2.

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Altre due settimane passarono e lentamente mi stavo riabituando a questa routine che mi era mancata un po', avevo ripreso ad allenarmi e i miei muscoli stavano ritornando al loro posto.
Mi capitava spesso di dimenticarmi alcune cose, molte volte ero disorientata ma fortunatamente questi episodi stavano diminuendo sempre di più.
Stavo riacquistando molta più forza, qui dentro devi fare così o sei fottuto, ed io non volevo avere paura di niente sopratutto dopo quello che era successo con le cinesi.
Nessuno mi avrebbe più salvata.
Fortunatamente Bambi era in cella con me e stavo decisamente meglio sapendo di avere un'amica fidata.
Alex non smetteva un attimo di ronzarmi attorno e se non la smetteva, gliene suonavo di santa ragione.
"Altri due colpi avanti." disse Bambi incitandomi e l'accontentai mentre poi saltai la corda per dieci minuti facendo tanti addominali fino allo sfinimento.
Ogni giorno cercavo di dare il massimo, di fare sempre di più anche perché usavo questa scusa per scappare dalla realtà, da tutta questa merda che avevo attorno.
Perché l'illusione peggiore che possiamo raccontarci è quella di riaprire un capitolo che abbiamo già letto e sperare di trovare una storia diversa.
Con un'asciugamano mi asciugai il sudore e andai dritta ai bagni per farmi una doccia rigenerante.
Ne avevo bisogno.
Quando l'acqua calda venne a contatto con il mio corpo, mi rilassai gustandomi il momento come dio comanda.
Fortunatamente non c'era nessuno a quest'ora, quindi ne approfittai per insaponare con cura ogni centimetro della mia pelle e massaggiarmi i capelli.
Dopo circa 20 minuti mi asciugai e mi rivestii con la tuta mettendomi comoda, ritornai un attimo in cella e sorrisi a Bambi, il suo letto era sopra al mio.
"Sono le 4, andiamo fuori a prendere un po' di sole?" disse alzandosi e annuii mettendomi la giacca per poi incamminarmi al suo fianco seria, non appena uscii fuori il sole mi colpii in piena faccia e fu piacevole.
Respirai a pieni polmoni e mi guardai attorno salutando alcuni visi conosciuti, la ragazza al mio fianco mi prese per un braccio scuotendomi e guardai nella sua direzione confusa.
Kabila era davanti a me sconvolta, con le mani sulla bocca e il volto rigato dalle lacrime ed era bellissima, aveva delle treccine lunghissime che le risaltavano ancora di più il viso e i suoi lineamenti.
"Non vieni ad abbracciarmi?" dissi andandole incontro emozionata e non se lo fece ripetere due volte, stringendomi.
"Credevo che non ti avrei rivisto mai più non ci posso credere." disse afferrandomi il viso baciandomi sulla guancia, sorrisi e l'abbracciai nuovamente rilassandomi tra le sue braccia.
Rimanemmo per altri cinque minuti buoni una tra le braccia dell'altra e mi sentii meglio.
"Maca!" urlò una voce a me conosciuta facendomi sobbalzare e mi staccai dalla Riccia notando Tere e Sole venirmi incontro, insieme ad Antonia.
Ripresi a piangere dalla gioia e abbracciai ognuna di loro, sollevata come non mai.
"Quanto sei bella bambina mia, fatti guardare!" esclamò Sole tra le lacrime toccando ogni centimetro del mio viso, risi leggermente e l'abbracciai constatando che mi erano mancate come l'aria.
Quindi all'appello mancavano solo Saray e Zulema.

"Quando siete uscite?" chiesi una volta che ci fummo sedute, volevo sapere ogni singola cosa per riunire il mio puzzle.
"Siamo uscite tutte ieri." disse Tere fumando e annuii guardandomi attorno.
"E Zulema?" chiesi un po' titubante con la voce che tremava, la Riccia si girò di scatto verso di me inarcando un sopracciglio confusa.
"Da quando ti interessa di lei?" disse seria e alzai leggermente gli occhi al cielo fingendo che non me ne importasse.
"Così, per curiosità." risposi sul vago evitando il suo sguardo per non trarre nessun tipo di sospetto.
"Quella figlia di puttana si merita di marcire in isolamento e lo sai." disse dopo un po' scrutandomi attentamente, la guardai dritta negli occhi e ci fu silenzio tra di noi ed era assai imbarazzante.
Se solo sapessero che era solo grazie a lei se io mi trovavo qui in vita.
Lei mi aveva salvata, è questo era ciò che contava, nient'altro.
Ha messo da parte tutto l'odio che c'era tra di noi e mi ha tirato fuori da quella lavatrice.
"Bene." dissi alzandomi non riuscendo a reggere più questa conversazione.
"Dove vai, Maca?" disse Tere sorpresa dal mio comportamento inaspettato.
"Vado in cella, ho mal di testa." dissi mentendo spudoratamente dirigendomi lì velocemente, sbuffai buttandomi a peso morto nel mio letto e mi tolsi la giacca rimanendo in canottiera, la mia mente era invasa completamente da lei.
Volevo sapere come stava.
Volevo vederla e basta.
Mi misi le mani in faccia e urlai dal nervoso, dalla confusione, Kabila aveva ragione, da quando mi interessava di lei?
Sospirai frustrata e chiusi gli occhi cercando di riordinare tutti i miei pensieri.
Dovremo amare, odiare, soffrire e piangere.
Ma soprattutto spezzarci, e uscirne distrutti per poter rinascere ed essere distrutti ancora.
Questo è umano, questa è umanità.
Questo è essere vivi.
È questo il punto, non dovevo evitarlo e soffocarlo.
Non dovevo evitare il fatto che io dopotutto tenevo a Zulema.

Intanto il tempo passava e fortunatamente avevano aggiunto nel programma altre attività extra, come il teatro, disegno e riparare apparecchi elettrici.
Io ero sempre rintanata in palestra, perché tra un po' sarebbe incominciato il torneo di pugilato e dovevo essere in forma.
Notai che anche Alex si stava allenando e ogni tanto mi lanciava delle occhiate maliziose squadrando tutto il mio corpo.
Se partecipava pure lei avevo un pretesto per spaccarle la faccia il triplo.
Mi dava sui nervi.
Menomale che in cella con noi si erano aggiunte la Riccia e Tere: l'unica cosa positiva.
A risvegliarmi dai miei pensieri fu la sirena che annunciava l'ora di cena, mi infilai la felpa e chiusi il libro che stavo leggendo, ultimamente mi piaceva andare in biblioteca.
Mi rilassava e mi aiutava a non pensare troppo: a non pensare a lei.
Mi piaceva stare da sola, però la solitudine è pericolosa.
È dipendenza.
Una volta che ti rendi conto, di quanta pace c'è in lei, non vuoi più avere a che fare con le persone.
"Hey Maca, a che pensi?" chiese Kabila al mio fianco nel mentre che mi mettevano il cibo nel vassoio.
"A niente in particolare." dissi andando nel tavolo dove c'erano le altre.
"A me non sembra, ti vedo persa. È come se fossi letteralmente in un mondo tutto tuo." disse incominciando a mangiare, risi nervosa nel mentre che bevevo un sorso d'acqua.
"Sto bene davv-" le risposi, ma le parole mi si bloccarono in gola non appena vidi una guardia portare una detenuta qui.
Saray.
"Sono tornata dal regno dei morti, brutte stronze!" esclamò agitando le mani in aria e ovviamente ci furono delle urla e grandi risate da parte di tutte le persone qui dentro.
Zulema però non c'era.
"Oh ma guarda un po', la mia biondina preferita e tu che ci fai qui?" disse abbracciandomi sconvolta nel vedermi viva e vegeta, ricambiai l'abbraccio e la strinsi a me.
Io e Saray avevamo instaurato un bel rapporto di amicizia, ovviamente dopo averle spiegato che per me la Riccia era una semplice amica e non provavo nulla.
Da allora tra di noi, le acque si erano calmate parecchio.
"So che lei ha cercato di salvarti, me lo ha detto." sussurrò al mio orecchio, in modo tale da sentirla solo io.
Una scarica di brividi attraversò tutto il mio corpo, mi staccai da quell'abbraccio e la guardai sorpresa.
Saray mi fece l'occhiolino e andò a salutare le altre per poi sedersi con noi e mangiare.
Ah, la mia gitana.
Quanto mi era mancata.

"Dopo cena trasmettono un film in sala, vieni?" disse Saray lavandosi i denti al mio fianco.
"Penso che rimarrò in cella a leggere un pochino, non sto bene." dissi facendo spallucce per poi lavarmi il viso togliendo i residui di dentifricio dalle mie labbra.
Dovevo realizzare il fatto che era tornata e che molto probabilmente avrei rivisto il mio scorpione.
"D'accordo biondina, ti lascio stare." disse alzando le mani in segno di resa andandosene facendo oscillare la sua lunga coda.
Sorrisi leggermente e sospirai raccogliendo le mie cose recandomi in cella, rimasi in canottiera e mi sedetti nella scrivania afferrando il mio libro.
Fortunatamente non c'era nessuno, erano tutte a guardare quello stupido film, almeno avrei letto in santa pace per un po' senza nessun rumore o distrazione.
Mi rilassai nella sedia e incominciai a leggere per venti minuti buoni, ad un certo punto sentii dei passi dietro di me ma non mi girai.
Sicuramente era Bambi che aveva dimenticato la felpa, dato che era nel suo letto ma per poco non svenni nel sentire la persona dietro di me, parlare piano.

"Allora quello che dicono è vero, sei viva."

Sgranai gli occhi e mi immobilizzai sul posto non appena sentii quella voce.
La sua voce inconfondibile.
Potevo riconoscerla anche a km di distanza.
Zulema era qui, dopo tanto tempo.

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