40. Avete bisogno di stare l'uno con l'altro

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JUNGKOOK

"Sì, sono io. Con chi sto parlando?" chiesi con timore, non sapendo, effettivamente, cosa sperare.

Qualcuno che sapesse qualcosa su Jimin? Qualcuno che sapesse se mio fratello potesse essere ancora vivo oppure no?
Non so, in quel momento, cosa sarebbe stato meglio sentirmi dire...

"Sono...Minkun" mi rispose lui dopo più di qualche secondo, indugiando parecchio prima di dirmi il suo nome. E, effettivamente, ha avuto molto più che ragione ad essere spaventato dal rivelarmi chi fosse.

"Che cazzo vuoi da me?" gli domandai con rabbia, già meditando di chiudergli la chiamata in faccia visto che mi stavo alterando visibilmente.
"Presumo che Jimin ti abbia parlato a lungo di me da questa tua reazione..." mormorò lui praticamente all'istante, pregandomi, poi, di far continuare la chiamata perchè aveva delle cose importanti da dirmi.

Alla fine, pensando, e sperando, che queste "cose importanti" potessero riguardare Jimin tentai di darmi una calmata e gli dissi di iniziare a parlare. Nonostante questo, comunque, la mia rabbia ed il mio stato di agitazione si potevano notare visibilmente da come stavo stringendo uno dei numerosi cuscini presenti sul divano di Yoongi e Hobi con forza.

"Jimin...è qui, con me. Aspetta prima di sbottare: non siamo tornati insieme. Neanche lontanamente. Abbiamo solo fatto una specie di scommessa dove io avrei dovuto aiutarlo a riprendere a ballare come un tempo. E, giusto perchè penso che tu lo voglia sapere, siamo sulla buona strada.

Comunque...ho scoperto recentemente di te. Nel senso, qui Jimin sta con un altro ragazzo circa da quando è arrivato, ma...ho notato, nell'ultimo periodo, che nella sua testa c'è perennemente un'altra persona. E, non voglio mentirti, l'ha notato anche questo altro ragazzo, che, infatti, è d'accordo con me su quello che sto tentando di fare con questa chiamata.

In tutto questo, circa una settimana fa, ho strappato di bocca a Jimin il tuo nome, capendo solamente dal tono che ha usato per parlarmi di te quanto tu sia stato importante per lui.

Come ti ho trovato e come ho preso il tuo numero non mi pare sia il caso che te lo racconto, visto che altrimenti ti sembrerei uno stalker. L'importante è che tu ti presenti, tra due mesi, alla prima a Seoul dello spettacolo della mia compagnia dove Jimin ballerà.
Ti farò avere i biglietti, per te e per i tuoi amici, in modo che possiate venire e che, lì, voi due possiate risolvere tutti i vostri problemi e tutto quello che è successo.

Sinceramente, io non so cosa possa essere, visto che è già stato difficile arrivare al tuo nome, ma, ti giuro, che non fa altro che pensare a te.
Gli manchi, tanto. Si vede. Ed entrambi, a meno che i tuoi sentimenti momentanei non siano diversi da quelli di Jimin, avete bisogno di stare l'uno con l'altro.
Quindi...che ne pensi?" mi spiegò con calma e serietà, lasciando, poi, spazio a svariati secondi di silenzio per una mia eventuale risposta.

E, ve lo giuro, avrei voluto rispondere il prima possibile a quelle parole, ma troppi pensieri e troppe domande vorticavano nella mia testa e, così, ho dovuto iniziare da quella che mi causava un senso di vuoto allo stomaco.

"Perchè stai facendo tutto questo?" gli chiesi in tono neutrale, iniziando a torturarmi le unghie della mano destra dal nervoso.
"Perchè, in passato, ho fatto del male a Jimin quando non se me lo meritava per niente, sentendomi addosso sensi di colpa, che mi hanno costretto a smettere di ballare, per più di un anno. Ed ora, almeno, gli devo un po' di felicità. Non può averla con me, ma ho l'obbligo di saperlo felice. Quindi sto cercando di raggiungere questo obiettivo attraverso te" mi rivelò con sincerità, aspettando una reazione da parte mia.

"Mi stai dicendo indirettamente che lo ami ancora, quando è ben visibile da tutti i tuoi gesti che non l'hai mai amato, solo per passare per la vittima della situazione e farmi intenerire?" gli domandai con rabbia, non volendo darla vinta così facilmente al ragazzo che aveva distrutto il cuore per la prima volta alla persona più importante della mia vita.

"No, non sono il tipo. Poi...io Jimin lo amavo veramente, solo che ero un ragazzino ancora troppo stupido per capire che il successo non mi avrebbe mai dato tutto quello che mi dava lui.
Ma, fidati Jungkook, non voglio una seconda occasione con lui o cose simili. Non me lo merito.
Voglio solo che le cose tra di voi si rimettano apposto in modo che, così, lui sarà veramente felice" mi rispose in tono completamente calmo e controllato, facendomi, così, intuire che quello che mi stava dicendo potesse essere la verità.

"Ma, allora, perchè non mi fai venire "qui", come hai già detto due volte senza effettivamente dire dove sia questo qui, e la risolviamo subito senza aspettare due mesi?" indagai ancora, cercando di prenderlo appositamente in contropiede per capire se stesse facendo sul serio oppure no.
"Penso che tu conosca Jimin come lo conosco io. E, ammettiamolo, se tu ti presentassi adesso dove sono io, e non ti dico appositamente dov'è perchè so che ci correresti subito, Jimin cosa farebbe?" mi domandò con naturalezza, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Questo Minkun era proprio bravo nel "vincere" i discorsi...

"Mi chiuderebbe la porta in faccia perchè sarebbe in un "terreno favorevole". Invece, vedendomi a teatro non potrebbe nè chiudermi la porta in faccia nè scappare perchè non ha più un posto dove poter andare a Seoul" conclusi rapidamente, capendo che, effettivamente, il ragionamento di Minkun non fosse così sbagliato.

"Esatto. Ora...ci credi alle mie parole dopo tutte queste domande?" mi chiese in tono divertito, lasciando andare una piccola risata al termine delle sue parole.
"Sarò sincero: non potrò mai fidarmi totalmente di te, visto quello che hai combinato a Jimin. Ma, visto che sei la mia unica possibilità di almeno rivederlo, ti credo" gli risposi con schiettezza, mollando, allo stesso tempo, la presa sul cuscino che tenevo ancora stretto nella mano.

"Direi che siamo già a buon punto. Ti farò sapere la data esatta della prima attraverso questo numero, con un messaggio. E spero di riuscire a farti avere i biglietti, te ne mando una decina giusto per essere sicuri, il prima possibile.
Grazie, veramente. Anche da parte di Scott, ovvero il "ragazzo", che non lo è più così tanto, di Jimin" mi disse con gratitudine, facendomi alzare un sopracciglio in tono incredulo.

"Dovrei essere io a ringraziare te, non il contrario" ribattei con aria confusa, facendomi, di nuovo, salire un po' di preoccupazione.
"Se il piano funziona avrai tutto il tempo di ringraziarmi. Per adesso, quello che sta facendo un favore all'altro sei tu. Comunque...ci sentiamo a breve" concluse con aria sbrigativa, chiudendo, poi, la chiamata senza darmi nemmeno la possibilità di rispondere alle sue parole.

Che dire? Speravo solamente, con tutto me stesso, che quella non fosse una fregatura...

•To feel alive {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora