JIMIN
"Mi raccomando: torna a trovarci presto. E portati dietro Jungkook, così, finalmente, lo conosciamo ufficialmente" mi disse mia madre in tono caloroso prima di darmi un ultimo abbraccio e di spingermi leggermente, con un piccolo colpetto sulla schiena, verso la porta d'ingresso del treno che mi avrebbe riportato a Seoul.
Fu non appena mi sedetti al mio posto in treno che mi presi qualche secondo per salutare lei e mio padre, ancora una volta, oltre al finestrino, facendomi salire, senza nemmeno pensarci, già un pizzico di nostalgia.
Effettivamente, essere andato via da Busan, e, quindi, da casa mia, dopo più di vent'anni in cui mi ero allontanato da casa lo stretto necessario è stato parecchio difficile.Mia madre, che ho sempre sentito molto più vicina di mio padre, mi mancava come l'aria...
Ma, alla fine, mi sono trasferito in fase definitiva perchè mi mancava più un mio reale sorriso di lei. E lo so che detta così sembra veramente da persona egoista, ma...in quel periodo era la cosa di cui avevo realmente più bisogno.La vibrazione prolungata del telefono nella mia tasca mi riscosse da quei pensieri un po' tetri, facendomi rispondere senza nemmeno guardare chi fosse per evitare che partisse la segreteria.
"Pronto?".
"Ehy, migliore amico scomparso. Quando hai intenzione di tornare?" sentii dire in tono divertito dalla voce squillante di Tae.
"Non sono scomparso. Lo sai bene che ero a casa dei miei genitori. Poi, sto tornando adesso" gli risposi con finta aria offesa, non riuscendo, però, a non farmi spuntare un reale sorriso sul viso."Bene, così, almeno, Hobi piange sulla spalla di qualcun altro e, finalmente, Yoongi ed io potremmo tornare a stare almeno un minimo da soli" mi spiegò lui in tono quasi imbarazzato, che me lo fece immaginare mentre si passava la mano tra i capelli cercando di nascondere la vergogna che aveva dipinta in faccia.
"Doyoung non si è ancora fatto sentire?" chiesi in tono ovvio, ben sapendo che l'unico motivo della tristezza di Hobi potesse essere questo.
"Esattamente. A questo punto, Hobi sta pensando di andare in Cina da lui per capire cosa possa essere successo.
Yoon...mi ha rivelato che non l'ha mai visto così. Principalmente perchè non l'ha nemmeno mai visto così legato emotivamente a qualcuno. E, fidati, ci sta malissimo anche lui. E, visto questo, conseguentemente ci sto male pure io" mi spiegò in tono serio, facendomi salire un pizzico di tristezza.Fu proprio mentre aprii la bocca per rispondere a quelle parole che sentii la notifica di un'altra chiamata in concomitanza, appurando, dopo un rapido sguardo, che la persona che mi stesse chiamando fosse Jungkook e, quindi, dicendo a Tae che ci saremmo visti e ne avremmo discusso dopo.
"Kook. Dimmi" risposi con urgenza non appena accettai la chiamata del mio ragazzo, iniziando a picchiettare le dita sul finestrino con nervosismo.
Il motivo era semplice: Kook ed io ci eravamo detti che non ci saremmo mai chiamati, se non prima di avvisare per messaggio, a meno che non fosse qualcosa di importante o preoccupante.
"Mi ha appena chiamato la stazione di polizia, dicendomi che potrebbero avere delle nuove informazioni su mio fratello e di andare lì il prima possibile. Quindi...non riesco a venirti a prendere in stazione" mi disse più velocemente che poteva, trafficando, inoltre, per uscire dalla porta di casa sua, visto il rumore di una porta che sbatteva che sentii.
"O mio dio...è una cosa meravigliosa" fu il mio unico commento, dopo il quale iniziai a sorridere quasi da solo.Probabilmente tutti gli altri passeggeri sul treno mi stavano guardando come se fossi un pazzo, ma, sinceramente, non mi importava.
"Lo so. Non ci credo nemmeno io" mormorò lui con voce piena di gioia.
"Ma...vuoi che ti raggiungo in stazione di polizia?" gli domandai con aria insicura, non sapendo se fosse la cosa più giusta da fare oppure no.
"No, è una cosa che devo fare da solo. Vai pure a casa ed aspettami nel mio appartamento, visto che hai le chiavi. Così sarai il primo a cui dirò quello che scopro"."Okay. Ci vediamo dopo. Ti amo" conclusi rapidamente, non riuscendo a smettere di essere almeno un po' agitato.
"Anche io. Ciao" mi disse lui prima di chiudere la chiamata.Quello che non sapevo ancora, in quel momento, è che tutto sarebbe cambiato dopo quella telefonata.
*******
Non appena arrivai nel nostro condominio come prima cosa posai la valigia nel mio appartamento, dando un po' un'arieggiata e, poi, passai a salutare velocemente gli altri senza fermarmi troppo per questioni che stetti a spiegare in minima parte.
Vi dico solo che Tae aveva iniziato a credere che dovessi andare nell'appartamento di Jungkook così di fretta solo per preparargli una "sorpresa sessuale"...
E, effettivamente, se la situazione non fosse stata quella di quel giorno l'avrei anche fatto.Invece, mi misi semplicemente seduto sul divano di Jungkook, non riuscendo, però, a lasciar andare tutto il nervosismo del mio corpo e finendo, quindi, a mettere apposto tutte le cose che il mio ragazzo aveva lasciato in giro.
Inclusa la cravatta che, dopo quella prima fantastica esperienza, avevamo iniziato ad usare molto spesso...
Fu solo circa un'ora dopo che sentii il rumore di una chiave inserirsi nella serratura e, poi, aprire la porta con cautela.
Mi fiondai in soggiorno più velocemente che potevo, trovandomelo, però, ancora girato di schiena nel tentativo di richiudere a chiave la porta.Non aleggiò nessuna parola nell'aria per un po'. E, non voglio mentirvi, la cosa mi fece una paura assurda.
"Allora? Che ti hanno detto?" gli chiesi in tono speranzoso dopo qualche altro istante di puro silenzio, continuando a fissargli la schiena, visto che non si era ancora girato.
Mi avvicinai a lui cautamente dopo che, dalle sue labbra, non giunse nessuna risposta per svariati secondi, cercando di mettergli una mano sulla spalla."Non mi toccare" mi disse in tono gelido, scostandomi la mano e gettandola, con forza, accanto al mio corpo.
"Perchè?" gli domandai in preda alla confusione, non riuscendo a capire il motivo di quella reazione e di quello sguardo spento, ma allo stesso tempo arrabbiato, che aveva dipinto in volto.
"Perchè è tutta colpa tua se io, adesso, mi ritrovo in queste condizioni" mi urlò addosso in tono secco, girandosi, finalmente, verso di me e rivelandomi i suoi occhi ricolmi di lacrime.
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•To feel alive {Jikook}•
FanfictionCOMPLETATA Jeon Jungkook vive a Seoul da quando è nato, e, fin dal suo primo giorno di liceo, è sempre stato il ragazzo più affabile e desiderato dell'intero istituto. Un giorno, però, le cose cambiarono. Da quella notte e dal giorno di quella perdi...