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Era sera e la luna aveva, ormai da svariati minuti, preso possesso del cielo limpido serale. Presi un bel respiro a estrassi dalla tasca il telefono per controllate l'orario, lo schermo luminoso segnava le 22, non era proprio un bell'orario ma avevo bisogno di rivederlo. Mi strinsi nel mio cappotto lasciando che un brivido mi trapassasse la schiena, l'aria pungente di dicembre annunciava l'imminente arrivo del Natale. Sentii dei passi dietro di me, diamine non avevo la forza per girarmi, in parte avevo paura di rivederlo ma allo stesso tempo una sensazione di felicità era entrata in possesso del mio esile corpo, "Jimin", cazzo quanto amo la sua voce, "Yoongi", mi voltai incontrando i suoi occhi scuri e freddi.

Vi era un silenzio imbarazzante e la mia paura si poteva sentire vagare nell'aria, il corvino senza dire nulla prese posto su una panchina e io a ruota lo seguii, lasciai il mio sguardo basso non riuscendo più a vedere quel suo volto perfetto, "come sei stato in questi mesi?", come sono stato? Ho pensato a suicidarmi tremila volte, mi taglio, mangio poco e niente, ho saltato la scuola per quasi un mese, ho rischiato un esaurimento nervoso, "bene...", sospirai coprendo le mie mani con le maniche della felpa, "non sembri proprio uno che se l'è spassata in tutto questo tempo", alzai finalmente i miei occhi e guardai il suo volto pallido, "neanche te a dirla tutta, il tuo giro di droga è fallito?", sbuffai, "io neanche dovevo starci in quel giro", incrociò le braccia al petto, "mi ci fece entrare un mio collega di Londra e senza accorgermene persi letteralmente la testa", "Yoongi hai ucciso delle persone", strinsi i pugni, "se non ci pensavo io lo avrebbe fatto sicuramente qualcun'altro, dietro ai debiti c'era qualcuno di più grande e a volte ci rimettevo io per gli altri, Jimin te non sai ancora bene cosa c'è nel mondo esterno, o uccidi o vieni ucciso, soprattutto in giri illegali come questi",ascoltai le sue parole, per quanto la mia testa dicesse di non fidarmi più ascoltavo più tutto aveva senso, "perché hai baciato Jungkook?", sembrò sbloccarsi per qualche attimo e poi riprese a parlare, "ero andato da lui perché stavo cercando te, conoscendo Kook da più tempo sapevo bene dove abitasse, quando gli chiesi di te si rifiutò di rispondermi", si guardò un attimo intorno e poi poso il suo sguardo su di me, "semplicemente feci in modo di obbligarlo a parlare ma siete arrivati voi".

Risi per quanto tutto stava lentamente diventando più assurdo, "Yoongi non sai quanto io voglia perdonarti e capirti...però ecco", mi bloccai di colpo sentendo il suo respiro sempre più vicino, "Yoongi...?", cercai di non balbettare, cazzo era così vicino, così dannatamente perfetto, "Jimin perfavore", sussurrò dolcemente posando il suo sguardo sulle mie labbra, lo volevo, lo volevo per me.
Era sbagliato, sapevo lo fosse.
Attaccai le nostre labbra in un bacio tanto cercato e desiderato, ne avevamo bisogno e quel contatto così perfetto e caldo mi fece tornare a vedere a colori.

Così quella sera, tra un bacio e qualche sguardo fui certo di aver visto un fiore sbocciare tra l'asfalto bagnato.

𝐆𝐮𝐜𝐜𝐢 𝐛𝐨𝐮𝐭𝐢𝐪𝐮𝐞 ↬ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora