7.

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"Sto bene, posso andare nella mia cella adesso?" dissi sbuffando incrociando le braccia al petto spazientita.
"Devo fare gli ultimi controlli e puoi andare, rilassati." disse il medico controllandomi l'addome, avevamo legato molto in questi ultimi giorni che ero qui in infermeria, avevo scoperto qualcosa in più su di lui.
Si chiamava Carlos, era sposato ed era padre di due figli di 10 e 16 anni, mi piaceva come persona e si vedeva che amava fare il suo lavoro, ci metteva tutto l'impegno del mondo.
Di sicuro non era come Sandoval dato che trovava ogni pretesto per provarci con qualsiasi detenuta.
"Bene, i lividi sono del tutto inesistenti, fossi in te applicherei ancora la pomata che ti ho prescritto. Così guarirai meglio, e vacci piano con gli allenamenti d'accordo?Riprendi a fare le cose con attenzione." mi disse togliendosi i guanti per poi sorridermi.
Annuii e mi alzai dal lettino sgranchendomi le gambe toccandomi i capelli ancora umidi a causa della doccia.
"Bene, ci vediamo nei prossimi giorni, ciao Carlos." dissi facendogli un sorriso.
"Ciao Macarena." disse lui facendomi un cenno e uscii incamminandomi per tornare nella mia cella.

"Bionda, sei tornata!" esclamò Riccia abbracciandomi non appena mi vide entrare.
Gemetti leggermente dal dolore non appena mi cinse le braccia attorno al collo, ma nonostante questo ricambiai l'abbraccio più che volentieri.
"Hey stai calma, la rompi così." disse Saray ridendo per poi venirmi ad abbracciare, risi anche io e l'abbracciai calorosamente per poi abbracciare anche le altre.
Mi guardai attorno e mi accorsi che c'era Zulema seduta nel mio letto, il suo sguardo percorse tutto il mio corpo e lentamente fece uscire il fumo dalle labbra guardandomi.
Mi sentii le gambe cedere sotto a quello sguardo così magnetico.
"Bentornata." disse seria, ma vidi l'ombra di un piccolo sorriso sul suo volto.
"Grazie." le risposi gentilmente per poi distogliere il mio sguardo dal suo, Palacios venne nella nostra cella e mi girai appena mi chiamò.
"È successo qualcosa?" dissi avvicinandomi a lui assai confusa.
"Sì, dato che stai meglio volevo consegnarti il premio visto che hai vinto il torneo." disse porgendomi un foglio, annuii felice e lo presi incominciando a leggerlo curiosa, tutte le altre erano impazienti ed erano davanti a me in ansia.
Continuai a leggere con attenzione e sgranai gli occhi per poi sorridere e mettermi le mani sulla bocca sorpresa.
"Allora bionda? Che dice?" disse Saray avvicinandosi sbirciando euforica.
"Allora?" sussurrò Tere torturandosi le mani, gironzolando attorno a me.
"Lasciala finire cazzo! Dio questa ragazza mi innervosisce." esclamò Antonia alzandosi per poi sbuffare, finii di leggere il foglio e lo piegai sorridendo come un'ebete.
"Allora, in pratica mi consegneranno delle pizze gratis a cena e sono libera di scegliere con chi condividerle." dissi battendo le mani felice, non la mangiavo da parecchio e mi mancava.
"E hai già deciso con chi?" disse Saray in ansia, ci pensai un momento e non avevo rapporti con altre detenute.
Quindi, perché non dividerla con loro?
"Con voi ovviamente." dissi alzando le spalle sorridendo come se fosse naturale, Riccia mi abbracciò fortissimo e mi sollevò da terra baciandomi ripetutamente la guancia.
Incontrai per una frazione di secondi lo sguardo di Zulema e mi vennero i brividi.
Erano diversi, sembravano sorpresi e notai un pizzico di gelosia dato che non staccava gli occhi da noi.
"Ti adoro." disse scoccandomi un ultimo bacio e le sorrisi, anche Saray venne ad abbracciarmi felice.
"Sei la mia bionda preferita!" esclamò per poi darmi una pacca sulla spalla, le sorrisi un ultima volta per poi dirigermi verso Zulema, i suoi occhi mi scrutarono con attenzione e mi sedetti al suo fianco con cautela.
Dopo lo scontro che avevamo avuto, ero diventata un po' diffidente nei suoi confronti.
Era pur sempre Zulema.
Il suo profumo invase le mia narici e mi rilassai subito solamente a sentirlo, sollevai lo sguardo e sussultai come al solito quando i suoi occhi si incatenarono con i miei.
Volevo parlarle, ma ovviamente le mie emozioni mi rendevano tutt'altro che tranquilla.
"Io.." tentai ma mi bloccai subito mordendomi il labbro, perché questa donna mi rendeva così nervosa?
"Tu cosa, bionda?" disse lei inarcando un sopracciglio per poi posare lo sguardo sulle mie labbra che distolse subito.
"Vorresti venire qui a mangiare la pizza con noi?" dissi tutto d'un fiato, non ragionai, volevo farlo e basta volevo passare del tempo con lei, volevo averla vicina.
Volevo che si sentisse meno sola, volevo cercare di darle un po' di amore, Zulema sgranò gli occhi e rise divertita.
Serrai la mascella confusa, che aveva da ridere? Non avevo fatto nulla di male.
"Che c'è?" dissi nervosa e la donna davanti a me si alzò guardandomi confusa, non sapeva cosa dire.
"Bionda, mi sorprendi sempre di più, davvero." disse ridendo per poi dirigersi verso l'uscita.
Errori, errori, a volte sembra che riesca a fare solo quello.
"Perché cazzo l'hai invitata?" esclamò Riccia furiosa, mi girai di scatto e la fulminai con lo sguardo.
"Decido io che cazzo fare." ringhiai furiosa contro di lei per poi alzarmi e andare verso Zulema, la cercai con lo sguardo ma non la vidi, sbuffai rumorosamente e continuai la mia ricerca.
Andai nei bagni e sentii delle grida e dei gemiti di dolore, quindi mi bloccai tesa, avevo il cuore il gola e non appena entrai vidi che si trattava proprio di lei.
Alex le sferrò un pugno in faccia e Zulema si accasciò a terra nonostante la colpì varie volte.
Non ci vidi più dalla rabbia.
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma non credevo così a sorpresa.
"Hey!" urlai per poi andare verso di loro, erano in sei e noi eravamo solamente in due, potevo farcela non avevo paura.
Non più ormai.
Alex non fece in tempo a girarsi che la presi per le spalle e la buttai a terra allontanandola dalla mia regina araba.
"Lurida puttana." disse lei tossendo, ero furiosa e avevo una forza disumana non dovevano toccarla, serrai la mascella e aiutai il mio scorpione ad alzarsi porgendole la mano che venne afferrata subito.
La sollevai da terra e la guardai bene in viso, aveva il labbro spaccato e le usciva sangue.
"Zulema vattene, me ne occupo io." dissi distogliendo lo sguardo dal suo togliendomi la felpa rimanendo in canottiera, Zulema rise leggermente e sbuffò divertita.
"Sì certo, l'ultima volta che mi hai detto così ti ho trovata dentro ad una lavatrice. Questa volta ti trovo dentro a un cesso?" disse seria e mi girai verso di guardandola molto male, incredibile che anche in una situazione del genere noi stavamo discutendo.
"Che cazzo volete?" dissi andando verso di loro con il mio passo sicuro.
"Lo sai benissimo." disse una sferrandomi un pugno sul viso, subito sentii il sangue nella mia bocca e mi infuriai il triplo scaraventandomi verso di lei prendendola a pugni in pancia fino a farla accasciare a terra dolorante.
Le altre due vennero verso di me e mi sferrarono alcuni colpi ma riuscii a batterle dopo un po', non erano tanto forti anche perché erano più piccole di me e fisicamente ero più forte io.
Mi girai verso Zulema e notai che era rimasta solo Alex, quest'ultima la stava picchiando dolorosamente e la vidi tossire sputando sangue, sgranai gli occhi e andai verso di lei in suo soccorso.
Eravamo rimaste in tre, ma con Alex dovevo vedermela io.
Ad un certo punto Zulema si alzò di scatto e la prese per il collo attaccandola al muro e sollevandola da terra fino a farla soffocare.
Sussultai leggermente per la sua forza ma si vedeva che stava cedendo, aveva ricevuto dei colpi abbastanza forti e aveva il labbro che non smetteva di sanguinare.
"Non ti hanno insegnato che qui in carcere, non appena entri, l'unica cosa che devi evitare è metterti contro chi sta al vertice della catena alimentare?" disse stringendo la presa sul suo collo, Alex tossí cercando di respirare ma fu abbastanza lucida da sferrarle un calcio in pancia e cadere a terra tossendo.
"Lurida figlia di puttana io ti uccido!" esclamò urlando e andando pericolosamente verso di lei, Zulema era piegata in due e stava gemendo dal dolore ma fortunatamente andai davanti a lei e la spinsi dietro di me proteggendola.
