Il filo che ci lega [Kyouten / Vlad x Axel]

294 10 65
                                    



L'ennesima volta.

L'ennesima volta che Victor scoppiava a piangere, senza motivo e all'improvviso, allarmando il fratello maggiore e facendolo correre verso di lui.

Victor cercava di asciugarsi le lacrime che gli cadevano copiose dagli occhi con le braccine, mentre tentava di spiegare il tutto al suo Vladimir, che preoccupato lo avvolgeva in un dolcissimo abbraccio.

"Ancora?" chiese semplicemente, stringendolo contro al suo petto con affetto.

Sentì i capelli blu del minore sfregarglisi contro e lo vide annuire, mentre si aggrappava al tessuto della sua maglia piangendo disperato.

"Io non so perché mi succede, Vlad, non lo so!" esclamava con la voce incrinata, guardando il fratello con i suoi grandi occhi ambra.

"Shhh va tutto bene" lo tranquillizzava il blu come faceva di solito, accarezzandogli la schiena con movimenti circolari, riempiendogli la fronte e le guance paffute di caldi baci.

In quel frangente finiva sempre che il più piccolo si addormentava, ormai calmo e rasserenato, fra le braccia del fratello maggiore, questi lo metteva a letto con estrema delicatezza. gli rimboccava le coperte e gli dava un'ultimo bacio sul viso prima di andare anche lui a dormire.

Normalmente questo sarebbe uno scenario tenero, vedere come due fratelli si amassero in modo tanto naturale e incondizionato, ma per Vladimir quella rappresentava da ormai cinque anni una specie di tortura alla quale era sempre sottoposto.

Non che non volesse bene a Vic, anzi lo amava con tutto se stesso, ma gli faceva male al cuore, ogni volta, vederlo piangere senza alcun motivo, mancare di respiro e chiedere il suo aiuto con una voce incrinata, come se gli dovesse morire davanti da un momento all'altro.

Non sapeva cosa fosse, da dove venisse, se fosse una malattia riconosciuta o no, non sapeva nulla dell'abitudine di Victor, che non solo piangeva all'improvviso, ma anche rideva, o gli apparivano ferite in una parte del corpo senza essersi davvero ferito.

Infatti, ora che il piccolo si era calmato e dormiva tranquillo, Vladimir gli aveva visto apparire un taglio sul ginocchio come per magia, eppure Victor non era caduto ne inciampato quel giorno.

Il fratello si prese la testa fra le mani disperato e lanciava degli sguardi pieni di compassione al suo Victor, mentre il taglio cominciava a sanguinare e lui, sentendo il dolore, si agitava nel sonno con una smorfia di fastidio sul volto.

Vladimir voleva aiutare il suo amato fratellino, avrebbe dato la vita per capire cosa gli stesse succedendo, ogni sera rimaneva sveglio la notte seguente cercando sulla rete delle risposte, ma non risultava nulla, ogni sito diceva cose diverse.

Victor non provava davvero la tristezza per piangere, la caduta per ferirsi, eppure le conseguenze ricadevano su di lui, come se condividesse i sentimenti con qualcun'altro.

Come se ci fosse un'altra persona insediata dentro di lui che spingeva dei bottoni per farlo piagere o ridere senza il suo volere.

Victor, di questa strana condizione, cominciava a risentirne, non dormiva la notte spaventato che potesse apparire qualche ferita da un momento all'altro, non usciva per paura di essere visto avere reazioni all'improvviso, e la notte vedeva mostri attorno al su o lettino, correva da Vladimir e lo abbracciava terrorizzato.

Ogni volta il maggiore vedeva il terrore pervadergli gli occhi, e ogni volta era una pugnalata nel petto sapendo di non poter fare nulla, un coltello in più a perforargli il cuore.

Inazuma One-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora