JIMIN
"Il pranzo più lungo, e costoso, della mia vita" mormorai con aria stanca nel momento stesso in cui mi gettai sul divano di casa mia, chiudendo gli occhi ed incrociando le mani sulla mia pancia.
"Noi te l'abbiamo detto che non serviva che pagassi tutto tu" mi rispose Jungkook con aria un po' seccata, facendo un balzo sul divano e mettendosi a cavalcioni su di me, fissandomi con curiosità."Lo so, ma, visto che era il mio pranzo di laurea, mi pareva brutto invitarvi per poi farvi pure pagare" gli spiegai semplicemente, chiudendomi tra le spalle ma iniziando, allo stesso tempo, ad accarezzargli una guancia con il pollice.
"Solo tu fai i "pranzi di laurea", comunque..." mi disse Jungkook con aria divertita, aprendo, poi, le sue labbra in un leggero sorriso.
"Sai bene che avrei fatto una cena stasera se domani non dovessi partire per andare a Busan dai miei" gli ricordai per l'ennesima volta, quasi pensando che di quel piccolo viaggio si dimenticasse perennemente apposta.E, giusto per confermare questi miei timori, Jungkook cambiò subito completamente espressione ed argomento, chiedendomi come potessi stare comodo con ancora la camicia e la giacca addosso.
"Questa domanda è solo un pretesto per potermi spogliare, vero?" gli sussurrai nell'orecchio in tono divertito, facendogli leggermente sbarrare gli occhi.
"Ma chi? Io? No, Jimin, sono puro e casto. Non lo sapevi?" mi rispose, poi, con aria seria, senza riuscire ad evitare di scoppiare a ridere qualche secondo più tardi."Appunto" mormorai tra me e me praticamente all'istante, non riuscendo, però, a far uscire la frase di senso compiuto che avevo sulle labbra nel momento in cui vidi Jungkook iniziare a spogliarsi ancora seduto sulle mie gambe.
Inutile dire che quel ragazzo sapeva provocare le persone benissimo, quando ci si metteva...
Lo continuai a fissare quasi rapito, passando automaticamente una mano sul suo petto nudo scendendo, poi, fino alla patta dei pantaloni, dove iniziai a giocare con i bottoni, ma senza slacciarli.
E, ragazzi, tutta la stanchezza che mi sentivo in corpo fino a mezzo secondo prima sparì all'istante quando Jungkook posò il suo sguardo voglioso e quasi affamato su di me.
"Stavo pensando che oggi potevamo provare una cosa nuova..." mi sussurrò subito dopo nell'orecchio, iniziando a mordermi il lobo.
"Che idea perversa ti è venuta in mente?" gli chiesi in tono divertito mentre mi aggrappavo alla sua schiena e lo tiravo più vicino a me, spostandogli le labbra sul mio collo scoperto.Lui, in tutta risposta, mi fece mettere sui gomiti, iniziando a togliermi la giacca dalle spalle e, subito dopo, slacciandomi la cravatta, iniziando a rigirarsela tra le dita con fare divertito e provocante.
E, in meno di due secondi, capii cosa avrebbe voluto fare.
"Sempre se ti sta bene, ovviamente" mormorò dopo un po', abbassando lo sguardo quasi in segno di imbarazzo.
"Certo che mi sta bene" gli risposi d'impulso, non riuscendo a controllare l'ansia euforica, se così possiamo definirla, che avevo al pensiero di ciò che Jungkook aveva in mente.
"Bene" mi disse, allora, lui, alzandosi dal mio corpo e trascinandomi praticamente di peso fino in camera mia, dove, prima, mi tolse la camicia e, poi, mi legò i polsi alla testiera del letto, chiedendomi se non fosse troppo stretto.Scossi leggermente la testa, dicendogli poi, solamente con uno sguardo, di finire di spogliarci.
Fu quando, finalmente, Jungkook mi tolse i boxer e liberò la mia erezione, iniziando a passarci sopra la mano, che lasciai andare i numerosi ansimi di piacere che stavano attraversando tutto il mio corpo.
E, comunque, essere legato non mi stava dando per niente fastidio...forse è un problema?
Dopo un po' iniziai a mugolare il suo nome in preda a gemiti poco puri, sempre continuando ad osservare Jungkook davanti a me, che, dal suo canto, ricambiava quello sguardo con uno talmente erotico che riuscì, se fosse stato possibile, a farmi eccitare ancora di più.
"Non voglio che vieni così, però" gli sentii dire in tono divertito dopo qualche secondo, vedendolo, inoltre, togliere la mano dal mio membro.