Alex si infuriò ma non appena fece per colpirmi schivai il colpo e la colpii in pieno viso facendola cadere nuovamente a terra, non ci vidi più dalla rabbia e mi misi a cavalcioni sopra di lei massacrandole il viso di pugni.
"Tu, non devi toccarla!" urlai in preda ad un attacco di rabbia, non sapevo cosa mi stava succedendo ma non sopportavo l'idea che qualcuno l'avesse toccata e sopratutto fatto del male.
Ero accecata dalla rabbia e continuai a colpire il suo viso facendomi male alle nocche, sentii due mani appoggiarsi sulla mia vita e mi vennero i brividi.
"Fermati o la ucciderai." sussurrò Zulema togliendomi dal suo corpo, mi alzai furiosa e la prima cosa che feci fu andare davanti allo specchio e romperlo in mille pezzi dal nervoso.
"Maledizione!" esclamai dal dolore per poi mettere subito la mano sotto il getto dell'acqua gelida, mi ero tagliata a causa delle schegge di vetro.
"Sei un'idiota." disse Zulema sciacquandosi la bocca per poi gemere dolorosamente.
"Un grazie sarebbe grandioso." risposi acida ma non ricevetti nessuna risposta da parte sua, guardai la mia mano e fortunatamente il sangue cessò di uscire.
"Dobbiamo andarcene da qui." dissi guardando Alex svenuta, le sue amiche erano scappate a gambe levate, Zulema annuí per poi recarsi verso l'uscita ma afferrai il suo braccio al volo.
Mi venne una scarica di brividi e tremai.
"Non posso tornare in cella in queste condizioni, sopratutto a pranzo. Le altre se ne accorgerebbero e non voglio che facciano domande." dissi lasciando la presa sul suo braccio per poi infilarmi la felpa, nel mentre decisi di sciacquarmi il viso togliendo tutti i residui di sangue, andava decisamente meglio.
"Nella mia cella ho una cassetta del pronto soccorso." disse Zulema gemendo leggermente dal dolore, annuii per poi uscire con lei al mio fianco, vidi che stava zoppicando e decisi di aiutarla, non potevo lasciarla crollare qui in mezzo al corridoio.
Fortunatamente non c'erano tante persone anche perché le attività erano incominciate.
"Ti aiuto, aspetta." dissi avvicinandomi a lei cercando di toccarla ma il suo orgoglio era una cosa assai potente.
"No." disse spingendomi debolmente e alzai gli occhi al cielo mettendomi davanti bloccandola.
"Zulema non c'è nessuno e tu non riesci a camminare. Per favore, fatti aiutare almeno arriveremo prima nella tua cella." dissi seria e con un tono abbastanza autoritario.
Mi guardò dritta negli occhi e sussultai, stava valutando la mia proposta e fece una delle sue solite smorfie incurvando le labbra.
Annuí soltanto e mi avvicinai nuovamente a lei stringendola per la vita, sentii il suo braccio circondare il mio collo e la tenni stretta a me in modo tale che non cadesse.
I suoi capelli mi solleticavano il viso e sorrisi per quando erano morbidi ed emanavano un profumo meraviglioso, mi risvegliai dal mio stato di trance e velocemente ci incamminammo con passo più svelto.

Una volta arrivate nella sua cella Goya venne verso di noi.
"Che cazzo è successo?" disse lei a bocca aperta guardandoci, Zulema si staccò da me e andò nel suo letto per distendersi, si teneva la pancia e la vidi stringere i denti.
Subito sentii la mancanza del suo corpo al contatto con il mio, mi vennero le lacrime agli occhi vedendola così, non volevo vederla stare male.
Mi guardai attorno e afferrai la cassetta del pronto soccorso aprendola, presi del disinfettante, cotone e garze.
"Puoi lasciarci un attimo sole e vedere se arriva qualche guardia?" dissi a Goya che stranamente annuì senza protestare e andò fuori dalla cella, mi sedetti sul letto davanti a Zulema e velocemente ripulii la mia mano dal sangue, la disinfettai gemendo dal dolore e la fasciai per bene.
Mi faceva un male cane ma tutto sommato stavo bene, sollevai la maglia e fortunatamente nell'addome non avevano lasciato nessun livido, però mi faceva un pochino male in alcuni punti.
Alzai lo sguardo e squadrai il mio scorpione, serrai la mascella dal nervoso e mi avvicinai sedendomi al suo fianco.
"Hey." sussurrai dolcemente, feci per accarezzarle il braccio ma mi ritirassi subito dopo, avevo paura per come potesse reagire sotto al mio tocco, Zulema aprì i suoi bellissimi occhi e mi guardò un pochino male.
"Vattene bionda non voglio che tu mi veda in questo stato." disse autoritaria cercando di darmi le spalle ma gemette dal dolore e ritornò al suo posto, alzai gli occhi al cielo e sbuffai rimproverandola con lo sguardo.
"Smettila di fare l'orgogliosa del cazzo e fatti aiutare." dissi afferrando nuovamente la cassetta del pronto soccorso e vedendo se c'era qualcosa di utile.
Zulema sbuffò rumorosamente.
"D'accordo, non mi va di litigare." disse con voce rotta arrendendosi, la guardai basita e se Zulema si arrendeva così significava che stava veramente male.
Mi misi più comoda e mi guardai attorno, fortunatamente c'eravamo solo noi due, Goya era ancora fuori che faceva da sentinella e tutto sembrava sotto controllo.
Prestai tutta la mia attenzione verso Zulema e mi porsi di più a lei, godendomi il suo profumo.
"Posso?" dissi indicando la sua canottiera, lei annuì guardandomi attentamente nel mentre che la sollevai, mi vennero gli occhi lucidi e le sfiorai alcuni lividi violacei.
La sua pelle fu ricoperta dai brividi e sorrisi per l'affetto che le facevo.
"Adesso ti metto del ghiaccio istantaneo e lo cambi appena si scalda d'accordo?Eviterai il gonfiore." dissi decisa mettendoglielo bene sul suo addome piatto e tonico, arrosii leggermente nel vedere il suo corpo esposto, era perfetta.
Intanto lei mi guardava seria e non staccava per nessuna ragione al mondo gli occhi da me, era incantata e sembrava che volesse penetrarmi nell'anima.
"Riesci a metterti seduta?" dissi seria per poi afferrare del disinfettante, la mora annuì per poi sedersi goffamente e sbuffò nervosa.
Con cautela le afferrai il viso e lo girai lentamente verso di me, la mia pelle bruciava a contatto con la sua.
I suoi occhi enormi e truccati alla perfezione mi guardavano con attenzione e mi sentivo svenire ad averla così vicina.
Il suo profumo mi inebriava la mente e ad un tratto la guardai dritta negli occhi, ne avevo la necessità, volevo cercare di capire le sue emozioni.
Sorpresa, confusa ma sopratutto distrutta senza un briciolo di vitalità, le era successo qualcosa ma non capivo cosa.
Zulema inarcò un sopracciglio confusa per il mio comportamento e velocemente presi il cotone imbevuto dal disinfettante.
"Brucerà un po'." dissi guardando le sue labbra perfette, chissà che effetto faceva baciarle, morderle, leccarle.
E sopratutto chissà che sapore avevano.
Scossi la testa e appoggiai il cotone sul suo labbro inferiore facendo pressione.
"Fanculo!" esclamò gemendo dal dolore, feci ancora più pressione e riuscii a bloccare il flusso sanguino, lo tolsi e feci la stessa identica cosa con le altre ferite sul suo viso.
Aveva un livido nel suo zigomo destro non troppo evidente però per sicurezza le misi una pomata che avrebbe dovuto farglielo sparire entro un giorno.
"Ha finito, dottoressa Ferreiro? O deve darmi un bacino per farmi sparire del tutto il dolore?" disse ridendo leggermente con un tono di sfida.
"Sei incredibile cazzo." dissi alzandomi a malincuore, volevo starle vicina ma non potevo stare così ancora per molto.
Averla vicina mi faceva stare male, perché non potevo toccarla, la desideravo a basta.
Io e lei insieme eravamo un casino totale, due cose incompatibili ma allo stesso tempo create per stare insieme.
Avevo paura ma quando stavo con lei, tutto svaniva in un batter d'occhio.
Le diedi le spalle e incominciai a riordinare le cose, sicuramente stava per suonare la sirena per il pranzo.
Sentii il suo sguardo addosso, lo sentivo eccome infatti mi girai e notai che mi stava guardando con attenzione.
"Che c'è?" dissi bloccandomi girandomi del tutto verso di lei, Zulema sospirò e incatenò i suoi occhi nei miei.
"Che ti ho detto quando siamo tornate qui dopo l'evasione?" incominciò seria, mi accigliai davanti a quella domanda, che cosa c'entrava?
"Che cosa?" dissi confusa non capendo dove volesse arrivare, il mio scorpione sospirò alzando gli occhi al cielo.
"Questo." disse facendo un cenno verso di me riferendosi allo scontro di prima.

"Non hai più paura, adesso fai paura."

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