa, perchè, forse, ora ti avrei ancora tutto per me. I rimpianti di non averti trattato come meritavi mi hanno ucciso in questi mesi" gli sentii dire dopo qualche secondo di silenzio, capendo che mi stava esprimendo direttamente i suoi sentimenti ancora vivi per me dopo sei mesi in cui aveva tentato di tenere il tutto nascosto.

"Minkun, io non sono mai stato la tua "persona speciale". E tu, sebbene ho creduto il contrario per molto tempo, non sei mai stato la mia.
E sai qual è la cosa bella di tutto questo? Che quella persona è lì fuori che ti aspetta. E se tu continui a rivangare il passato ed a tormentarti perchè, a saperlo, avresti fatto le cose diversamente, non ti renderai conto che magari ce l'hai proprio al tuo fianco.
Quindi, promettimelo: lasciami andare. Okay?" gli chiesi nel tentativo sia di consolarlo che di aiutarlo, perchè, effettivamente, Minkun, dopo come si era comportato negli ultimi mesi, meritava il mondo.

"Solo se tu mi prometti un'altra cosa" fu la sua risposta pronunciata ad un tono di voce talmente basso che se mi fossi trovato a qualche centimetro in più di distanza da lui non avrei sentito.
"Cioè?" gli domandai incuriosito, pensando, nel mentre, cosa la sua testa bacata si fosse potuta inventare.

"Non smettere di ballare di nuovo. Prova a fare qualche audizione in giro. Ti prenderanno, fidati di me. Il talento non si perde mai" mi disse con sicurezza, pregandomi con lo sguardo di seguire il suo consiglio.
"Ci sto" gli risposi con un sorriso dipinto sul volto, prendendolo, poi, per un braccio e tirandolo verso di me per stringerlo in un abbraccio un po' goffo ed imbarazzante.

"Ci vediamo al tuo primo spettacolo, allora. Perchè, fidati, se non mi manderai un biglietto avrai dei seri problemi con me" mi avvisò, puntandomi un dito addosso, nel momento in cui ci slegammo dall'abbraccio, facendomi scoppiare in una leggera risata.
"Certo, non ci penso minimamente a farti arrabbiare" conclusi in tono divertito, rivolgendo, poi, un'occhiata verso Jungkook, che stava camminando avanti ed indietro nell'attesa.

"Vai da lui" sentii dire all'improvviso a Minkun, notando, non appena riposai lo sguardo verso di lui, il sorriso malinconico, ma allo stesso tempo caloroso, che aveva dipinto in faccia.
"Allora...ci vediamo" mormorai con un pizzico di amarezza, salutandolo con la mano e, poi, raggiungendo Jungkook alla velocità della luce.

Inutile che vi dico che, quando quest'ultimo fece intrecciare le nostre mani ed iniziò a trascinarmi verso la mia vecchia casa, tutta la malinconia fu sostituita da un'eccitazione piuttosto euforica...

*******

"Dio, rivedere questo condominio un po' malandato fa un certo effetto" mormorai con incertezza, non riuscendo a spostare lo sguardo dall'edificio di fronte a me per qualche altro secondo.
"Perchè?" mi chiese Jungkook in tono confuso, prendendo la chiave ed aprendo il portone d'ingresso.
"Perchè non è mai stata mia abitudine ritornare definitivamente in un posto dal quale ero scappato" gli rivelai con sincerità, stringendomi tra le spalle per la vergogna di quell'ammissione.

"C'è sempre una prima volta per tutto, no?" mi rispose, però, Jungkook con gioia, facendomi sentire immediatamente a mio agio con tutto quello che stava capitando.

Ma, a pensarci bene, con lui è sempre stato così...

"Sei pronto?" mi chiese con sollecitazione nel momento preciso in cui arrivammo di fronte alla sua porta. E penso possiate immaginare quanti ricordi mi faceva salire quella scena...
"Per cosa?" gli risposi in tono confuso, non riuscendo a capire.

Perchè, beh, se si stava riferendo al sesso ero prontissimo.

"Per ricominciare di nuovo qui" mi disse invece, facendomi irrigidire leggermente a causa della sorpresa.
Però, dopo qualche istante mi resi conto che sapevo già cosa rispondere senza nemmeno pensarci troppo.

"Qui avevo già "ricominciato di nuovo" quando sono arrivato un anno fa. Essere finito a Incheon è stato solo un piccolo errore di percorso".
"Ecco dove sei andato allora!" esclamò Jungkook all'improvviso con aria quasi euforica, facendomi scoppiare a ridere come se fossi stato un bambino.

Ma sapete che c'è? Che quella risata aspettavo di vederla di nuovo sul mio viso da troppo tempo...

•To feel alive {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora