25.

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Sorrisi nel vedere le decorazioni che ricoprivano gran parte del carcere, alcune detenute stavano sistemando le lucine intorno alla rampa di scale e un senso di malinconia mi pervase facendomi venire un magone allo stomaco.
Erano le 6:00 e mancava un'ora esatta alla sorpresa di Saray e di conseguenza non potevo tornare in cella, decisi di andare in sala e mi sedetti in una sedia a caso guardando il notiziario controvoglia.
Vedevo tutte quelle persone felici nel mentre che passeggiavano nelle strade e volevo tanto poterlo fare anche io, ma invece ero dentro a questo posto che mi faceva perdere la cognizione della realtà.
Sentii qualcuno sedersi dietro di me e lentamente mi voltai trovandomi Zulema, aveva lo sguardo fisso davanti a sé e non si accorse nemmeno della mia presenza evitandomi come suo solito.
Alzai gli occhi al cielo e decisi di alzarmi per sedermi al suo fianco, volevo parlarle e sopratutto mettere in atto ciò che mi aveva consigliato Sole.
"Hey, tutto bene?" dissi mettendo una mano sul suo braccio e di colpo si irrigidì posando lo sguardo sulla mia presa.
"Sto bene." sussurrò seria e velocemente si alzò uscendo ma non volevo lasciarla andare quindi decisi di inseguirla richiamandola ma non mi diede ascolto.
"Ti fermi un attimo?" esclamai afferrandola per un polso facendola voltare nella mia direzione.
"Che c'è bionda?" disse annoiata sollevandosi il cappuccio della felpa sbuffando, era incredibilmente bella così.
"Vorrei parlarti se è possibile." dissi decisa e con la mascella contratta, i miei occhi erano incollati ai suoi e mi sentii male.
Zulema scosse la testa divertita voltandomi le spalle e a quel punto persi la pazienza trascinandola con me dentro una stanza a caso.
"Nella stanza delle riunioni? Sei seria bionda?" disse guardandosi attorno con il suo solito sorriso nelle labbra, mi avvicinai pericolosamente a lei e incrociai le braccia al petto furiosa, quando assumeva questo atteggiamento mi faceva innervosire.
Voleva fare l'orgogliosa anche in queste situazioni nonostante se lo potesse permette eccome, ma non riuscivo a tollerarlo.
"Perché mi stai evitando dopo quello che è successo ieri?" dissi avvicinandomi a lei nel mentre che si sedeva nel tavolo, non avevo più paura di farle domande, visto che si era presa ogni briciola del mio autocontrollo facendomi sua.
"Ma come? Credevo di averti fatto solo un favore." disse ridendo leggermente e inarcai un sopracciglio confusa.
"Come scusa?" dissi serrando la mascella sentendo la rabbia aumentare dentro di me.
"Non era forse quello che volevi?" disse scendendo dal tavolo avvicinandosi ad un soffio dal mio viso, senza togliere gli occhi dai miei.
"Essere scopata da me? Non hai fatto altro che provocarmi per tutti questi mesi, beh ti ho accontentata." concluse sorridendomi e dopo quella frase sentii il mio cuore spezzarsi.
"Tu non hai capito un cazzo, Zulema." dissi mettendo le mani sul suo petto e spingendola con forza, mentre le lacrime mi rigavano le guance, sentivo già il respiro diventare irregolare a causa sua.
Non mi interessava farmi vedere così visto che volevo dirle tutto ciò che mi passava per la mente.
"Credi che tutte le persone siano vuote come te, senza un cuore? Ti sbagli di grosso se pensi che non me ne freghi un cazzo di te. E sai perché va tutto a puttane? Perché invece di aggiustare e parlare su ciò che non va è sempre più comodo cambiare e lasciare andare, come fai tu." dissi soffocando un singhiozzo distrutta, fece per parlare ma la interruppi alzando una mano e scuotendo la testa.
"Fai parlare a me per una volta!" esclamai spingendola ancora, e rimasi sorpresa dal fatto che non reagiva al mio tocco così impetuoso nei suoi confronti, era senza parole.
"Sei un muro blindato, un'abisso senza fondo e ti ho già ripetuto che non mi puoi trattare come cazzo vuoi, perché mi hai illusa? Perché ti sei presa tutto di me fino a farmi mancare il respiro ogni volta? Non mettermi mai in una posizione in cui devo farti vedere quanto possa essere senza cuore perché ci riesco al 100%." mormorai sottovoce appoggiandomi nel tavolo stringendo i bordi con forza, cercando di regolare il mio battito cardiaco accelerato.
Zulema non mi rispose e scosse la testa mordendosi il labbro serrando la mascella, sapeva che avevo ragione.
Un'altra lacrima rigò il mio viso e pensai a quanto la vita andava avanti ma io volevo che tornasse indietro, solo a 30 anni mi ero resa conto di quanto valeva per davvero.
Sopratutto dopo che lei mi aveva salvata, e non potevo sprecarmi ogni momento felice a causa sua, ogni cosa che mi portava ad odiarla mi spingeva a volerla sempre di più.
"Tutto questo è un problema tuo bionda, e non mio." la sentii dire nel mentre che ero girata di spalle e istintivamente scattai per darle uno schiaffo ma la mia mano venne bloccata dalla sua presa forte.
"Non ti conviene." sussurrò guardandomi dritta negli occhi con uno sguardo indecifrabile, inutile negare che le mie parole l'avevano colpita per davvero, lo percepivo dal suo atteggiamento così glaciale.
"Ti odio, ma odio ancora di più il fatto che non riesco a farlo veramente a causa del desiderio che ho di averti ogni secondo." le confessai mentre altre lacrime rigavano le mie guance, Zulema fece una risata amara e lasciò la presa sul mio polso sospirando pesantemente e alzando la testa chiudendo gli occhi.
Avevo fatto centro eccome con le mie parole, dopotutto avevo chiaramente detto la verità, mi sentivo usata dopo quello che era successo e lei non si era fatta nessuno scrupolo a farmi sua.
Credevo che non me ne fregasse nulla, ma la verità era che non ero fuori dal nostro rapporto, c'ero dentro eccome come se fossi attratta da una forza latente che in qualche modo mi legava a lei, sempre.
"Marcisci all'inferno una volta per tutte." dissi decisa guardandola male e con tutta la rabbia che possedevo in corpo per poi uscire da quella stanza e lasciarla sola.

"Siete pronte?" disse Saray da dentro la cella.
"Muoviti prima che ti spacchi la faccia." disse Bambi infastidita, finalmente erano le 7 e l'unica cosa che volevo fare era dormire sotto le coperte e dimenticarmi questa giornata al più presto possibile.
Mi facevano male gli occhi a causa delle lacrime versate ma fortunatamente nessuno aveva fatto troppe domande, sentii Kabila dietro di me e lentamente mi circondò la vita stringendomi in un'abbraccio amichevole.
"Tutto bene?" sussurrò dolcemente e subito annuii accarezzandole il braccio aspettando che Saray si muovesse.
"Okay, entrate!" disse quest'ultima con un tono soddisfatto e non appena entrai rimasi letteralmente a bocca aperta guardandomi attorno, c'erano lucine di natale ovunque e sorrisi notando i disegni e le varie decorazioni che avevamo fatto.
Davanti al mio letto Saray aveva messo delle lucine e un figlio con scritto:

alla mia bionda preferita.

Scossi la testa divertita e ridacchiai non appena notai tanti cuori disegnati attorno e una montagna di glitter sopra, era incredibile come avesse creato un'atmosfera unica.
Sul fondo della stanza era posizionato un piccolo albero di Natale con tante palline e ovviamente il disegno di Tere in cima.
"Non ho trovato la stella cometa quindi ho messo il Babbo Natale cocainomane, è bellissimo vero?" disse la gitana notando il mio sguardo non appena mi avvicinai per guardarlo meglio, scoppiai a ridere e vidi Tere alzare gli occhi al cielo.
"È bellissimo tutto questo Saray, grazie." dissi abbracciandola forte a me e per una volta in vita mia, mi sentii parte dopo tanto tempo di un qualcosa che ovviamente non riguardasse la mia famiglia.
Notai Zulema entrare e lentamente mi staccai dalla sua migliore amica per poi sedermi nel mio letto ed evitarla completamente, non avevo nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi.
Vidi il suo sguardo abbastanza sconvolto, sicuramente non si aspettava che le confessassi tutte quelle cose, ma ormai non aveva più senso mentire quando il mio corpo urlava il contrario.
Dovevo ringraziare tutto questo male che mi si era infranto contro non appena avevo posato gli occhi su di lei, aveva fatto fuoruscire la parte migliore di me, insegnandomi a non darla vinta alla paura ma affrontandola sempre.
Sentii Zulema ridere per poi sedersi nel letto sistemandosi la tuta guardandomi con attenzione ma non la considerai nemmeno per mezzo secondo, la rabbia che provavo era al di fuori dal normale.
Mi tolsi la felpa rimanendo in canottiera e feci una smorfia infastidita notando ancora i segni che mi aveva lasciato lei, infatti sentii il suo sguardo bruciare in tutto il mio corpo facendomi tremare come una foglia.
Successivamente mi infilai sotto le coperte e strinsi il cuscino chiudendo gli occhi accoccolandomi di più ad esso.
"Non vieni a cena?" disse Bambi raggiungendomi ma scossi la testa tenendo ancora gli occhi chiusi, facevo fatica a tenerli aperti.
Non avevo le forze necessarie per affrontare questa situazione, dovevo adattarmi nuovamente a ciò che Zulema aveva distrutto per l'ennesima volta.
Io e lei ci eravamo promesse di cacciare assieme, ma finimmo per sbranarci l'un l'altra come al solito.
"D'accordo." sussurrò la mia amica sospirando per poi rimboccarmi ancora di più le coperte e andandosene con le altre, lasciandomi sola con i miei pensieri e con i miei incubi.
Pensavo che dopotutto non imparavo mai ad amarmi per davvero, sapevo di distruggermi ogni giorno, sempre di più, pensandola costantemente e con la paura di perderla definitivamente.

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