38.

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Il mio sguardo ricadde su Hierro non appena mi richiamò facendomi serrare la mascella furiosa, non capivo cosa volesse da me.
"Seguimi pure tu, Zahir." disse rivolgendosi al mio scorpione con il suo solito sorriso del cazzo in volto, feci spallucce e smisi di fare quello che stavo facendo lasciando il laboratorio di elettricità, mi incamminai e Zulema mi raggiunse tesa non capendo cosa stesse succedendo.
"Dove stiamo andando?" domandai incuriosita nel mentre che lo seguivo.
"Chiudi quella bocca e smettila di fare domande!" esclamò senza nemmeno voltarsi e Zulema mi intimò di fare silenzio.
Non appena arrivammo davanti all'ufficio di Sandoval mi irrigidii all'istante e notai che anche la donna al mio fianco era immobile come una statua, Hierro bussò e aprì la porta intimandoci di entrare dentro e non appena i miei occhi si posarono su quell'uomo strinsi i pugni e lo guardai dritta negli occhi.
Non mi voltai nemmeno a guardare Zulema, ma sapevo già che lo stava uccidendo con uno solo sguardo.
"Buongiorno, vi starete chiedendo perché vi ho convocate qui, prego." disse indicandoci le sedie posizionate davanti alla sua scrivania, non appena mi sedetti sentii la rabbia sovrastarmi completamente.
Infatti la mia gamba incominciò a tremare e Zulema posò una mano sulla mia coscia per calmarmi un attimo, ed effettivamente ci riuscì.
"Che diavolo vuoi?" domandò brusca quest'ultima e subito Hierro le scoccò un colpo di manganello in pancia.
"No!" esclamai furiosa andando davanti a lui ma Zulema afferrò il mio braccio con forza facendomi risedere al mio posto, vidi che chiuse gli occhi dal dolore ma riprese subito il suo autocontrollo guardandolo in cagnesco.
"Mi è stato informato che voi due siete molto affiatate, o sbaglio?" disse ridendo leggermente e sgranai gli occhi serrano la mascella davanti al suo sguardo soddisfatto.
"No, sono tutte cazzate!" esclamai furiosa e Hierro venne subito per darmi un colpo ma Sandoval gli fece cenno di fermarsi.
"Ferreiro, lo sai più di tutti che a me non puoi mentirmi, ho occhi e orecchie dappertutto." disse quest'ultimo incrociando le mani guardando la donna al mio fianco.
"Lo sai che non dovresti nemmeno rivolgermi la parola dopo tutto quello che mi hai fatto?" disse Zulema seria e istintivamente le strinsi la mano con forza.
"Ci è passata tua figlia per le tue scelte di merda e ancora non l'hai capito, figlia di puttana." sputò velenoso nei suoi confronti e strinsi ancora di più la presa cercando di calmarla, ma era impossibile.
"Cosa vuoi da noi?" domandai perdendo totalmente la pazienza.
"Vedervi soffrire come voi avete fatto con me, e per distruggerti devo usare la bionda dato che è il tuo punto debole." rispose serio guardando Zulema che alzò la testa di scatto serrando la mascella, sussultai vedendo il suo sguardo glaciale e la rabbia riaffiorò su di me, volevo spaccargli la faccia però allo stesso tempo ero terrorizzata perché lui aveva tutto il potere qui dentro, anche per la minima cosa.
"Non farai proprio niente invece, devi ringraziare che non ti ho fatto saltare in aria la testa quel giorno!" urlò Zulema furiosa e si alzò dal posto scaraventando la sedia.
"Hai lasciato che quelli la violentassero, era una ragazza di 20 anni cazzo! E non ti sei fatto nessuno scrupolo a farlo e oltretutto hai dato l'ordine di spingerla da quell'elicottero, aveva tutta la vita davanti e tu gliel'hai tolta fino all'ultima briciola, la pagherai cara." aggiunse urlando e un'altro colpo le arrivò dritto in pancia facendola accasciare a terra, mi vennero le lacrime agli occhi e mi avvicinai subito a lei ma Hierro mi spinse lontano.
"Non capisci che le hai fatto solo del male, sei in fase di negazione Sandoval e in quanto psicologo dovresti sapere che il primo passo è accettare la realtà. E la realtà è che sei fottuto, marcirai in carcere presto per tutte le cose che hai fatto." dissi puntandogli un dito contro furiosa facendolo arrabbiare e subito diede il consenso a Hierro di darmi uno schiaffo dritto in faccia, fino a farmi mancare il fiato.
"Portatele via da qui, subito!" urlò furioso e altre due guardie ci sollevarono da terra e ci spinsero fuori.
"Brutta stronza." disse Hierro afferrandomi per i capelli dandomi un'altro schiaffo sfregiandomi leggermente sullo zigomo destro a causa dell'anello che portava, Zulema lo guardò male ma era troppo dolorante per aprire bocca e si limitò a stare in silenzio tenendo lo sguardo fisso su di lui.
Non appena fummo da sole mi avvicinai a lei e le afferrai il volto tra le mani, ancora scossa da quello che era appena successo.
"Stai bene?" sussurrai stringendola a me in lacrime ma si allontanò, non voleva farsi vedere così da me ma ormai era tardi.
"Che cazzo è successo? Maca stai sanguinando!" urlò ad un certo punto Pablo raggiungendomi e sgranò gli occhi vedendoci così, aiutò subito Zulema ad alzarsi e quest'ultima gemette dal dolore tenendosi la pancia serrando la mascella non riuscendo a stare in piedi.
"Aiuta lei." disse quest'ultima indicandomi ma scossi la testa furiosa e l'aiutai trasportandola in infermeria.
"Io sto bene." mormorai nel mentre che Carlos la posizionava sul lettino ma quest'ultimo mi guardò male a causa del mio stato così tanto orribile.
"Stai sanguinando parecchio, siediti su quel lettino e Pablo ti medicherà il taglio va bene? Dobbiamo evitare che ti si gonfi il viso, inizia a metterti il ghiaccio." disse autoritario e subito il ragazzo davanti a me annuì prendendo l'occorrente.
Intanto Zulema aveva la mascella contratta e sussultai non appena vidi i lividi che gli aveva fatto Hierro, una lacrima mi rigò il viso e Pablo se ne accorse e me l'asciugò sorridendomi finendo di medicarmi il taglio.
Balzai dal lettino una volta finito e andai affianco al mio scorpione stringendole la mano, non volevo lasciarla per nessuna ragione al mondo.
"Bionda, vai." disse debolmente chiudendo gli occhi mettendo il viso di lato, stava veramente male e odiavo vederla così.
Feci per dirle qualcosa ma Hierro entrò bruscamente in stanza e sgranai gli occhi sentendo la rabbia sovrastarmi.
"Ferreiro devi andare subito in cella." disse guardandomi male e Zulema mi fece un cenno di approvazione, di conseguenza lo inseguii non prima di averla guardata un'ultima volta.

Saray appena mi vide entrare in cella venne verso di me e mi abbracciò forte preoccupata.
"Zule?" domandò guardandosi attorno in panico e le spiegai la situazione, non tralasciando nessun dettaglio e la sua faccia fu abbastanza sorpresa.
"Lurido bastardo, ora lei è in infermeria giusto? Quanto ci deve rimanere?" disse toccandosi il viso nervosamente.
"Penso che per stanotte rimanga lì, anche perché aveva la flebo e Carlos le ha dato alcune dosi di morfina, aveva dolori in tutto il corpo." sussurrai sdraiandomi nel letto nel mentre che tutte le altre erano sconvolte.
Saray diede un colpo sopra alla scrivania facendomi sobbalzare furiosa e si tenne la testa tra le mani, era inevitabile che si sentisse così.
"Avrei dovuto difenderla di più, ma ha incominciato a rinfacciargli di Fatima e ha dato l'ordine a Hierro di colpirci." dissi furiosa e vidi Saray sospirare con le lacrime agli occhi.
"È colpa mia." disse scuotendo la testa e inarcai un sopracciglio confusa chiedendole subito spiegazioni, meritavo di saperle anche se Zulema mi aveva detto praticamente tutto.
"Avevo litigato pesantemente con lei, e per ripicca avevo riferito a Sandoval che lei aveva una figlia, nonostante questa cosa la sapessi solo io. Macarena, è successo un casino quando siamo evase da qui, non ne hai idea." disse sospirando e spalancai la bocca incredula non credendo che potesse essere successo una cosa del genere.
"Lei ti ha perdonata giusto?" domandai sconvolta.
" ma io non perdonerò mai me stessa per averle fatto una cosa del genere, stavo rischiando di perdere Estrella per colpa sua, dato che mi aveva sparata mentre ero incinta. Mi sono vendicata ma ho sbagliato." rispose con le lacrime che le rigavano il viso, ero letteralmente senza parole per ciò che mi aveva appena confessato Saray e l'unica cosa che mi venne in mente di fare in quel momento, fu di abbracciarla forte a me e lasciarle sfogare tutto il suo dolore e i suoi sensi di colpa.
Una volta finito di cenare mi feci una doccia rigenerante e andai in cella trovandomi Kabila.
"Hey." disse sorridendomi leggermente ma non la guardai nemmeno evitandola con rabbia, non avevo nessuna intenzione di affrontare una conversazione con lei.
"Possiamo parlare?" disse abbracciandomi da dietro nel mentre che mi asciugavo i capelli rendendoli lisci ma scossi la testa.
"Non ho niente di dirti, quindi per favore evita di toccarmi e allontanati." risposi brusca lanciandole un'occhiataccia, nel mentre che le altre rientravano in cella mi infilai la felpa e andai fuori.
"Non puoi uscire a quest'ora, dove pensi di andare?" mi domandò Saray afferrandomi il braccio con forza, dopo quello che le avevo raccontato di Sandoval aveva paura per me.
"Sto andando da lei, voglio vederla." dissi abbracciandola velocemente e recandomi in infermeria senza farmi vedere da nessuna guardia, appena arrivata a destinazione bussai alla porta e Carlos venne ad aprirmi stranito.
"Che ci fai qui Macarena?" disse facendomi entrare e non appena posai lo sguardo su Zulema mi sentii meglio, era seduta e attorno all'addome aveva una fascia e del ghiaccio.
"Ciao." dissi leggermente tesa e Carlos ci guardò sorridendo e uscì dalla stanza per lasciarci sole.
"Hey, bionda." disse il mio scorpione divertita, aveva ripreso colorito nel viso e il suo solito atteggiamento menefreghista, però era ancora scossa e sopratutto notavo la sua tensione.
Mi sedetti al suo fianco e istintivamente la baciai accarezzandole la mascella piano, mi era mancata fino a stare male e non appena posai le labbra sulle sue ripresi a respirare.
"Mi sei mancata." sussurrai nel mentre che la stringevo a me e inspiravo il suo profumo meraviglioso, Zulema non mi rispose ma si limitò ad accarezzarmi la schiena e abbracciarmi delicatamente.
"Sto bene, puoi rilassarti." disse ridendo e lasciandomi un'altro bacio sulle labbra.
Volevo rimanere con lei e non lasciarla più andare via, la paura che avevo provato nel vederla stare male mi aveva fatto uscire completamente fuori di testa.
Avevo assunto dentro di me delle consapevolezze in più, perché sapevo che le cose sarebbero cambiate d'ora in poi, dato che Sandoval aveva capito praticamente tutto.
"Posso rimanere un po' con te?" sussurrai contro il suo collo nel mentre che le lasciavo una sia di baci provocandole dei brividi.
La sentii annuire e sorrisi vittoriosa infilandomi sotto le coperte abbracciandola e rilassandomi tra le sue braccia.
"Sei assurda, bionda." mormorò scuotendo la testa incredula accarezzandomi la guancia lentamente, senza smettere di guardarmi.

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