"Allora datti una mossa, no?" gli risposi con la voce ancora poco stabile ed affannosa, cercando di sbilanciarmi in avanti, nonostante i polsi legati, il giusto per far incontrare le nostre bocche.Dopo quel gesto Jungkook si avvicinò a me in modo da rendere quel contatto molto più facile per entrambi, inserendo, a sorpresa, due dita nella mia apertura nel mentre.
Gemetti all'istante sulla sua bocca, ottenendo come reazione da parte sua un sorriso di soddisfazione.
"Kook..." mormorai solamente, tirando la testa indietro e chiedendogli, con lo sguardo, di procedere, visto che stavo per impazzire.
Lui mi fece solo uno dei suoi soliti sorrisetti che vedevo esclusivamente in queste situazioni, sostituendo le sue dita con la sua erezione subito dopo.
Iniziò a spingere con forza fin da subito, cosa che, ormai, avevo capito gli piacesse particolarmente, mettendomi le mani sui fianchi e gettando la testa verso il soffitto, iniziando a far mescolare i suoi gemiti ai miei, che, ormai, risuonavano nella pareti di quella stanza da più di qualche minuto.
Portai la mano sulla mia erezione, iniziando a pomparla, concentrandomi sul viso del ragazzo sopra di me e raggiungendo, molto poco tempo dopo, l'orgasmo.
Jungkook diede ancora qualche spinta, arrivando al culmine del piacere emettendo un gemito roco e, poi, stendendosi al mio fianco.
"Kook?" gli chiesi all'istante, con la voce ancora affannosa.
"D-dimmi" balbettò lui all'istante, quasi estasiato.
"Mi sleghi?" gli domandai in un tono a metà tra l'imbarazzato ed il divertito, ottenendo come reazione il fatto che lui compisse il gesto che gli avevo chiesto di fare all'istante, prendendomi, poi, tra le sue braccia e distendendosi a guardare un po' il nulla.Rimanemmo lì così per ore, scambiandoci solo qualche parola di tanto in tanto e girandoci sul fianco in modo da vedere il volto dell'altro per accarezzarlo dolcemente.
"Lo sai, vero, che domani devo partire e che se sto qui sotto le coperte con te ancora non posso preparare la valigia?" gli chiesi dopo tutto questo arco di tempo, facendo, poi, una risatina.
"Sì, per questo di sto stringendo così forte. Magari, poi, non te ne vai" mi rispose lui con imbarazzo, stringendosi nelle spalle."Kook, sono solo tre giorni. Mica un anno".
"Lo so, ma noi stiamo sempre insieme. E, quindi, non averti intorno anche solo per tre giorni mi spaventa" mi rivelò con sincerità, chiudendo, poi, gli occhi per non dover sostenere il mio sguardo."Ti prometto che, la prossima volta che torno a Busan, ti porterò con me, così potremmo stare insieme, ti potrò mostrare tutti i luoghi della mia infanzia e, soprattutto, potrò presentarti a mia madre" gli dissi allora, rivolgendogli un sorriso.
"Davvero?" mi chiese lui improvvisamente colmo di gioia, unendo, poi, le nostre labbra in un bacio a stampo."Certo. Vediamo il lato positivo: sicuro piacerai a mia madre molto più di Minkun" aggiunsi in preda alle risate.
"Non è che ci voglia tanto, eh"."Lo so. Ma, tranquillo, mia madre ti adorerà. Come me, d'altronde" gli risposi in tono sereno, accoccolandomi ancora un po' nel suo petto.
Ecco...forse, se non fossi andato a Busan nei giorni seguenti, tutti i mesi a venire, dopo quel giorno meraviglioso, sarebbero stati parecchio diversi...
SPAZIO AUTRICE:
Allora...in mia discolpa, non mi ricordavo che avessi scritto una smut pure in questo capitolo. Cioè, le cose stanno un po' degenerando😂.
Come probabilmente avrete capito dall'ultima frase, tra poco arriverà il "momento catastrofe" della storia, che, chi mi conosce e ha già letto altre mie storie sa che è così, ovviamente si risolverà✌🏻.
Lo scrivo giusto per informazione generale: ieri ho pubblicato una nuova storia, Who do you love?, quindi, se a qualcuno andasse di leggerla, può trovarla nel mio profilo.
Detto questo, grazie per le 7mila letture e un bacio enorme a tutti❤️.
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•To feel alive {Jikook}•
FanfictionCOMPLETATA Jeon Jungkook vive a Seoul da quando è nato, e, fin dal suo primo giorno di liceo, è sempre stato il ragazzo più affabile e desiderato dell'intero istituto. Un giorno, però, le cose cambiarono. Da quella notte e dal giorno di quella perdi...